La Tanzania ha una popolazione di 45 milioni di abitanti (dati 2021, Istituto Geografico De Agostini, Novara) distribuita su un territorio della superficie di 947.300 kmq e con una densità di 61 abitanti per kmq.
La capitale è Dodoma con circa 446 mila abitanti.
Il sistema politico della Repubblica Unita della Tanzania è basato sul modello della repubblica parlamentare. Il presidente della Tanzania, John Magufuli, morto il 17 marzo 2021 è stato sostituito dalla vicepresidente, Samia Suluhu Hassan. In Tanzania il presidente è contemporaneamente capo dello stato, capo dell’esecutivo e comandante in capo delle forze armate.
La popolazione si divide in numerosissime etnie, più di 120.
- La principale è quella dei Sukuma che costituisce circa il 13% della popolazione totale. Sukuma significa letteralmente “gente del nord”. Si tratta di un gruppo etno-linguistico bantu, ossia un vasto gruppo etto-linguistico che comprende oltre 400 etnie dell’Africa subsahariana. Questa famiglia di etnie, pur largamente diversificata, condivide sia tratti linguistici che culturali. La regione d’origine dei Sukuma, denominata Usukuma, è l’area a sudest del Lago Vittoria nella parte della Tanzania più settentrionale e più vicina all’equatore. Il capoluogo di questa area territoriale è Mwanza, il più importante porto tanzaniano sul Lago Vittoria, dal quel transita un fiorente commercio con l’Uganda e il Kenya. Il territorio è caratterizzato da piantagioni di cotone, tè e caffè che vengono esportati appunto attraverso il porto di Mwanza.
- La seconda etnia della Tanzania, dal punto di vista numerico (più di un milione), è quella dei Nyamwezi. Anche questo è un gruppo etnico bantu che occupa però la parte nordoccidentale del paese, fra i laghi Vittoria e Rukwa. Il nome “Nyamwesi” ha origine swahili, lingua diffusa in gran parte dell’Africa orientale, centrale e meridionale, attualmente parlata da 71,4 milioni di persone. In swahili Nyamwezi significa “popolo della Luna” perché si tratta di una popolazione proveniente da Ovest, da dove si osserva appunto la luna nuova. Tradizionalmente allevatori e pescatori, ma anche affermati commercianti già in epoca precoloniale. In anni recenti la cultura Nyamwezi ha subito influenze sia arabe, sia cristiane.
- I chagga vivono alle pendici meridionali del Kilimangiaro. Coltivano caffè e banane e hanno sviluppato la tecnica del terrazzamento e hanno imparato a canalizzare l’acqua piovana. Molti di loro ora si dedicano anche al turismo in qualità di accompagnatori e interpreti.
- Gli swahili abitano la costa dell’Africa orientale e Zanzibar. Prevalentemente urbanizzati e di fede musulmana, sono apprezzati costruttori di navi e navigatori. Nota è anche la loro creatività orafa che si percepisce visitando Zanzibar e osservando i suoi magnifici numerosi portoni intagliati presente sull’isola.
- I makonde vivono nelle regioni meridionali. Hanno conservato una forte identità etnica e sono abili scultori. Famose sono infatti le loro sculture in ebano. Sono inoltre coltivatori di sorgo e mais.
- Gli zaramo li troviamo vicino a Dar er Salaam e nelle regioni centrali della Tanzania. Anche loro sono scultori (in particolare di piccole figure femminili chiamate mwana hiti, letteralmente bambino di legno) e coltivatori di frutta, riso, noci, miglio, granoturco e Sial, un’agave da cui si ricava una fibra per realizzare delle corde. Allevano anche ovini e caprini.
- I masai e altri gruppi minori (Iuo, Datoga, Arusha, Samburu) che costituiscono nel complesso circa il 5% della popolazione tanzaniana, sono di origine nilotica (etimologicamente, il termine deriva dalla Valle del Nilo, in particolare l’Alto Nilo ed i suoi affluenti, dove vive la maggior parte dei sudanesi nilo-sahariani. Sono popoli africani che si erano stabiliti appunto lungo l’alta valle del Nilo, nella parte meridionale del Sudan odierno). Si tratta di etnie che conservano la propria economia e tradizione basate su migrazione stagionale e allevamento di bovini. I capi di bestiame costituiscono per i Masai la loro ricchezza e sono una vera e propria moneta di scambio. Numerose sono le problematiche, estremamente complesse e articolate, che riguardano il loro rapporto con territori su cui gravitano che sono anche parchi nazionali.
- Gli hadzabe sono una popolazione molto esigua (circa un migliaio di persone) e molto antica. Non esistono documenti scritti circa la loro origine ma si stima (grazie a indagini genetiche) che risalga a più di 100mila anni fa. Vivono principalmente nel sud-ovest del distretto di Karatu nella regione di Arusha, intorno al lago Eyasi nella Rift Valley centrale e nel vicino altopiano del Serengeti. Cacciatori e raccoglitori, costituiscono ancora una prova evidente di come fosse la vita prima dell’introduzione dell’agricoltura (10mila anni fa). Conservano una lingua autonoma, una lingua cosiddetta “clic” per il suo suono. Si tratta di una lingua connessa al phylum Khoisan (il termine con cui si designano collettivamente i due gruppi etnici principali dell’Africa meridionale, i Khoi e i san) ma che differisce dalle altre lingue dell’Africa australe. Seppur con qualche contaminazione di swahili, e non geneticamente imparentati in maniera stretta con nessun altro popolo, gli Hadzabe sono discendenti della popolazione aborigena di cacciatori-raccoglitori dell’espansione pre-Bantu della Tanzania.
Lingue
- La lingua ufficiale è lo swahili, lingua bantu, diffusa in gran parte dell’Africa orientale, centrale e meridionale.
- La seconda lingua è l’inglese.
- Essendo la Tanzania una terra con numerose etnie, tantissimi sono i dialetti parlati, con varie declinazioni, partendo da due macroclassificazioeni: dialetti di derivazione nilotica o bantu. Esistono anche lingue etniche minoritarie, comprese quelle della famiglia afro-asiatica, come l’Iraqw, Gorowa, l’arabo, il Burunge e le lingue di Khoisan come Hadza e Sandawe.
Religione
Cristianesimo, Islam e culti animisti caratterizzano i credo della popolazione tanzaniana.
In particolare, circa il 50% dei tanzaniani è di religione cristiana. Le confessioni principali sono quella cattolica, luterana e anglicana, con una piccola percentuale di pentecostali e battisti.
I musulmani costituiscono circa il 40% della popolazione. Sono principalmente concentrato sulla zona costiera e nelle cittadine dell’entroterra situate vicino alle antiche vie carovaniere. Tra le correnti dell’Islam, la più numerosa è quella sunnita. Gli abitanti dell’arcipelago di Zanzibar sono qui esclusivamente sunniti.
Il resto della popolazione segue religioni animiste ancestrali incentrate sul culto degli antenati, della terra e di oggetti sacri. Sono presenti anche esigue comunità di fede hindu, sihk e ismailiti.
(testi a cura di Paola Scaccabarozzi)