La storia della Libia è antichissima ed estremamente ricca.
Dalle prime comparse di insediamenti umani durante il Neolitico all’epoca contemporanea, la Libia è stata il crocevia di numerose civiltà e tanti i periodi storici che ne riassumono l’importanza strategica: periodo egizio, greco-fenicio, romano. Per seguire poi alle incursioni dei Vandali, alle conquista bizantina, araba, al dominio ottomano, fino alla colonizzazione italiana, all’indigenza, al regime di Gheddafi e all’attualità. Non basterebbe una vita intera di ricerche e pubblicazioni scientifiche, a rendere completo ed esaustivo l’argomento, che ancora merita di essere studiato a fondo nella sua totalità.
In questa sede, ci dobbiamo necessariamente limitare a un elenco cronologico delle ere e momenti storici salienti, che possa offrire spunti preziosi al lettore, per approfondimenti su pubblicazioni storico/scientifiche esaustive.
Preistoria
- Libia era abitata sin dal periodo neolitico (dall’8000 a.C. al 3500 a.C. circa) da popolazioni indigene, antenate dei berberi odierni. Si trattava di gruppi dediti all’elevamento dei bovini e alla coltivazione di cereali.
Periodo egizio
- Il nome Libi compare già nell’antico Egitto in riferimento a una delle principali tribù berbere stanziate a ovest della valle del Nilo, ossia nell’attuale Libia. Questi clan sono noti agli egizi perché tributari dei faraoni durante l’Antico Regno (2700-2200 a.C.) e il Medio Regno (2040-1780 a.C).
- Durante il Nuovo Regno (1530-1080 a.C.) le tribù libiche alternarono periodi di contrasto con i vicini egiziani e di sottomissione. I libici in questa fase storica “vengono utilizzati” dagli egiziani come mercenari dell’esercito e personale amministrativo.
- Nel 945 a.C. un uomo di origine libica, Hedjkheperra-setepenra, discendente dalla tribù dei Mashuash, si proclamò Faraone a Bubasti, ossia la capitale del 18º distretto del Basso Egitto. Questo faraone che si soprannominò Sheshonq, fondò la XXII e la XXIII dinastia, dette dinastie libiche, che si spartirono il potere in Egitto, tra il 945 a.C e il 717 a.C. Tutte queste dinastie vennero poi spazzate via dall’avvento della Dinastia Nubiana che imperò tra il 780 e il 656 a.C., la quale però, a dispetto del nome, era in realtà formata da discendenti libici di Herihor.
Periodo greco-fenicio
- Tra l’XI e il VII a.C.: i Fenici colonizzarono le coste del Mediterraneo Occidentale e fondarono gli insediamenti di Lepstis, Oea e Sabrata.
- Nel VII secolo a.C. iniziò la penetrazione greca in Cirenaica, a est dell’Africa cartaginese. Greci e Cartaginesi si contendevano infatti il controllo del Mediterraneo ed ebbero occasioni di contrasto anche in Africa.
- Nel corso del IV secolo a.C.: crebbe nella Cirenaica l’influenza greca. Nel 332-331, infatti, Alessandro Magno conquistava l’Egitto, sottomettendo anche la confederazione di città greche sorte ad occidente dei suoi confini.
- Nel corso del III secolo a.C., frantumatosi l’impero alessandrino, la Cirenaica entrò nell’orbita dell’Egitto ellenistico dei Tolomei che vi fondarono anche la nuova città di Tolemaide, antico centro della Cirenaica che sorgeva presso l’attuale città araba di Tolmeita.
Periodo romano
- Nel 156 a.C. con la conquista di Cartagine da parte dei Romani (che la distrussero), la Libia nord-occidentale entrò a far parte del dominio romano. Si arrivò quindi alla costituzione della provincia della Tripolitania con Lepstis Magna come capoluogo e importante porto commerciale.
- Successivamente e ciò nel I sec. A.C, anche la Cirenaica divenne provincia romana, governata da un legato di rango pretorio affiancato da un questore.
- Nel I sec. d.C., con la riorganizzazione amministrativa e provinciale di Ottaviano Augusto e anche in seguito alle modifiche dei confini territoriali apportati dall’imperatore Tiberio, la Tripolitania entrò a far parte della provincia senatoria con il nome di Africa Proconsolare (Africa Proconsularis), che comprende appunto i territori occidentali della Libia, quelli occupati oggi dalla Tunisia (ad esclusione della parte desertica) e la costa orientale dell’Algeria. La Cirenaica rimarrà una regione a sé stante, e verrà aggregata all’isola di Creta come provincia di Creta e Cirene. In seguito Leptis Magna divenne una delle più grandiose e importanti città di tutto il Nordafrica e punto di snodo anche per i commerci provenienti dall’Africa subsahariana. A Leptis nacque l’imperatore Settimio Severo. Altra città importantissima, anch’essa come Leptis fondata dai Fenici, è Sabratha, a circa 70 km a ovest di Tripoli e a circa 100 km dal confine con la Tunisia. I siti archeologici delle città romane di Leptis Magna e di Sabratha e quelli ellenici e romani della città di Cirene, sono siti UNESCO, patrimonio dell’Umanità.
- Durante la progressiva spartizione e decadenza dell’Impero Romano e alla morte di Teodosio I nel 395, la Libia romana risultava in forte declino e Cirene, anche in seguito al terremoto, venne abbandonata.
Dai Vandali ai Bizantini fino agli Arabi e agli Ottomani
- Nella seconda metà del V secolo la Tripolitania venne conquistata dai Vandali che distrussero la città di Tolemaide. Il loro dominio sopravvisse per un mezzo secolo. Successivamente caddero in declino, abbandonando la maggior parte dell’interno ai Mauri e ad altre tribù del deserto.
- Nel 533 l’imperatore bizantino Giustiniano, nell’ottica di allargare i suoi domini, invia in Libia un esercito guidato dal generale Belisario. Le province nordafricane, insieme ai possedimenti romani in Spagna, vennero così riunite nell’Esarcato d’Africa dall’imperatore Maurizio. L’Esarcato godette di una certa prosperità fino a quando dovette fronteggiare l’invasione araba dopo il 640 con la conquista inizialmente della Cirenaica e, successivamente, con la presa d’assalto di Tripoli e il saccheggio di Sabratha e Leptis Magna.
- Nel 698 un esercito musulmano proveniente dall’Egitto saccheggiò Cartagine e conquistò l’Esarcato, ponendo così fine al dominio cristiano e romano sul Nordafrica.
- Alla conquista araba si opposero con fermezza solo le tribù berbere e, solo nel 703-704 dopo la sconfitta inflitta da Hassan ibn AnNuman, primo emiro aghlabide, ossia appartenente alla prima dinastia musulmana autonoma all’interno del califfato abbazie, la regione fu completamente sottomessa. Non mancarono comunque rivolte e insurrezioni e, dopo quasi un secolo di amministrazione aghlabide, gli Aghlabidi furono combattuti e sconfitti dal nascente movimento fatimide, cioè la dinastia sciita ismailita più importante di tutta la storia dell’Islam. L’attuale Libia entrò così nell’orbita di questa nuova realtà califfale.
- La dominazione fatimide durò fino al 1135-1153 quando i Normanni, approfittando dell’occasione offerta dalla Seconda Crociata (che teneva impegnate le forze Fatimidi sul fronte palestinese), conquistarono l’intera costa libica, compresa tra Tripoli e Capo Bon, attualmente in Tunisia, proteso verso l’isola di Pantelleria.
- I Normanni vennero presto cacciati dagli Almohadi, dinastia berbera di fede musulmana che nel 1163 conquistarono l’intera Libia.
- Con l’entrata in crisi dell’impero almohade nella prima metà del XIII secolo il governo dell’area libica fu progressivamente affidato ai governatori tunisini, che dal 1318 costituirono un vero e proprio regno autonomo, che sopravvisse sino alla metà del XV secolo.
- Nel 1510 gli spagnoli che già avevano conquistato la Sicilia, invasero la Libia. Tripoli venne conquistata ed assegnata assieme all’isola di Malta aiCavalieri di San Giovanni.
- Nel 1517, però, la Cirenaica venne conquistata dall’Impero Ottomano che successivamente si estese alla Tripolitania con la caduta finale di Tripoli nel 1551.
- Nel 1711 un ufficiale dell’esercito turco si rivoltò al sultano e divenne sovrano della Libia, fondando la dinastia Karamanli, che regnò per i successivi 124 anni.
- Nel 1835 il Sultano ottomano rimosse i Karamanli dall’incarico di suoi rappresentanti, ristabilendo il proprio dominio diretto sulla Libia.
Colonizzazione italiana
- All’invio del Novecento, le nascenti aspirazioni coloniali italiane trovarono uno sfogo in Libia. L’Italia cercò un pretesto per scatenare la guerra contro la Turchia, dato che la Libia era allora colonia dell’Impero Ottomano, e occupare un paese dove aveva già forti interessi economici e commerciali. Il 29 settembre 1911 i soldati italiani sbarcano a Tripoli, l’Italia dichiarò guerra alla Turchia per il possesso della Tripolitania e della Cirenaica. La guerra in Libia durò oltre un anno. Le città lungo la costa furono facilmente conquistate, mentre i villaggi arabi interni, sotto la protezione dei turchi furono più difficili. Così, per costringere la Turchia alla resa, gli italiani conquistarono Rodi e le isole del Dodecanneso. Il 18 ottobre 1912 i turchi firmano la pace e riconoscono all’Italia la sovranità sulla Libia, su Rodi e le altre isole del Dodecaneso. L’opposizione accusò il governo e Giolitti di aver scelto l’obbiettivo sbagliato perché considerava la Libia un mercato non significativo.
- Già subito dopo la conquista della costa, l’esercito italiano si scontrò con la guerriglia nel Fezzan e per vent’anni dovette combattere la resistenza organizzata dai Senussi (una confraternita musulmana). Questo periodo di lotta tra italiani e libici per il possesso della Libia è passato alla storia come “Riconquista”. Nel complesso i diversi conflitti italo-libici e l’occupazione italiana costarono la vita a un ottavo della popolazione libica (circa centomila cittadini libici). Nel 1930 furono eseguite diverse deportazioni delle tribù che abitavano il Gebel cirenaico e la chiusura delle zawiya, cioè i centri di raduno mistici senussiti che erano soprattutto centri politici ed economici.
- Nel 1934, con l’unione della Tripolitania e della Cirenaica venne proclamato la nascita della Libia italiana. E nel corso degli anni Trenta, sotto l’impulso del fascismo, il controllo totale del territorio libico consentì un grande afflusso e insediamento di coloni provenienti in particolare dal sud Italia e dal Veneto. Nel 1939 gli italiani erano il 13% della popolazione.
- L’immigrazione italiana cessò quasi del tutto nel 1940, con l’ingresso dell’Italia nella seconda Guerra Mondiale e si concluse nel gennaio 1943, quando la Libia venne occupata dalle truppe degli Alleati. Molti italiani rimasero comunque in Libia.
L’indipendenza della Libia
- Con il Trattato di Pace di Parigi del 1947 l’Italia dovette lasciare libere dalla sua occupazione coloniale tutte le sue colonie, compresa la Libia. Vi fu comunque nel 1946 un vano tentativo di mantenere la Tripolitania come colonia italiana assegnando la Cirenaica alla Gran Bretagna ed il Fezzan alla Francia. Fino al 1951 la Gran Bretagna amministrerà Tripolitania e Cirenaica, e la Francia il Fezzan, mentre la Striscia di Aozou, zona desertica verso il Ciad, ottenuta da Mussolini nel 1935, venne riconsegnata alla colonia francese del Ciad.
- Il 24 dicembre 1951 la Libia dichiarò l’indipendenza come Regno Unito di Libia, monarchia ereditaria e costituzionale (parlamentare) sotto re Idris I, già Califfo di Cirenaica e Tripolitania, capo dei musulmani Senussi, e rappresentante della Libia ai negoziati delle Nazioni Unite. il nuovo Stato aveva un governo federale con i tre Stati della Cirenaica, Tripolitania e Fezzan autonomi. Il regno aveva anche due città-capitale, Tripoli e Bengasi.
- Nel 1953 la Libia entrò nella Lega Araba.
Il Regime del Colonnello Gheddafi
- Il 1º settembre 1969 un colpo di Stato contro re Idris, considerato troppo servile nei confronti degli Stati Uniti e della Francia, portò al rovesciamento della monarchia e all’instaurazione di un governo “provvisorio” presieduto da Mu’ammar Gheddafi. Senza ricoprire una costante carica ufficiale (fu primo mostro ad interim dal 16 gennaio 1970 al 16 luglio 1972), ma fregiandosi del titolo onorifico di “Guida e Comandante della Rivoluzione della Repubblica Araba di Libia, Gheddafi fu, per i successivi quarantadue anni, la massima autorità della Libia. Il governo di Gheddafi nazionalizzò tutte le imprese di estrazione petrolifera e le grandi imprese in genere, compresi tutti possedimenti italiani in Libia. Gheddafi chiuse inoltre le basi militari statunitensi e britanniche.
- Con Gheddafi vi fu l’adozione di misure sempre più restrittive nei confronti dei circa 35.000 datalo-libici che ancora vivevano nella ex colonia, culminate col decreto di confisca del 21 luglio 1970 emanato per “restituire al popolo libico le ricchezze dei suoi figli e dei suoi avi usurpate dagli oppressori”. Gli italiani furono privati di ogni loro bene, compresi i contributi assistenziali versati all’INPS e da questo trasferiti in base all’accordo del 1957 all’istituto libico corrispondente, e furono sottoposti a progressive restrizioni finché furono costretti a lasciare il Paese entro il 15 ottobre del 1970. Dal 1970 al 2008, ogni 7 ottobre, in Libia si celebrò il “Giorno della Vendetta”, in ricordo del sequestro di tutti i beni e dell’espulsione di 20.000 coloni italiani.
- Negli anni Ottanta avvenne un’ulteriore radicalizzazione nelle scelte di politica internazionale, già pro OLP contro Israele. La sua ideologia anti-israeliana e anti-statunitense lo portò a sostenere gruppi terroristi, tra cui l’ IRA irlandese e il Settembre Nero palestinese. Fu anche accusato dall’intelligence statunitense, di aver organizzato degli attentati in Sicilia, Scozia e Francia, ma egli si dichiarò sempre innocente.
- Gli USA, sotto la presidenza di Ronald Reagan (1981-1988), tentarono di rovesciare la Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista, guadagnando il sostegno della Gran Bretagna. Gheddafi fu progressivamente emarginato dalla NATO. Il 15 aprile 1986 Gheddafi fu attaccato militarmente per volere del presidente statunitense Ronald Reagan.
- Il 21 dicembre del 1988 esplose un aereo passeggeri sopra la cittadina scozzese di Lockerbie che causò la morte delle 259 persone a bordo oltre a 11 cittadini di Lockerbie. L’ONU attribuì alla Libia la responsabilità di questo attentato e chiese al governo di Tripoli l’arresto di due suoi cittadini accusati di essere direttamente coinvolti. Gheddafi rifiutò, così le Nazioni Unite sancirono un durissimo embargo economico contro la Libia durato fino al 1999 quando Tripoli consegnò i sospettati di Lockerbie (Abdelbaset ali Mohamed al-Megrahi fu condannato all’ergastolo nel gennaio 2001 da una corte scozzese, mentre Al Amin Khalifa Fhimah fu assolto).
- Nel 1990 Gheddafi cambiò strategie per quanto concerne la politica estera, condannando l’invasione dell’Iraq in Kuwai. Sostenne poi le trattative di pace nel Corno d’Africa tra Etiopia ed Eritrea.
- Dal 1999, la Libia si oppose ad al-Qa’ida. Il 15 maggio 2006 gli Stati Uniti rilasciarono le relazioni diplomatiche interrotte 25 anni prima.
- Nei primi anni Duemila il presidente americano George W. Bush decise di togliere la Libia dalla lista degli “Stati Canaglia”, portando al ristabilimento di pieni rapporti diplomatici tra Libia e Stati Uniti.
- Il 30 agosto 2008 Gheddafi e Berlusconi firmarono un Trattato di Amicizia e Cooperazione, nella città di Bengasi. Il trattato di Bengasi prevedeva un pagamento da parte dell’Italia di 5 miliardi di dollari alla Libia come compensazione per l’occupazione militare. In cambio, la Libia avrebbe favorire gli investimenti delle aziende italiane e prendere misure per combattere l’immigrazione clandestina dalle sue coste. Dal febbraio 2009 al gennaio 2010, Gheddafi fu presidente dell’Unione Africana e prese parte al G8 dell’Aquila del luglio 2009.
- Nel 2011, in pieno conflitto tra tra le forze di Gheddafi e i ribelli che puntavano alla caduta del regime in favore di una repubblica democratica, Mu’ammar Gheddafi venne ucciso la mattina di giovedì 20 ottobre 2011 nei dintorni di Sirte dai guerriglieri della rivoluzione.
- Il Paese è stato quindi sotto l’amministrazione del Consiglio Nazionale di transizione, organo di governo ad interim che ha portato alle elezioni del luglio 2012 il cui esito è stato una Camera dei Rappresentanti. Le divisioni interne sono scaturite però in una nuova guerra civile che ha diviso il Paese anche dal punto di vista istituzionale. Da una parte le milizie estremiste (vicino al partito “Giustizia e Ricostruzione” e ai Fratelli musulmani; dall’altra le forze nazionaliste di Zintan (città del nord-ovest della Libia)we di altri gruppi armati dove si è imposta l’autorità del generale Khalifa Haftar (sostenuto da Russia, Emirati Arabi, Egitto e Arabia Saudita, ma indirettamente anche da alcuni paesi occidentali).
- Un accordo per andare a nuove elezioni nel dicembre 2021 è stato disatteso. Così la Camera dei Rappresentanti, a Tobruch (città situata nella parte orientale del Paese), ha eletto un nuovo capo di governo, ma il primo ministro ad-Dabaibah, a Tripoli, ha rifiutato di dimettersi, dividendo così nuovamente il Paese.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi