Da qualche mese la lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità (UNESCO) per la Tunisia, si è arricchita di un nuovo sito, l’isola di Djerba, luogo straordinario per il suo valore culturale e paesaggistico.
Salgono quindi a nove i siti tunisini iscritti: le medine di Tunisi, Kairouan e Sousse, le rovine romane di Cartagine e di Dougga, l’antica città punica di Kerkouane, l’anfiteatro romano di El Jem, e infine la new entry Djerba. Mentre per il suo valore naturalistico figura il Parco Nazionale di Ichkeul.
Da sempre crocevia di una moltitudine di civilizzazioni e religioni, Djerba ha visto il susseguirsi di influenze berbere, fenice, romane, bizantine, arabe, andaluse e ottomane, ciascuna delle quali ha lasciato la propria impronta su un paesaggio arido e apparentemente ostile, attraverso architetture e monumenti, tradizioni, costumi e leggende, tutte testimonianze, queste, dello straordinario spirito di adattamento a un territorio semi-desertico di antichi popoli, che fossero essi pagani, ebrei, cristiani e infine musulmani.
Con i suoi 514 kmq, Djerba è la più grande isola del Nord Africa, fatta di paesaggi aspri, ma resi fertili dall’intervento umano, con vaste aeree coltivate, fondamentali per l’economia del territorio. Territorio inoltre impreziosito di monumenti storici e antiche testimonianze architettoniche, uniche al mondo: dalla medina di Houmt Souk con le sue corporazioni artigiane e i tortuosi vicoli, all’antica Sinagoga della Ghriba a Erriadh, dai villaggi tradizionali, punteggiati di cupole bianche, fino alla ricchezza ambientale dei propri fondali marini. Indiscutibili tesori culturali e ambientali, questi, che già da svariati decenni hanno reso Djerba una meta turistica d’eccezione e richiestissima dal circuito internazionale, e che oggi finalmente le valgono l’inserzione nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità da proteggere.
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