Si tratta della città più remota della Mauritania, distante da qualsiasi altra località del paese, tanto che è più facile raggiungerla dal confinante Mali. Con Tichitt, Chinguetti e Ouadâne chiude il cerchio delle quattro città carovaniere della Mauritania.
Fondata nel 1224 era l’ultimo punto di sosta per le carovane dirette a Timbuktu. Proprio questo suo isolamento ne fa una meta affascinante da raggiungere, un centro la cui atmosfera sembra quella tipica delle città dimenticate dal mondo. Deve essere questo alone di mistero a renderla mitica agli occhi dei visitatori. Ma c’è di più. Oualâta è un gioiello, un’oasi le cui abitazioni in argilla donano al villaggio un aspetto unico. Ciò che colpisce entrando nel centro abitato è il colore rosso dei mattoni di fango con cui sono costruite le case e decorate con dipinti murali sia in facciata che all’interno.
Le donne del posto sono le addette alla decorazione, in genere costituite di motivi geometrici color rosso, bianco o indaco ottenuti da pigmenti naturali. Il piccolo museo e la biblioteca conservano antichi manoscritti di cultura islamica, testimoni di quanto importante fosse questo centro intellettuale nell’antichità. Oualâta è rinomata per la gastronomia ma anche per l’arte tradizionale, con le fantasiose sculture in creta plasmate dalle donne locali. Se si prevede di soggiornare in città per qualche giorno, da non perdere sono le escursioni a dorso di cammello nelle zone circostanti, alla scoperta degli allevatori nomadi, delle pitture rupestri e di alcuni interessanti siti archeologici.