PREISTORIA
La storia dell’Uganda ha origini antichissime perché si tratta di una zona fondamentale per quanto concerne la storia dell’umanità.
- Il sistema di Rift Valley africane rappresenta infatti un ambiente unico per la comprensione dell’origine ed evoluzione dell’uomo nell’area compresa tra Etiopia, Kenya, Tanzania, Uganda e Zaire. La Rift Valley è infatti considerata nel suo complesso la “culla dell’umanità”.
- Per quanto concerne il periodo preistorico in Uganda nello specifico ci sono ancora “buchi” da studiare e definire in maniera più precisa. Un esempio è quello della metallurgia. Il fatto che in Uganda (e pure in Kenya) non sia stata scoperta alcuna traccia archeologica anteriore al II millennio a.C. è in contrasto con gli studi ambientali che mostrano un disboscamento delle foreste, presupposto fondamentale per l’affermarsi dell’agricoltura estensiva, possibile solo con l’utilizzo di utensili in ferro.
I REGNI PRIMA DELLA COLONIZZAZIONE
- La storia dell’Uganda, prima della colonizzazione alla fine dell’Ottocento, è però, di fatto, tutta quanta preistoria perché non esistono documenti scritti che la raccontino.
- Si sa comunque di almeno una trentina di diversi gruppi etnici, distinguibili per differenti costumi e organizzazione sociale. Molti erano e sono stati a lungo cacciatori-raccoglitori, in particolare gli Ik, noti anche come Teuso, celebri negli anni Sessanta del Novecento grazie a uno studio etnografico che li descrive come un “popolo di selvaggi” di lingua Nilo-sahariana.
- C’erano aree sotto il controllo di clan familiari particolarmente potenti, altre zone senza alcun sistema di potere e territori soggetti a un forte potere centrale, esercitato da un vero e proprio re.
- Tra i regni pre colonizzazione si possono annoverare: quello dei Buganda, composto da cinquantadue clan e delimitato a sud dal lago Vittoria, a est dal fiume Nilo Vittoria, e a nord dal lago Kyoga), originariamente vassallo del regno Bunyoro chiamato anche Bunyoro-Kitara (comprendente tutti i territori a nord del lago Alberto); quello di Toro (parte sud occidentale del Paese) e il Nkore, a est del Lago Edward, dove una minoranza dedita alla pastorizia (i Bahima) dominava una larga maggioranza di agricoltori (i Bairu).
- Il regno più longevo fu certamente quello dei Bunyoro che fu, tra l’altro, tra i più potenti dell’Africa centrale e orientale dal XIII al XIX secolo.
- Nella seconda metà del diciottesimo secolo, il regno di Buganda prese il sopravvento. Nel regno di Buganda la proprietà terriera era accentrata nelle mani del re (Kabaka) e i singoli distretti erano gestiti da capitribù i cui compiti principali erano quelli di mantenere l’ordine, amministrare la giustizia, riscuotere i tributi e suddividere i terreni per i contadini.
- A metà dell’Ottocento, mercanti arabi, con cui i Kabaka mantennero rapporti commerciali, percorrevano le terre dell’Uganda trafficando in avorio e schiavi.
- All’epoca del Kabaka, Mutesa I, al potere dal 1856, l’Uganda raggiunse il massimo splendore.
METÀ OTTOCENTO E L’ARRIVO DEGLI ESPLORATORI EUROPEI
- Fu quello il periodo dei primi contatti con esploratori europei, come l’incontro del kabaka nel 1862 con il britannico, John Hanning Speke che, insieme a James Augustus Grant (altro esploratore scozzese), risolse il mistero delle sorgenti del Nilo.
- Fu anche il periodo (1860-1870) dell’espansione dei Chedivè d’Egitto (Chedivè è un titolo riconosciuto nel 1867 dal sultano ottomano Abdul Aziz al governatore d’Egitto Isma il Pascià) che tentarono di raggiungere il nord dell’Uganda e con l’invio nel Paese di Samuel White Baker, governatore della provincia equatoriale.
- Baker tentò di annettere il regno di Bunyoro ma fu sconfitto e costretto al ritiro. Da quel momento i rapporti fra Inghilterra e Bunyoro furono diffidenti.
MISSIONARI E… ISLAM
- Nel 1877 arrivarono nel Paese i primi missionari anglicani della Church Missionary Society. Due anni dopo fu la volta dei missionari cattolici, i Padri bianchi.
- Il loro arrivo fu la conseguenza di una lettera pubblicata da Henry Morton Stanleydi Stanley, giornalista ed esploratore gallese, sul “Daily Telegraph” nel 1875. Stanley aveva segnalato la progressiva penetrazione dell’Islam in Uganda.
- La risposta europea fu l’invio dei missionari protestanti (1877) e successivamente di quelli cattolici (1879). Ciò determinò un significativo disorientamento da parte della popolazione, anche perché si era creata una sorta di competizione tra i gruppi missionari che riflettano le rivalità coloniali tra Francia e Inghilterra.
- Questa situazione determinò, paradossalmente, visto lo scopo per i cui i missionari erano partiti dall’Europa, la diffusione ulteriore dell’Islam. La ragione era la poca credibilità dei Cristiani.
EPOCA COLONIALE
- La British East Africa Company, ossia un’associazione commerciale costituita a Londra nel 1888 per sviluppare il commercio africano nelle aree controllate dall’Impero britannico, stipulò un trattato con il sovrano del Buganda nel 1891. Nel 1894, la responsabilità del Paese fu trasferita direttamente nelle mani del Governo Britannico che stabilì confini e fece dell’Uganda un protettorato, al quale furono poi annessi nel 1896 anche il Buyoro, l’Ankole e il regno del Toro. In questi anni il Paese fu diviso in distretti, amministrati da commissari molto vicini ai britannici. A loro volta i distretti erano suddivisi in contee, sotto contee, parrocchie o comuni. Venne quindi costituito un articolato sistema amministrativo. A questo sviluppo politico non seguì però uno sviluppo omogeneo. I territori del sud vennero infatti favoriti, grazie alla costruzione di numerose infrastrutture e al sostegno agricolo. Il nord invece fu sfruttato per garantire mano d’opera per le coltivazioni meridionali e soldati per l’esercito. Questo squilibrio determinò dunque numerosi flussi migratori dal nord al sud.
- Nel 1902 una parte dell’Uganda orientale fu annessa al Kenya. Lo scopo, quello di mantenere sotto il controllo di un’unica amministrazione coloniale la prima parte della linea ferroviaria che sfociava sulla costa orientale del lago Vittoria e costituiva una importante via di transito per merci e passeggeri. Il completamento della ferrovia era infatti considerato essenziale per lo sfruttamento economico dell’area dove vennero incoraggiate colture ad alto rendimento come caffè e cotone.
- L’amministrazione locale, affidata dagli inglesi prevalentemente a funzionari dell’etnia dei Buganda, determinò l’imposizione di lingua e costumi sulle altre etnie. Non mancarono quindi tensioni che portarono a una rivolta nel 1907. La divisione della popolazione annullò le radici tribali comuni e creò tensioni fra i diversi gruppi confessionali ed etnici.
- Durante la crisi internazionale della fine degli anni Venti, molti europei lasciarono volontariamente il Paese vendendo possedimenti e piantagioni a ricchi esponenti di comunità asiatiche.
VERSO L’INDIPENDENZA
- Negli anni Cinquanta iniziò un processo di democratizzazione, seppur molto complesso, che portò alla nascita di partiti politici e di un parlamento locale. Il risultato fu che il 9 ottobre del 1962 il Regno Unito concesse l’indipendenza all’Uganda, anche se il re Kataka Mutesa (dello stato del Buganda) ottenne una certa autonomia. L’equilibrio raggiunto tra il re del Buganda, primo Presidente del paese, e il suo primo ministro Miltom Obote (primo ministro dell’Uganda dal 1962 al 1966 e successivamente presidente fino al 1971) membro dell’etnia lango del nord solo quattro anni. Gli anni che seguirono a questi eventi furono quelli che resero tristemente famoso questo Paese a causa della repressione violenta e delle detenzioni arbitrarie da parte di Obote.
- Fu però lo stesso esercito che aveva aiutato Miltom Obote a spodestarlo e a conquistare il potere assoluto. Infatti, Idi Amin (che divenne poi presidente dell’Uganda dal 1971 al 1979), approfittando di una momentanea assenza di Obote nel gennaio 1971, ne preso il posto, attraverso un capo di stato. La popolazione si illuse ad un ritorno a un governo civile e democratico. Amin si rivelò invece un terribile e sanguinario dittatore. Ogni diritto civile fu infatti abolito e ogni attività politica sospesa. Nel 1972 Amid ordinò anche l’espulsione della ricca e operosa società asiatica. La conseguenza, tra le altre, fu il totale collasso dell’economia, nonostante l’aiuto, soprattutto militare, da parte di Libia e Unione Sovietica. Amid perpetuava violenze di ogni tipo, includendo la persecuzione razziale di numerosi gruppi etnici ugandesi, indiani e cristiani. L’ammontare delle vittime causate dal regime di Amin non è mai stato quantificato in maniera precisa. Una stima della “International Commission of Jurists” ha ipotizzato che esse siano non meno di 80mila, ma probabilmente vicine ai 300mila. Secondo Amnesty International, addirittura 500mila. In questo periodo, oltre agli esseri umani, furono massacrati anche grossi animali selvatici, con l’unico obiettivo di sparare, uccidere e sterminare.
- Nel 1978, nel tentativo di distogliere l’attenzione sulle enormi difficoltà interne, Amin dichiarò guerra alla Tanzania con un pretesto riguardante una vecchia disputa territoriale. Tutto ciò cumino in un enorme fallimento e nell’invavasione e saccheggio dei tanzaniani. Amin fu costretto alla fuga.
- Nel 1980, dopo alcuni mandati presidenziali di breve durata, tornò al potere Milton Obote, che aprì una stagione di vendette contro i sostenitori di Amin. Intanto venne fondato un movimento antigornativo, il NRA (Nationa Resistance Army, “Esercito di resistenza nazionale”) con base nella regione di Luwero, a nord di Kampala. Fu l’inizio di un nuovo periodo di guerriglia, a cui Obote rispose con uccisioni di massa.
- Nel gennaio 1985 Obote fu nuovamente destituito dall’ennesimo dittatore, il generale Tito Okello che inizialmente acconsentì a negoziare la pace con il NRA di Museveni. I negoziati durarono però poco e nel gennaio 1986 l’NRA prese Kampala. Le forze dell’UNLA retrocedettero, rifugiandosi in Sudan e nell’Uganda del nord, per riorganizzarsi come UPDA (Uganda People’s Democratic Army, “Esercito democratico del popolo dell’Uganda”). Nacque intanto un terzo movimento, l’HSM (Holy Spirit Mobile Force, “Forza mobile dello Spirito Santo”) di Alice Auma, conosciuta come “la strega del nord”, che affermava di avere poteri soprannaturali e una missione divina per il cui compimento sarebbe stata necessariala conquista della città di Kampala. Il suo obiettivo non andò però in porto e Auma si rifugiò in Kenya. Musuveni esercitò una fortissima repressione nei confronti dell’UPDA e dell’HSM.
- Dalla fine degli anni Ottanta, quello che è ancora l’attuale presidente dell’Uganda, ossia il già citato Yoweri Kaguta Museveni, cercò di concordare rese, accordi di pace e amnistie con diverse fazioni di guerriglieri. Permise anche il ritorno del Kababa del Baganda e la restaurazione di altri regni. Il suo governo ha anche motivato gli investitori stranieri. Uno dei suoi obiettivi è stato quello di stabilizzare le regioni di confine. Ha consentito anche il ritorno del turismo in diverse aree del Paese, a cominciare dai Monti di Virunga. Nonostante però i notevoli passi in avanti, il presidente Museveni non ha ancora concesso la possibilità che si formino liberi partiti politici per partecipare a elezioni democratiche e non ha ancora indicato il suo possibile successore.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi