Popolazione
Il Benin conta una popolazione di circa 12 milioni di abitanti, divisi in svariati gruppi e sottogruppi. La capitale è Porto Novo con circa 300.000 abitanti, ma quella più popolosa, nonché sede del governo, è Cotonou con un 1.000.000 circa di abitanti. Il Benin è una Repubblica Presidenziale, suddivisa in 12 dipartimenti.
Tra i gruppi etnici più popolosi sono:
Gli Adja-Fon
E’ il gruppo maggioritario che abita il sud del paese. Di origine togolese, rappresenta anche quasi la metà dell’intera popolazione beninese. Le maggiori cariche amministrative e dell’esercito sono ricoperte da rappresentanti di questa etnia. Praticano la religione vudù spesso in sincretismo con la religione cristiana.
Gli Yorouba
A sud est e al centro del paese l’etnia più diffusa è quella degli Yoruba, provenienti a ondate successive dall’attuale Nigeria, a partire dal X secolo d.C. Seguono la religione vudù e particolarmente caratteristici sono le loro maschere e costumi rituali, riccamente decorati.
I Bariba
Gli antichi cavalieri anch’essi di origine nigeriana, occupano oggi in prevalenza il nord-est, nella regione di Nikki e Parakou. Furono i maggiori resistenti contro i sanguinari Regni di Dahomey e contro la colonizzazione francese. Vennero in prevalenza islamizzati, ma alcuni seguono la religione ancestrale.
I Peuhl o Fulani
Il 7% della popolazione è costituito dai nomadi pastori Peuhl, presenti in tutta l’Africa Occidentale, concentrati soprattutto a nord del paese, nei distretti di Djougou e Natitingou. Famosi per la loro eleganza e bellezza e per la raffinatezza degli ornamenti e acconciature femminili, sono stati fortemente islamizzati già ai tempi delle prime incursioni arabe e dei commerci transahariani.
I Betammaribé
Ancora un 7% è rappresentato dai Betammaribé (o Somba), nella zona dei Monti dell’Atakora. Migrarono nell’XI secolo dal Burkina Faso per sfuggire alle incursioni e all’islamizzazione, arroccandosi sulle colline dell’Atakora e costruendo le tipiche abitazioni dall’ingegneria difensiva. Popolo di agricoltori è rimasto molto attaccato alle proprie tradizioni e alla religione animista con il culto dei feticci. Caratteristico è il copricapo nuziale femminile con le corna di osso.
I Taneka
Si tratta di un gruppo minoritario presente in un agglomerato di villaggi tradizionali arroccati sulle falesie della regione di Djougou. Grazie alle loro architetture mimetizzate tra la vegetazione e le rocce, conservarono le proprie tradizioni animiste e non vennero islamizzati come il resto della regione. Il loro ordine sociale è ancora garantito da un Re e dai suoi saggi consiglieri/guaritori, vestiti di un solo perizoma di cuoio. Negli ultimi 10 anni sono stati oggetto di una campagna di islamizzazione e alcuni Re si sono convertiti all’Islam influenzando anche parte della popolazione che tuttavia sembra essere rimasta praticante dei riti ancestrali.
I Tofinou
Si rifugiarono dal centro del paese nella località paludosa del Lago Nokoué nel XVII secolo, per sfuggire ai cacciatori di schiavi di Dahomey, ai quali per un divieto religioso non era consentito avvicinarsi all’acqua. Popolo di pescatori, adottano una tecnica del tutto particolare per creare allevamenti ittici artificiali, piantando sul fondo melmoso del lago alcuni rami che diventano un’ottima pastura per i pesci. Caratteristiche sono le loro tipiche abitazioni di bambù, costruite su palafitte in legno di ebano.
Lingue
La lingua ufficiale è il francese, usato spesso anche tra gruppi etnici di lingua diversa. Mentre le lingue locali più diffuse sono il fon a sud, il bariba e il dendi a nord, lo yoruba al confine con la Nigeria e l’ewe al confine col Togo nella parte sud e centrale del paese. In linea di massima i ceppi linguistici in Benin sono tre: la lingua kwa (o guineana), quella gour (o voltaica) e quella mandé. Al primo ceppo appartengono le lingue adja-fon, gun, hueda, yoruba e nago. Al secondo gruppo appartengono quelle betammaribé, berba, taneka e bariba. Al gruppo mandé appartengono le lingue boussa, boko, tchinka.
Le lingue meno rappresentate, ma pur sempre presenti in minor percentuale sono anche l’haoussa, il songhai e il fulani (peuhl).
Religione
In Benin non è facile individuare tutte le confessioni religiose e dare delle statistiche, anche perché il sincretismo religioso è molto diffuso. Si tratta della patria del vudù. E’ da qui che ha origine ed è arrivato in America caraibica, attraverso la tratta degli schiavi. Durante il periodo marxista venne abolito, ma nel 1996 venne reintrodotto e riconosciuto come religione ufficiale. Da quel momento, ogni 10 gennaio si celebra un grande festival a Ouidah, con riti e cerimonie collettive.
Riassumendo, in Benin le religioni maggiormente diffuse sono quattro: il cristianesimo (cattolici, protestanti, celestini, carismatici…) e il vudu, soprattutto a sud; mentre l’islam e l’animismo sono diffusi soprattutto a nord (Djougou e Natitingou sono le due città più islamizzate del Benin).
Non di rado viene praticato sia il cristianesimo che il vudu in sincretismo, cosi come non di rado chi si professa musulmano continua a seguire in parallelo il culto dei feticci animisti.
Il vudù è una religione piuttosto complessa e gran parte dei suoi riti, officiati da preti iniziati ad una specifica divinità, sono segreti e riservati per l’appunto solo agli iniziati alla divinità.
Tutte le manifestazioni di forze indefinibili, tutti i fenomeni che oltrepassano i limiti dell’immaginazione e dell’intelligenza umana, sono considerati come vudù, ossia come ciò che è “nascosto” o “misterioso”.
Una cosa è certa, il vudù non è il triste stereotipo hollywoodiano della bambolina infilzata di spilli ma, secondo la concezione originaria, esso simbolizza e sintetizza dei valori tipicamente africani come il rispetto della natura e della vita, il senso profondo della comunità e delle forze trascendentali, la convivialità, l’amore, la simbiosi tra le energie cosmiche, le gerarchie sociopolitiche della società e dell’individuo.