In generale i contributi della Mauritania alla preistoria dell’Africa occidentale sono ancora oggetto di ricerche, ma la scoperta di numerosi resti risalenti al Paleolitico e al Neolitico nel nord indica un ricco potenziale di scoperte archeologiche. Pitture rupestri e graffiti rinvenuti nelle aeree desertiche, soprattutto nella regione dell’Adrar, dimostrano che circa 6.000 o 7.000 anni fa, la Mauritania era caratterizzata da fertili pianure che davano sostentamento a una popolazione di agricoltori e allevatori. Raffigurano soprattutto scene di caccia, guerra, allevamento e agricoltura, oppure piccole scene di danza. Sono interessanti perché danno l’idea della varietà faunistica che un tempo popolava questa regione. Poi i mutamenti climatici hanno lentamente all’inaridimento e alla desertificazione della zona e alla formazione delle distese di sabbia del Sahara e degli altipiani rocciosi dell’Adrar. All’era del paleolitico risalgono anche moltissimi ritrovamenti di manufatti, tra cui l’amigdala, tipica freccia preistorica usata per cacciare o a scopo difensivo. Non di rado in Mauritania è ancora possibile trovare molti di questi reperti durante un trekking nel deserto. Fu l’introduzione del ferro a gettare le basi per la formazione dei primi nuclei umani organizzati, che andarono di pari passo con le incursioni da nord dei berberi, l’inaridimento dei pascoli e la necessità di lavorare la terra e allevare il bestiame.
Cronologia storica della Mauritania
33 d. C.. La Mauretania, regno delle antiche tribù berbere dei Mauri diventa una provincia romana. Con il nome mauri i romani si riferivano a tutti i popoli nativi del Nord Africa.
Dal III al VII sec.. Le tribù berbere dal Nord Africa migrano verso l’attuale Mauritania spostando la popolazione dei Bafours, abitanti originari di quella zona e antenati del popolo Soninke.
V sec.. la piccola tribù dei Bafours si evolve in un grande e ricco impero (impero Soninke), la cui estensione andava dall’odierno stato del Ghana sino alla Mauritania, includendo parte di Senegal e Mali. Il punto di forza dell’impero fu la diplomazia dei sovrani animisti, che aprendosi anche all’Islam, ebbero sempre dei buoni rapporti con i mercanti musulmani mantenendo il monopolio del commercio dell’oro che passava dalle proprie terre.
XI sec.. Mentre l’impero Soninke è all’apice dello splendore, nella parte occidentale del Sahara comincia a formarsi un gruppo di riformatori musulmani berberi, gli almoravidi.
1076. Le continue incursioni di questi ultimi sconvolsero e minarono alla radice l’Impero Soninke, fino alla sua conquista. A partire dall’anno successivo l’attuale Mauritania è quasi totalmente controllata dai fondamentalisti almoravidi, che di li a poco riescono a conquistare anche parte della Spagna e spingersi fino a Lisbona. Durante il loro dominio durato circa un secolo e mezzo, sorgono importanti città carovaniere, quali Ouadane, Oualata e Chinguetti, settima città santa all’Islam. I commerci si rivelano particolarmente floridi, facendo diventare queste città tra i centri più ricchi di quelli attraversati dai commerci sahariani, nonché veri e propri centri di cultura, con rinomate università islamiche e scuole coraniche. In particolare Chinguetti, anche in epoche successive, quando agli almoravidi si sostituirono le tribù di origine egiziana dei Beni Hassan, che introdussero la lingua araba-hassaniya sul dialetto berbero, fu un importante centro di riferimento per la cultura araba e la religione musulmana.
1442. I marinai portoghesi circondano Capo Blanco (Capo Nouâdhibou) e sei anni dopo fondarono il forte di Arguin, da cui derivarono oro, gomma arabica e schiavi. Queste stesse materie prime in seguito attrassero la Spagna, successivamente, nell’XVII secolo, l’Olanda, quando la gomma arabica risultò utile nella produzione tessile.
A partire dal XVII secolo. L’egemonia Beni Hassan comincia ad organizzarsi in emirati, mentre da più di un secolo e mezzo sono cominciate le incursioni sulla costa degli esploratori portoghesi, inglesi, olandesi e infine francesi. La presenza degli europei fin dalla metà del ‘400 fu inizialmente accettata e vissuta generalmente come pacifica convivenza e scambio commerciale dalle tribù Beni Hassan.
1817. La Francia, a partire dal Banc d’Arguin, comincia a penetrare verso l’entroterra. I rapporti si inaspriscono, fino a sfociare in veri e propri scontri armati. A questi anni risale il naufragio della nave francese “Medusa”, al largo delle coste mauritane, durante il quale solo 18 marinai si salvarono a bordo della famosa zattera dipinta da Gericault.
1858. Viene firmato l’accordo di protettorato francese, ma le rivolte e le catture di emiri ribelli continuano ancora per decenni. A contribuire ciò il non totale controllo sul territorio, penalizzata dalla vastità del deserto e dalle condizioni climatiche estreme. La “pacificazione” della Mauritania, chiamata così dai militari francesi, continua fino al 1912.
1920. Da protettorato annesso ai territori dell’Africa Occidentale Francese, la Mauritania diventa vera e propria colonia autonoma, con l’elezione di un rappresentante all’Assemblea Generale Francese solo nel secondo dopoguerra.
28 novembre 1960. Conseguentemente alla minaccia di annessione da parte del Marocco, la Francia si vede costretta a concedere l’indipendenza alla Mauritania. Il primo consiglio dei ministri guidato dal partito nazionalista avviene sotto una tenda maura. Noukchott, all’epoca ancora un villaggio, viene stabilita come capitale.
1969. A partire da questo anno la corrente socialista prende sempre più piede fino ad un radicalismo che fa dell’Islam e del socialismo i cardini del nuovo regime. Le società minerarie vengono nazionalizzate, viene coniata la moneta locale tuttora in corso, l’Ouguiya, e Nouakchott come capitale comincia ad accogliere tutte le strutture governative e amministrative.
1973. Adesione alla Lega Araba.
1975. La Mauritania deve far fronte ai problemi legati alla decolonizzazione del Sahara Occidentale spagnolo e la formazione del Fronte Polisario di indipendentisti, conseguente alla spartizione del territorio, decisa a tavolino, tra la Mauritania e il Marocco.
1978. Deposto ed esiliato in un colpo di stato militare guidato dal capo di stato maggiore, il colonnello Mustapha Ould Salek. La nuova giunta militare, guidata da Mohammed Khouna Ould Haidalla sospende la costituzione e cessa le rivendicazioni sul Sahara Occidentale.
1981. La schiavitù ai danni delle popolazioni nere viene abolita in Mauritania con il nuovo regime militare.
1984. Un ulteriore colpo di stato depone il colonnello Haidalla consegnando il potere a un altro colonnello, Sidi Ahmed Taya. Quest’ultimo promuove un’amnistia generale dei detenuti politici, la nascita di una stampa privata libera e prova a migliorare la condizione della donna in Mauritania.
Fine anni novanta. Mauritania e Senegal sull’orlo di una guerra a causa della tensione etnica, dalla competizione economica, dalla lotta per il rispetto dei diritti lungo il fiume Sénégal e dal risentimento reciproco tra i cittadini dei due Paesi. Nel 1989 Mauritania e Senegal espellono a vicenda decine di migliaia cittadini, cancellando le relazioni diplomatiche. I legami diplomatici non vengono ristabiliti fino all’aprile del 1992.
1991. Approvata una nuova costituzione che dà il via ad una repubblica islamica, araba ed africana. La Repubblica Islamica di Mauritania apre la politica al multipartitismo. Vengono indette le prime regolari elezioni, vinte ripetutamente dallo stesso Taya che rimane al potere, nonostante le numerose proteste per brogli, fino al 2005.
2005. Mentre Ould Taya è fuori dal paese, gli ufficiali dell’esercito organizzano un nuovo colpo di stato, pacifico. Il colonnello Ely Ould Mohamed Vall, ex stretto alleato di Ould Taya, si autonomina capo del Consiglio militare al potere per la giustizia e la democrazia e promette nuove elezioni democratiche entro due anni, avvenute regolarmente nel 2007. Nel 2006 Ely Ould Mohamed Vall presenta un referendum sulle riforme costituzionali che gli elettori approvano in modo schiacciante. Le modifiche, tra le altre, includono la limitazione dei presidenti a due mandati consecutivi di cinque anni anziché sei.
2007. Alle elezioni presidenziali del marzo 2007, Sidi Ould Cheikh Abdallahi diventa il primo presidente eletto democraticamente della Mauritania.
2008. Le tensioni aumentano nel maggio 2008 con la nomina da parte di Ould Abdallahi di alcuni di ministri che avevano ricoperto importanti incarichi nel governo di Ould Taya, alcuni dei quali accusati di corruzione. A luglio il parlamento approva un voto di sfiducia, seguito dall’abbandono di quasi 50 membri del parlamento del partito al potere all’inizio di agosto. Il 6 agosto 2008, Ould Abdallahi licenzia una serie di alti ufficiali dell’esercito coinvolti nella crisi parlamentare, tra cui il generale Mohamed Ould Abdel Aziz, comandante della guardia presidenziale, e il generale Mohamed Ould Chiekh Ghazouani, capo del personale dell’esercito nazionale. In risposta i militari organizzano in scena un colpo di stato e rimuovono Ould Abdallahi dal potere. Il generale Mohammed Ould Abdel Aziz diventa Presidente della Repubblica Islamica, dopo aver vinto le elezioni del 2009.
2019. A seguito delle nuove elezioni viene eletto Presidente della Repubblica Islamica Mohamed Ould Ghazouani.