L’Eritrea è abitata da tempi lontanissimi ed è una delle regioni della zona subsahariana con la storia più antica. È assai probabile addirittura che l’Eritrea fosse una delle rotte utilizzate agli albori della storia dalle popolazioni che abbandonarono l’Africa per colonizzare l’Europa.
Il nome Eritrea deriva dal latino Erythræa che a sua volta trae origine dal termine greco Erythraía (Ερυθραία). Ma l’Eritrea era nota già persino agli antichi Egizi come culla della saggezza degli uomini. Furono proprio loro a chiamarla, 4500 anni a.C., Terra dei Punt, cioè “terra degli dei”.
La sua è dunque una storia molto articolata che, in questa sede, dobbiamo necessariamente limitare a un elenco cronologico delle ere e momenti storici salienti.
Lo scopo quello di che offrire un panorama storico generale e spunti preziosi per approfondimenti su pubblicazioni storico/scientifiche esaustive.
Preistoria
- 1,8 milioni di anni fa-800.000 a.C.: prime tracce di presenza umana. Ritrovamento nella Dancalia eritrea di un cranio ben conservato di un ominide di età compresa tra 1,8 e 1 milione di anni (Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze nelle campagne di scavo 1995-96 e 97). Ulteriore scoperta, nel sito di Aalad-Amo, in Eritrea orientale, di resti fossili di insediamenti che 800.000 anni fa furono attraversati da alcuni Homo erectus 016 (Paleoantropologi della Sapienza Università di Roma, 2016). E’ quest’ultima una testimonianza cruciale per ricostruire l’anatomia del piede e il tipo di deambulazione di questa specie, che costituisce una tappa fondamentale dell’evoluzione umana.
- 7000-5000 a.C.: migrazioni nilotiche e prime pitture murali del Sahel e dell’Akele Guzai (Altopiano dell’Eritrea talvolta citato anche come Cobessà, Chebessà). La provincia è ora per la maggior parte compresa nelle regioni del Mar Rosso Meridionale e del Debub situato nel sud del Paese.
Storia antica
- 2.500-1500 a.C.: popolazioni dell’Arabia si insediarono in questa zona dell’Africa e gli Egizi della Prima e della Seconda dinastia compirono spedizioni commerciali sulle coste eritree.
- 1000 – 900 a.C.: Sugli altopiani, presso la foce del fiume Anseba, ritrovamento di un importante sito archeologico risalente al IX secolo a.C., in grado di testimoniare la presenza di un insediamento agricolo e urbano che aveva relazioni commerciali sia con i Sabei (antico popolo della penisola Arabica) al di là del Mar Rosso, sia con le civiltà della Valle del Nilo, seguendo le piste carovaniere lungo il corso del fiume Anseba. Intorno a questo periodo diverse città di chiara provenienza sabea vennero edificate lungo la costa centrale. Una di queste aveva come nome Saba, e molte di esse vennero sicuramente costruite su insediamenti preesistenti.
- 800 a.C.: fondazione nell’Etiopia settentrionale e in Eritrea di un regno noto come D’mt (pronuncia Damat) con capitale a Yeha nell’Etiopia settentrionale. Questo regno ebbe relazioni commerciali con i Sabei che popolavano la zona dell’attuale Yemen al di là del Mar Rosso.
- IV sec a.C.-II sec d.C.: inizia il Periodo proto-axumita e il successivo Regno axumita che raggiunge l’apice della sua potenza e ricchezza verso il I sec. d.C. Fu coniata una propria moneta nel III sec d.C. e durante il secolo successivo avvenne la conversione al Cristianesimo.
- VI-VII sec: avvento dell’Islam e decadenza del regno di Axum. Nel VII sec. l’Islam possedeva già gli approdi delle isole Dahlak.
Medioevo
- VIII-IX sec.: arrivo dei Beja, popolazioni originarie del Sudan da cui discendono gli attuali Hedareb (o Beni Hamer), guerrieri, abitanti di zone selvagge e rinomati cammellieri. Nonostante però i Beja si imponessero come popolo dominante, essi non riuscirono a imporre la loro cultura ed il loro linguaggio alle popolazioni eritree, anzi dovettero adottare il linguaggio autoctono Ge’ez, ossia una lingua semitica quasi estinta che si evolse nel tempo nella lingua tigrina, attualmente parlata lungo le coste settentrionali dell’Eritrea e nel nord dell’Etiopia.
Ottomani, Cristiani ed Egizi
- XV- XVI sec.: l’Eritrea settentrionale e la zona costiera finirono sotto il totale controllo ottomano dalla sua sede nel porto di Massaua (regione del Mar Rosso settentrionale). Nello stesso periodo l’altopiano centrale divenne la sede di un regno cristiano chiamato Midre Bahri o Midre Bahr che significa terra marina in linguaggio tigrino. Questo regno cristiano era governato dal Bahr negus (che significa re del mare) e venne in seguito assimilato ai regni abissini del sud. Il potere del sovrano Bahr negus andò però affievolendosi con il tempo per venire quindi soppiantato da un regime repubblicano noto con il nome di Amasien, nome di una provincia che comprendeva Asmara e dintorni. Il Governo, in questo caso, era basato sul potere dei proprietari terrieri delle alture centrali che amministravano la regione tramite consigli di anziani, mentre tutti gli uomini abili alle armi prestavano servizio in un esercito militare permanente. Le coste meridionali eritree erano invece popolate dalle etnie islamiche degli Afar (gruppo etnico del Corno d’Africa che risiede principalmente in Dancalia) e dei Saho (gruppo etnico che vive prevalentemente nella zona del Mar Rosso).
- 1577: data importante perché segna l’inizio delle invasioni ottomane guidate da Solimano il Magnifico che aveva conquistato l’Egitto, occupato lo Yemen e si era spinto verso le coste occidentali del Mar Rosso. In Eritrea conquistò Massava e la zona sud e sud-est. I turchi rimasero in Eritrea per circa tre secoli.
- 1846-1885: ai Turchi succedettero dunque gli Egiziani grazie all’interesse internazionale suscitato dalle coste eritree con l’apertura del Canale di Suez.
Epoca coloniale, gli Italiani
- 1869: arrivo degli Italiani in Eritrea con la compagnia di navigazione Rubattino e l’acquisto della Baia di Assab dai signori locali. Con l’apertura del Canale di Suez, anche l’Italia, come tutte le potenze coloniali dell’epoca, cominciò a pianificare la conquista di una regione costiera dall’alto valore strategico, che sarebbe diventata a breve la rotta commerciale navale più utilizzata al mondo. La colonizzazione propriamente detta dell’Eritrea iniziò nel 1885 da Massaua con la spedizione di un gruppo di bersaglieri comandati dal colonnello Tancredi Saletta. L’Eritrea fu la prima colonia italiana che durò fino al 1941. Fu così denominata grazie a una Legge del Governo Italiano, capeggiato da Francesco Crispi, il 1 gennaio 1890. Si trattava più precisamente del Decreto Regio n. 6592 che diede ai territori conquistati il nome appunto “Eritrea” (che richiamava il nome in greco antico del Mar Rosso su cui si affacciava, in sostituzione del precedente “Nuova Etiopia”) su suggerimento dello scrittore Carlo Dossi, collaboratore di Crispi e primo ministro nella nuova colonia.
Dal protettorato britannico a un trentennio di conflitti
- Durante la Seconda Guerra Mondiale l’Eritrea, con la sconfitta degli Italiani in Africa, divenne protettorato britannico. Alla fine del conflitto, le Nazioni Unite, con lo scopo di comprendere le aspettative del popolo eritreo, promossero un referendum al quale poterono però partecipare solo gli anziani di sesso maschile (shimagile). Notevoli furono le pressioni sulle grandi potenze mondiali sia da parte di chi optava per l’indipendenza dell’Eritrea, sia da parte di chi voleva l’annessione all’Etiopia. Alla fine venne raggiunto un compromesso grazie al quale l’originaria colonia italiana d’Eritrea veniva federata all’Etiopia. All’interno della federazione l’Eritrea avrebbe posseduto un proprio parlamento e una amministrazione autonoma. Tuttavia l’Imperatore etiope eliminò ogni istituzione legata alla neonata federazione e sciogliendo il parlamento, e nel 1961 dichiarò l’Eritrea la XIV provincia dell’Etiopia. Ciò portò come conseguenza un lungo trentennio di conflitti durante la lotta eritrea per l’indipendenza che ebbe termine solo nel 1991. Nel 1970 nacque il Fronte di Liberazione Eritreo (ELF) che raccoglieva i movimenti indipendentisti e scacciò l’esercito etiope dal di fuori dei confini eritrei proprio nel 1991. Due anni dopo venne indetto il referendum e il 99% degli eritrei votò per l’indipendenza che venne dichiarata ufficialmente il 24 maggio 1993. Nel 1998 si svolse un’altra guerra di confine, Guerra di Badme, che durò due anni con un negoziato con l’Etiopia noto come gli Accordi di Algeri, anche se il trattato di pace venne firmato dalle due nazioni solo nel 2018, vent’anni dopo il termine delle operazioni militari.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi