Il Madagascar delle spiagge di sabbia fine e bianca, dell’acqua turchese e cristallina che bagna le insenature paradisiache orlate di palme e mangrovie, e incastona arcipelaghi di piccole isole ancora selvagge che profumano di ylang-ylang e vaniglia. E’ il Madagascar nord-occidentale, con la sua perla indiscussa di Nosy Be, ambita destinazione internazionale di soggiorni balneari da cartolina. Le mille sfumature dell’Oceano Indiano, della sabbia fine come borotalco e della foresta pluviale, dominano la gamma cromatica dell’arcipelago di Nosy Be, piccolo paradiso terrestre all’estremo nord della grande isola di Madagascar. La patria dei lemuri svela qui uno dei suoi volti marini più belli, dall’atmosfera tropicale e la vegetazione esuberante. Una decina di isolotti ed atolli selvaggi, da raggiungere con piccole imbarcazioni tradizionali, tra spiagge deserte di rara bellezza e lingue di sabbia accecante di sole, tratti di foreste endemiche dove i lemuri compiono acrobazie saltando da un ramo all’altro della fitta coltre verde, o i camaleonti si mimetizzano tra le foglie, mentre centinaia di uccelli acquatici seguono a largo le scie delle barche di pescatori e dei branchi di delfini che si confondono con il dorso di una balena megattera o degli squali balena. Se Nosy Be è l’isola principale e quella più movimentata, con pochi minuti di navigazione si raggiungono gli angoli più incontaminati e deserti dell’arcipelago, come l’isola di Nosy Komba, dove una “fady” locale, la legge tradizionale, protegge le varietà di lemuri che qui trovano il loro habitat naturale, investendoli di sacralità secondo le credenze della popolazione autoctona. Vero e proprio acquario è l’isola di Nosy Tanikely, dichiarato parco marino protetto nel 2010, ove è possibile scoprire con un’immersione, la sfavillante vita sottomarina dell’arcipelago. E per chi ama la tranquillità, a Nosy Sakatia ci sarà l’imbarazzo della scelta, tra le spiagge disabitate dove solo i delfini fanno capolinea all’orizzonte, e i sentieri sperduti che portano all’interno dell’isola, in un piccolo angolo naturalistico fatto di orchidee selvatiche, essenze spontanee, camaleonti e uccelli variopinti. Ma a partire dagli anni ’90 un’altra località balneare, lungo le meravigliose coste malgasce, ha attirato l’attenzione del turismo internazionale, per la sua bellezza e i suoi scenari marini mozzafiato. Siamo nella regione sud-occidentale del Madagascar, nel tratto di costa che va da Tulear a Fort-Dauphin, dove un piccolo e sperduto villaggio di pescatori Vezo, ha cominciato a destare l’interesse di quegli avventori desiderosi di scoprire una destinazione lontana dalle rotte turistiche più battute, immersa nella natura incontaminata e impregnata di atmosfere autentiche e tradizionali, che portano gli abitanti locali a rispettare ancora oggi profondamente il culto degli antenati. E’ il villaggio di Anakao che pur sviluppandosi recentemente nella ricezione alberghiera, ha mantenuto la calma e la pace di una località tradizionale di pescatori locali, che salpano all’alba e rientrano alla sera carichi di pescato (famosi per la tecnica di pesca in immersione apneista). Siamo lontani dai resort sfavillanti e dalle spiagge attrezzate ombreggiate di palme, qui la natura è ancora l’indiscussa protagonista, caratterizzata da distese di sabbia fine e selvaggia, orlata da una vegetazione esplosiva, nella quale le strutture alberghiere o le capanne di legno degli abitanti, sono solo delle discrete comparse, perfettamente integrate e mimetizzate con il paesaggio circostante. Assolutamente da inserire tra le destinazioni immancabili del Madagascar!