Tra il mosaico di popoli che abitano il Sudan del Sud, l’incontro con la primordiale società di pastori Mundari è una delle esperienze più affascinanti e toccanti del paese, in contatto con tradizioni rimaste pressoché intatte, nonostante le loro terre ancestrali, non siano molto distanti dalla capitale Juba.
Popolo di origine nilotica, la loro economia ruota attorno all’allevamento di bovini, con cui vivono praticamente in simbiosi, spostandosi stagionalmente lungo le piane del Nilo Bianco, a sud degli acquitrini del Sudd, nella regione dell’Equatoria Centrale.
A una settantina di km a nord di Juba si trovano i loro principali accampamenti permanenti, fatti di capanne di rami intrecciati e paglia, dai quali ciclicamente partono con le loro mandrie, seguendo l’andamento delle piogge e delle piene, alla ricerca di pascoli disponibili e di terre coltivabili, economia di sussistenza alternativa alla pastorizia, assieme alla pesca.
Fortemente identitari, sono esteticamente riconoscibili dalle scarificazioni tribali a forma di “V”, simbolo di appartenenza che viene inciso con una lama sulla fronte, al momento dell’iniziazione alla vita adulta.
Sembra incredibile che nonostante il progresso dei tempi moderni bussi alle loro porte, o comunque non gli sia estraneo, mantengano volontariamente ancora vivi ed intatti i costumi, le spiritualità e le usanze arcaiche. Tra queste è la ritualità animista, basata su sacrifici animali e danze propiziatorie, anche se in sincretismo una parte dei Mundari ha aderito oggi alla religione cristiana.
Non è raro imbattersi in una delle loro caratteristiche cerimonie, così come non è raro osservare le loro pratiche quotidiane che risalgono alla notte dei tempi, come quella di nutrirsi succhiando direttamente dalla mammella del bovino o di salassarne la giugulare, per estrarne il sangue che andrà ad integrare la loro dieta di proteine, indispensabili nei momenti in cui le derrate alimentari e il latte scarseggiano. Abitudine corrente è anche quella di farsi la doccia con l’urina dell’animale e cospargersi successivamente il corpo di cenere, ottenuta dalla combustione del letame, impasto naturale altamente disinfettante e ottimo repellente contro le zanzare. Nonostante la diffusione delle zanzariere, durante la transumanza dei giovani pastori, questa usanza rimane la più efficace protezione contro gli insetti ed i parassiti, ed è comune anche tra gli allevatori Dinka e Nuer, i due principali gruppi etnici del Sud Sudan.
Visitare uno degli accampamenti Mundari nei dintorni di Terakeka, il loro capoluogo, è senza dubbio una delle esperienze più affascinanti ed emozionanti del Sudan del Sud. Un tuffo in un passato ancora incredibilmente attuale, tra scenari surreali di pastori cosparsi di cenere e mandrie bovine di centinaia di capi, i cui intrecci indefinibili di lunghe corna a mezzaluna, si perdono tra la fuliggine sprigionata dalle grosse pire di letame, in una spessa coltre di fumo che scherma il sole e oscura il cielo, tingendo l’atmosfera di toni argentei ed arancioni. Una visione quasi onirica che gli amanti della fotografia apprezzeranno particolarmente.