DALLA PREISTORIA AL PERIODO PRE-COLONIALE
L’Angola fu abitata sin dal Paleolitico e durante il Neolitico, come testimoniato dai resti trovati a Luanda, nell’attuale Repubblica del Congo e nel deserto del Namibe.
I primi a stabilirsi in Angola, termine che deriva dalla parola bantu N’gola, furono i San, conosciuti come Boscimani. Si tratta di un popolo che vive nella regione desertica del Kalahari, tra Sudafrica, Namibia e Botswana.
Successivamente, intorno all’inizio del VI sec. d.C., cominciò la penetrazione dal nord da parte dei Bantu che diedero vita ad alcuni regni nell’Africa centrale e meridionale.
Il più importante di questi fu quello del Congo che prese forma tra il XIII e il XIV secolo in una vasta area che si estendeva dall’odierna Repubblica del Congo alla parte settentrionale dell’attuale Angola, fino al fiume Kwanza. La ricchezza del regno proveniva principalmente dall’agricoltura e dal commercio. Il potere veniva gestito dai “Mani”, ossia aristocratici che occupavano posizioni di rilievo e rispondevano all’onnipotente re del Kongo. La capitale, M’banza-Kongo, aveva una popolazione di oltre cinquantamila abitanti nel XVI secolo. Il Regno di Congo era diviso in sei province e comprendeva alcuni regni dipendenti, come Ndongo a sud.
INCONTRI CON I PRIMI COLONIZZATORI PORTOGHESI E, A SEGUIRE, L’ANGOLA DIVENTA COLONIA PORTOGHESE
Fu nel XV secolo che si realizzò un incontro tra le popolazioni del Regno del Congo e i primi colonizzatori portoghesi. Nel 1482, il navigatore Diogo Ciao imboccò la foce del fiume Congo che tagliava a metà l’omonimo regno e iniziò l’esplorazione di quel territorio. Seguirono altre spedizioni. I primi rapporti tra i portoghesi e il Regno del Congo furono molto amichevoli, tanto che i re indigeni si convertirono facilmente alla religione cristiano cattolica, concepita dai portoghesi anche come strumento di penetrazione politica con l’aiuto dei missionari. Il sovrano Nzinga Nkuwu venne battezzato in quel periodo, mutando il suo nome nel cristiano, Joao I del Congo, in onore del re del Portogallo. Suo figlio Afonso Mvemba Nzinga istituì la religione cristiana come religione di Stato nel 1520 e nel 1596 papa Clemente VIII dichiarò il regno sede episcopale. Intanto la chiesa principale, costruita nel 1548, fu nominata cattedrale. Il Portogallo aveva istituito diverse missioni nel vicino regno meridionale del Ndongo.
Tra il XVI eia XVII secolo si verificarono però diversi scontri armati fra colonizzatori portoghesi ed eserciti del Regno del Congo (sconfitti definitivamente nella battaglia di Ambuila del 1665) e del Regno di Matamba, situato nell’odierno nord-est angolano. I portoghesi si spostarono anche più a sud, nell’area denominata Regno del Ndongo, l’attuale Angola centro-meridionale, che costituì la parte principale dell’insediamento europeo.
La città di Luanda fin fondata nel 1575 dall’esploratore Paulo Dias de Novais, nipote del noto navigatore Bartolomeu Dias. Fu il re del Portogallo, Sebastiano I, che diede a Dias de Novais il titolo di primo governatore dell’Angola.
La dominazione portoghese proseguì tra una serie di insidie provati dagli eserciti dei regni indigeni finché, nel 1641, un contingente di colonizzatori olandesi, attirato da metalli preziosi e dal commercio degli schiavi, prese possesso di Luanda.
I portoghesi ripresero il possesso dei territori angolani solo nel maggio del 1648.
Nel XVII e XVIII secolo i portoghesi riuscirono a controllare direttamente o indirettamente buona parte dell’Angola.
La Conferenza di Berlino del 1884 definì le frontiere degli stati africani e attribuì al Portogallo le terre angolane. Tuttavia alcuni regni locali resistettero fino ai primi decenni del XX secolo.
Dal 1920 si affermò quasi ovunque il dominio portoghese.
Massiccia fu, in particolare, l’emigrazione portoghese in Angola dopo la seconda guerra mondiale. Convolve circa 250mila persone che occuparono ruoli chiave in ambito economico e politico.
Nel 1951 alla colonia fu dato lo statuto di “Provincia d’oltre mare”.
LE GUERRE ANGOLANE
La storia recente dell’Angola è caratterizzata da un lungo periodo di guerre che ha sconvolto le popolazioni e i territori per oltre quarant’anni e schematizzabile in due differenti periodi:
- dal 1961al 1975: lotta anticoloniale contro le truppe portoghesi fino alla proclamazione della Repubblica di Angola (11 novembre 1975). Lo sviluppo economico della colonia non si tradusse infatti in un avanzamento economico e sociale dei nativi angolani. Il colonialismo portoghese incoraggiò, insieme all’arrivo consistente di nuovi coloni bianchi (soprattutto dopo il 1950), conflitti razziali. I dittatori portoghesi continuarono a considerare l’Angola come una provincia d’oltreoceano rigettandone così le istanze indipendentiste. Si svilupparono quindi diversi movimenti anticoloniali per l’indipendenza. Furono sostanzialmente quattro: il Movimento Popolare di Liberazione dell’Angola (MPLA), sorto fra i Mbundu, popolo bantu del nord-ovest con collegamenti con il partito comunista portoghese e con il blocco dell’Est; il Fronte Nazionale di Liberazione dell’Angola (FNLA), con una base etnica nella regione settentrionale del Bakongo e supportato dagli Stati Uniti e dal regime dittatoriale di Mobutu della Repubblica democratica del Congo da lui rinominata Zaire; l’Unione Nazionale per l’Indipendenza Totale dell’Angola (UNITA), con base etnica nella regione centrale del Paese e guidata da Jonas Malheiro Savimbi e infine il Frente para a Libertacao do Enclave de Cabinda iniziò una battaglia per l’indipendenza della regione del Cabinda, un territorio angolano separato dal resto del paese dall’allora Zaire. Dall’inizio del 1960 gli appartenenti a questi movimenti si batterono contro i colonialisti portoghesi ma restarono divisi.
- Dal 1976 al 2002: lungo periodo in cui avvenne la più lunga guerra civile dei tempi moderni che coinvolse numerosi eserciti sul territorio angolano. Il conflitto civile fu infatti, in realtà, più che una lotta intestina. L’Angola rappresentò piuttosto un intricato campo di battaglia internazionale in cui si affrontarono non solo differenti eserciti, ma a loro sostegno diverse e contrapposte ideologie e sistemi politici: dalle truppe cubane, all’appoggio statunitense e sovietico, a quello sudafricano. Nel 1976 iniziò per via aerea un massicciò invio di truppe cubane e mezzi sovietici a favore del MPLA che ebbe il controllo di buona parte del paese. Il governo MPLA fu riconosciuto dall’Organizzazione per l’Unità Africana (nata nel 1963 e sciolta nel 2002), dalle Nazioni Unite dal Portogallo e da numerosi altri stati facenti per lo più parte dello schieramento filo sovietico non allineato. Nel 1978 reparti sudafricani e dell’UNITA effettuarono un sanguinoso contrattacco. L’apertura di una nuova internalizzazione del conflitto si ebbe nel 1982 quando gli Stati Uniti iniziarono ad avere un maggior coinvolgimento nell’assistenza alle truppe dell’UNITA nel contesto della sua strategia globale di sostegno agli anti-comunisti. Alla fine del 1993 l’UNITA controllava circa il 70% dell’Angola. Nel 1995 continuarono alcuni conflitti isolati fino alla creazione di un governo di unità nazionale nell’aprile 1997 che durò però molto poco perché nel 1998 Savimbi rinnovò le ostilità proclamando che l’MPLA non aveva adempiuto a tutti i punti dell’accordo. Nel 1998 infatti i combattimenti ripersero in modo estremamente cruento e proseguirono con notevole intensità fino al 2002. Nell’aprile 2005 fu approvata una legge per lo svolgimento di elezioni politiche, fissate per il 2006 e poi rinviate al 2008.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi