Territorio e Clima
L’Algeria è con i suoi 2.381.741 km² il paese più vasto di tutto il Continente Africano.
A nord è bagnato per 1000 km di costa dalle acque del Mar Mediterraneo, a nord-est confina con la Tunisia, a est con la Libia, a sud con il Niger e con il Mali e a ovest e nord-ovest con la Mauritania e il Marocco.
Per l’84 % il suo territorio è occupato dal deserto del Sahara e il rimanente, a nord, da una fascia con un microclima e una morfologia simile alla nostra area mediterranea, con pianure fertili, colline e qualche vetta che arriva sui 2000 mt. Qui si concentrano la quasi totalità delle foreste (2%) e delle terre coltivabili (circa il 3%, prevalentemente grano e cereali, frutteti, vigneti, oliveti…), separate dal Sahara da una prima zona montagnosa, l’Atlas tellianoe da una seconda più a sud, l’Atlas sahariano.
La vetta più alta è a sud, il Monte Tahat, che raggiunge circa i 3000 mt e si trova nella regione montagnosa desertica, di origine vulcanica, dell’Hoggar.
Il deserto algerino è occupato prevalentemente da altipiani che superano i 1.000 mt, piccole oasi dove si coltiva la palma da dattero, regs di pietra e erg di sabbia. Questo rende la sua morfologia molto varia, con un’infinita varietà di scenari mozzafiato, tutti da scoprire. La sua altitudine elevata fa sì che le temperature si presentino piuttosto basse durante tutto l’anno, con minime che scendono anche sotto lo 0° durante i mesi invernali, ma anche con forti escursioni termiche e massime sui 45° durante il giorno nei mesi estivi. Il resto del paese è invece soggetto allo stesso clima delle nostre regioni mediterranee, con inverni miti ed estati calde.
L’Oued Chelif è il fume principale dell’Algeria che sgorga dalle montagne dell’Atlas telliano e sfocia nel Mediterraneo dopo aver percorso circa 700 km. Nel deserto invece l’idrografia è prevalentemente stagionale, quando i numerosi oued si riempiono a seguito delle piogge (concentrate nei soli mesi estivi), o da alcune guelta che rimangono produttive tutto l’anno.
Flora e Fauna
Il microclima del nord dell’Algeria è del tutto simile a quello della fascia mediterranea italiana. Pertanto anche la flora e la fauna sono molto simili.
Tra la macchia mediterranea di corbezzoli, oleandri e lentisco e le montagne dell’Atlante telliano ricche di graminacee, le specie più diffuse sono la quercia, il pino d’Aleppo, il cedro.
Vaste le aeree coltivate a frutteto, con limoni, mandorli, albicocchi, ciliegi, fichi, aranci, peschi. Anche i noccioli e i castagni sono molto diffusi, e infine vigneti e uliveti vengono coltivati nelle zone più collinari, soprattutto in Cabilia.
I principali allevamenti nella fascia costiera sono di ovini, caprini e bovini. Mentre per quanto riguarda la fauna selvatica, facile sarà avvistare conigli e lepri, volpi e cinghiali, macachi e numerose specie avifaunistiche quali piccioni e passeri, cicogne e uccelli rapaci, oltre alle specie tipicamente mediterranee quali fenicotteri e gabbiani.
Man mano che ci si sposta verso le zone desertiche del centro e del sud del paese, che ricevono la minor quantità di precipitazioni e solo durante i mesi estivi, la flora si dirada e solo alcune specie resistono ai climi secchi e caldi e alla siccità.
Ovviamente la palma da dattero e le acacie spinose diventano le protagoniste. La palma da dattero, fornisce ad oggi il principale sostentamento e rientro economico per le popolazioni del deserto. Il suo frutto viene esportato in tutto il mondo e dato il suo elevato apporto calorico ed energetico, è da sempre la base dell’alimentazione dei popoli di origine nomade.
Ma anche in pieno deserto la natura sorprenderà regalandoci perfino delle infiorescenze, tra le quali la cistanche pelhipaea dai fiori gialli e carnosi e la forma fungina, la diplotaxis acris di color viola o la crotalaria saharae, una sorta di arbusto con piccoli fiorellini gialli. Tra le piante onnipresenti del deserto va segnalata la calotropis procera, dalle foglie grasse che producono un lattice urticante e il citrullus colocynthis, l’amarissima zucca del deserto.
Il Monte Assekrem nella regione dell’Hoggar, quando la stagione delle piogge è propizia, regala uno degli spettacoli più incredibili della flora desertica. La sua superficie brulla e sassosa, i suoi pendii scoscesi, si colorano intensamente di bordeaux. Si tratta di una particolare infiorescenza di color rosso, la rumex vesicarius, della stessa famiglia del grano saraceno, che cresce spontanea tra le sassaie dei Monti dell’Hoggar e il cui colore intenso viene smorzato di tanto in tanto dal chiarore della rosa di Jericho.
Da ormai più di 2000 anni l’animale per antonomasia del deserto è il dromedario. Soppiantando il cavallo, non più adatto al clima sahariano e all’avanzare della desertificazione, fu la salvezza delle popolazioni nomadi e ancora oggi la maggior parte dell’economia degli abitanti delle regioni desertiche ruota attorno all’allevamento di questo animale e alla coltivazione della palma da dattero.
Data la sua resistenza e la sua capacità di bere una sola volta ogni quattro giorni circa, venne utilizzato fin dalla sua comparsa quale mezzo di trasporto per le merci carovaniere. Ancora oggi, con la pressoché scomparsa delle carovane, si continua ad allevare, dal momento che fornisce un latte più ricco e sostanzioso di quello vaccino, la sua carne è molto saporita e dal suo manto si ottiene una preziosa lana e un cuoio resistente.
Camminando tra le sabbie del Sahara, ci si rende conto immediatamente che il deserto, deserto non è. Al contrario, è abitato da numerose specie faunistiche, seppur molto timide! Per capire di non essere soli, basterà osservare al mattino le numerose impronte e tracce lasciate da sciacalli, fennec(la bellissima e minuscola volpetta del deserto, dalle enormi orecchie), serpenti, scorpioni, lepri, mufloni, gazzelle, gerboa del deserto (piccoli e atletici topolini bianchi) o le minuscole impronte del moula-moula, un uccellino bianco e nero, simile alla rondine. Nella regione del Tassili, esistono ancora gli ultimi esemplari di ghepardo delle sabbie, anche se ormai sempre più raramente vengono avvistati.
Parchi Nazionali e Tutela
“Non si lascia nulla, a parte le impronte delle proprie scarpe, non si porta via nulla”.
L’Algeria è uno dei paesi più vari di tutta l’Africa dal punto di vista ambientale, nonché il secondo patrimonio a livello mondiale (dopo l’Italia) per l’archeologia di epoca romana e forse il primo in arte rupestre sahariana. Dalla biodiversità unica della costa mediterranea, passando per i massici dell’Atlante, per le regioni centrali semi-desertiche, puntellate di oasi e ricche di tradizioni, fino agli impressionanti scenari desertici del Sahara meridionale, l’Algeria dovrebbe essere considerata nella sua totalità un enorme Parco Nazionale, ambientale o un museo culturale a cielo aperto.
Tuttavia, nonostante esistano 10 Parchi Nazionali, di interesse paesaggistico/ambientale e archeologico/culturale, la tutela è affidata piuttosto al buon senso e al rispetto del singolo visitatore, che ad un controllo coordinato e efficiente da parte delle autorità.
Un esempio per tutti, i Parchi Culturali nelle zone desertiche dell’Hoggar e del Tassili, scrigni di biodiversità, di scenari mozzafiato nel cuore del Sahara e di quanto di più prezioso possa esserci stato tramandato nel campo dell’arte rupestre, sono praticamente abbandonati alla mercé dei visitatori (per fortuna ancora in numero contenuto) e, purtroppo, facile è imbattersi in opere di vandalismo su pitture e incisioni millenarie, o in resti di bivacchi che non sono stati smaltiti a dovere da precedenti passaggi.
Kanaga Adventure Tours fornirà consigli e una sorta di vademecum per il rispetto delle zone visitate.
La maggior parte delle aree protette si trova a nord del paese, qui l’elenco completo dei Parchi Nazionali:
Parco Nazionale di Belezma, costituito nel 1984 circoscrive 7600 ettari nella provincia di Batna
Parco Nazionale di Chrea, nel cuore del massiccio di Blida, comprende 26000 ettari di foreste e paesaggi di montagna.
Parco Nazionale di Djourjoura, 18500 ettari in una delle zone di montagna più selvagge del paese, qui sopravvive ancora una rara specie di scimmie della famiglia dei macachi.
Parco Nazionale di El Kala, eletto Riserva della Biosfera Unesco nel 1990, comprende 80000 ettari con un ecosistema unico nel bacino del Mediterraneo.
Parco Nazionale di Gouraya, una piccola zona di circa 2000 ettari sulla costa di Bejaia, importante per le sue vestigia archeologiche e le sue bellezze paesaggistiche.
Parco Nazionale di Taza, appena 300 ettari di rara bellezza mediterranea sul litorale di Jijel.
Parco Nazionale di Theniet El Had, 3600 ettari di paesaggio montagnoso nel cuote dell’Atlante telliano.
Parco Nazionale di Tlemcem, un’area a nord –est importante per i suoi siti di interesse archeologico e speleologico.
Parco Culturale dell’Hoggar, 380000 ettari che comprendono le più antiche testimonianze geologiche in terra algerina. Regione di origine vulcanica, con le sue vette più alte del paese, costituisce un unicum anche per la sua biodiversità e per le sue testimonianze archeologiche millenarie e storiche.
Parco Culturale del Tassili, si tratta di un’area desertica che si sviluppa su 100.000 ettari, di cui fa parte anche l’antica città carovaniera di Djanet e i suoi 3 ksour. Dal 1986 è classificata Patrimonio Mondiale Unesco e Riserva della Biosfera. Qui si concentra quanto di più magico possa offrire il deserto del Sahara, per interesse geologico, biodiversità e patrimonio culturale, con la sua famosa “Cappella Sistina del deserto” e un’infinità di preziose e sublimi testimonianze d’arte rupestre appartenenti a molteplici epoche. Sicuramente l’attrazione principale di tutta l’Algeria, ma anche la più fragile nel suo equilibrio e che merita un rispetto del tutto particolare da parte del visitatore.