Foto © M. Santoro
Nell’entroterra desertico, parallelamente al corso del Nilo, si estende l’affascinante regione delle antiche Oasi Occidentali, centri strategici lungo le rotte carovaniere tra la Valle del Nilo e la Libia, in epoca faraonica, ed importanti avamposti agricoli di grano, uva, olio di oliva e datteri, in epoca romana.
Veri e propri giardini, irrigati da falde acquifere sotterranee che riaffiorano dalle sabbie desertiche, le Oasi di Baharia, di Farafra, e quelle di Kahrga e Dakhla più a sud, sono anche gli scrigni preziosi di antiche testimonianze archeologiche che riportano alla luce i fasti delle passate civiltà faraoniche, di avamposti romani fortificati e di insediamenti cristiani, snodandosi in un itinerario dall’enorme interesse storico, ove la scenografica cornice degli spettacolari paesaggi desertici, ne è la costante.
Una cornice impressionante che varia dai paesaggi lunari dei coni basaltici scuri del Deserto Nero (Sahara Souda), si rapprende in bizzarre conformazioni nella Montagna di Cristallo, dai grossi cristalli di calcite, scende in depressioni dove antichi sedimenti marini danno luogo a curiose morfologie del terreno, chiamate “leoni di fango” (yardangs), si impreziosisce di laghi naturali bordati di verde o di sorgenti termali d’acqua calda che improvvise sgorgano in mezzo al nulla, si nasconde in profondità sotterranee fitte di stallatiti e stalagmiti nella Djara Cave, e infine si apre nel vasto e spettacolare Deserto Bianco (Sahara el Beyda), preannunciato dai profili dei Twin Peaks, e che corre in una distesa mozzafiato ed accecante di depositi bianchi, che macchiano come un manto innevato la sabbia dorata, articolandosi qua e là in surreali formazioni modellate dagli agenti atmosferici, sculture naturali di pinnacoli, funghi e gusci calcari, bianchissimi sedimenti di conchiglie e microrganismi, dimenticati lì dalla ritirata delle acque marine. Un paesaggio suggestivo tra i più affascinanti di tutto il Sahara.
Tra questi scenari sconfinati e desertici, appaiono le Oasi, circondate da alture basaltiche o montagne coniche, in depressioni nelle quali sopravvivono dei piccoli universi rigogliosi, mondi a sé di fertile terra irrigua, che vide il susseguirsi delle più importanti civiltà del passato, tra miracolosi giardini che crescono in pieno deserto.
L’Oasi di Kharga la più popolosa e meridionale, venne abitata fin dal Neolitico ma conobbe una forte espansione in epoca tolemaica, prendendo il nome di Hibis nel III secolo a.C., e successivamente dotata di numerose fortezze romane, ancora oggi splendidamente conservate a Ain Umm Dabadib e a Qasr Labeka. Una visita al ricchissimo Museo della città di Qasr-Kharga, permetterà di farsi un’idea dell’importanza che Kharga e la Regione delle Oasi Occidentali, assunsero nel corso delle epoche, dalla preistoria fino al periodo copto. Gioiello indiscusso dell’Oasi è la più antica necropoli cristiana di Bagawat, un vasto complesso di cappelle a cupola di mattoni crudi, risalenti al IV/VI secolo d.C., con affreschi splendidamente conservati sull’Antico Testamento, con influssi ellenistici. Il vicino Tempio di Ibis, dedicato ad Amenebis e ad Osiri, è invece il più grande edificio costruito nelle oasi, risalente all’epoca della XXVI Dinastia Faraonica e completato in epoca persiana sotto Dario I e sotto Tolomeo II, assieme al Tempio di Qasr el-Gueita.
Tra l’Oasi di Kharga e l’Oasi di Dakhla numerosi sono i punti di interesse, dal pittoresco villaggio di Bashendi a quello di Balat, centri di epoca medioevale, passando per la più importante necropoli del Deserto Occidentale a Qila el-Dabba, dove sono state rinvenute 7 mastade di mattoni crudi di epoca faraonica, risalenti alla VI Dinastia e dedicate al culto dei defunti, splendidamente decorate e corredate di ricchi paramenti, oggi conservati al Museo di Kharga.
L’Oasi di Dakhla accoglie l’antico villaggio ottomano di El-Qasr, di stretti vicoli e antiche abitazioni con caratteristici architravi in legno decorato. Perla archeologica della zona è la spettacolare necropoli formata da 300 tombe di Muzawaqa, dalle splendide decorazioni tipicamente faraoniche, ma in uno stile che risente degli influssi greco-romani, di cui le due principali, dedicate ai funzionari Petosiris e Petubastis, risalgono al II secolo d.C. Il vicino Tempio di Deir el-Hagar dedicato ad Amon-Ra , Mut e Khonsu (la triade tebana), è invece un magnifico esempio costruito sotto Nerone nel I secolo d.C.
Dirigendosi verso nord, in direzione dell’Oasi di Farafa si viene rapiti dall’immensità degli spettacolari scenari del Deserto Bianco e le numerose fonti termali, prima di giungere infine all’Oasi di Baharia, antica terra di dinosauri, che conserva imponenti fortezze romane, l’antica tomba faronica di Amenhotep-Huy, della XVIII Dinastia e il famoso Tempio di Alessandro Magno, che il conquistatore fece si costruire dopo il viaggio all’Oracolo di Siwa. Ma soprattutto la Valle delle Mummie Dorate, un’immensa necropoli romana che preserva ancora oggi mummie perfettamente conservate e riccamente corredate, molte delle quali sono state spostate all’Ispettorato delle Antichità, quali preziosi tesori dalla particolare tecnica del cartonnage, un rivestimento di bende di lino ricoperte di uno strato d’oro, a sua volta decorato con la riproduzione dei lineamenti del defunto, in corrispondenza del volto. Splendide testimonianze di epoca faraonica sono invece le quattro cappelle di Ain el-Muftella risalenti alla XXVI Dinastia, dai magnifici bassorilievi dedicati al pantheon egizio, e l’incredibile sito funerario delle due tombe di Qaret Qasr Selim, scavate nella roccia della collina di Bawiti e riccamente decorate con affreschi dai colori sgargianti, che presentano un’iconografia particolarmente complessa di scene religiose, connesse al rito funebre.
Se la situazione securitaria dovesse migliorare, si potrebbe chiudere in bellezza un itinerario tra le Oasi Occidentali, con una spedizione verso Gilf Kebir, al confine libico, un gioiello millenario che custodisce preziosi esempi di arte rupestre, tra le pareti rocciose del Sahara.