Nell’estremo sud del Marocco si estende la vasta zona del Sahara Occidentale, una regione storicamente oggetto di contesa territoriale e occupata oggi dal Marocco.
Questa desolata distesa di hammada (deserto di pietre), di dune sabbiose, di spiagge infinite e scogliere monumentali, è forse la zona più autentica dell’Africa Settentrionale, abitata dalle popolazioni nomadi dei Saharawi, ancora oggi animate da un forte sentimento identitario e indipendentista.
Nelle mani della Spagna fino al 1975, la regione cominciò successivamente ad essere contesa tra la Mauritania e il Marocco, conclusasi recentemente con la ritirata mauritana e il consolidamento della sovranità marocchina sulla zona, apertamente contrastata dal movimento reazionario del Fronte Polisario.
I viaggiatori che si spingeranno fino a Dakhla, la capitale della regione, fondata nel 1844 dagli spagnoli, attraverseranno una piana surreale, completamente disabitata per ben 520 km a partire da Laâyoune. Il fascino e la ricchezza di queste terre sono dovuti proprio alla sua desolazione. Un paesaggio selvaggio e incontaminato, incastonato tra deserto, lagune e onde oceaniche, panorami mozzafiato, tra cui improvvise compaiono monumentali scogliere dalle forme surreali e, infine, gli edifici bianchi di calce di Dakhla, in prossimità della Baia Oued Ed-Dahab.
Costruita su una penisola, non lontana dalle Isole Canarie, la città è caratterizzata da edifici porticati dal sapore coloniale, numerose moschee, una cattedrale cristiana, ma anche nuove infrastrutture sulle quali il governo marocchino continua incessantemente ad investire. Caratteristico è il porto con la flotta di pescherecci più grande del Marocco e il poetico faro spagnolo. Le sue immense spiagge e scogliere, abitate da colonie di delfini e foche monache, si proiettano fino a gettarsi nell’Oceano, come un’appendice del deserto del Sahara che infinito si estende verso l’entroterra. Battuta costantemente dal vento è oggi frequentata da appassionati di kitesurf e windsurf, conserva tuttavia ancora l’atmosfera di una terra completamente disabitata e in preda alle forze della natura.