Guide
Italiano
- “Camerun. Il paese dei mille villaggi”, di Stefano Nori, Ed. Polaris, 2008 (ISBN 88-6059-018-3)
- “Africa occidentale” (Mauritania, Senegal, Gambia, Guinea-Bissau, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Ghana, Burkina Faso, Benin, Nigeria, Mali, Niger, Camerun, Togo, Sao Tome e Principe), Lonely Planet, 2018 (ISBN 978-88-5924-568-1)
Spagnolo
- Camerun”, di Joan Riera, 2007, Laertes Editorial, S.L. (ISBN 978-8475845906). Joan Riera è antropologo e africanista che coniuga gli studi sulle società tradizionali del pianeta con lo sviluppo di progetti di turismo sostenibile. In questa guida che è insieme un saggio, Riera sottolinea quanto visitare il Camerun possa permetterci di conoscere i diversi aspetti dell’intero continente africano. Forse è perché il Camerun e la sua gente non sono ancora conosciuti.Con lo sguardo attento dell’antropologo, con raffinatezza e leggerezza, Joan Riera ci invita ad addentrarci nelle giungle del sud popolate da bantu e pigmei, a conoscere il nord musulmano – arido e polveroso – e scoprire le città di fango o di mattoni e i grandi parchi nazionali. Descrive anche la parte occidentale del Paese, vulcanico, folcloristica e tribale. Il Camerun è, insomma, una sintesi dell’Africa, un paese senza rivali in termini di diversità paesaggistica e culturale. In termini pratici presenta grandi vantaggi per il viaggiatore. È un territorio politicamente ed economicamente stabile, dove gli stranieri sono i benvenuti. E senza dubbio il Camerun è ancora vergine dal punto di vista turistico, caratteristica sempre più rara in tempi di globalizzazione dilagante.
Carte geografiche
- “Cameroon. International travel map. Scala 1:1480.000”, Jack Joyce, 2000, Treaty Oak ed. (ISBN 978-1895907971)
Saggi
- “Il giovane antropologo. Appunti da una capanna di fango”, di Nigel Barley , 2007, Socrates ed. (ISBN 978-8872020319). E’ un classico dell’antropologia contemporanea in cui l’autore racconta i suoi esordi professionali tra i Dowayo del Camerun settentrionale.
- “The history of Cameroon. From the Heart of Africa” di Adeoye Adekunle, 2023, Independently published (ISBN 979-8864633557) Si tratta di una narrazione avvincente che racconta la storia del Paese dalla sua antica civiltà al dominio coloniale, dalla lotta per l’indipendenza alle sfide della modernità. Esplora inoltre le origini geologiche che hanno modellato i paesaggi del Camerun, gli insediamenti preistorici che precedono la storia documentata e l’ascesa e la caduta di antiche civiltà come le culture Sao e Tikar. “La Storia del Camerun” è dunque una finestra sull’anima di una nazione, una testimonianza della sua resilienza e un invito a esplorare le sue vivaci culture e i suoi straordinari paesaggi.
Romanzi
- “I segugi di Bafut” di Gerald Durrell, 2002, Robin ed. (ISBN 978-8873710981). Si tratta del diario di viaggio dello scrittore-zoologo Durrell negli anni Cinquanta e Sessanta in Camerun. Il suo è uno divertito e umoristico sul mondo animale, popolato da rospi arroganti e scimpanzé ipocriti, scoiattoli beffardi e animali usciti da libri di mitologia, indigeni buffi ma furbissimi.
- “Per colpa di mio padre. Una donna del Camerun si racconta”di Mireille Makampè, 2002, TEA ed. (ISBN ISBN 978-8850201983). A 18 anni Mireille, ancora studentessa, si innamora di Joseph. Quando rimane incinta, i due decidono di sposarsi, ma il padre di Mireille non sente ragioni e le impone di sposare il membro del villaggio d’origine.
- “Gli alberi ne parlano ancora”, di Calixthe Beyala, 2009, Feltrinelli (ISBN 978-8807721502).L’autrice, nata a Douala nel Camerun e che ha lasciato il suo paese a diciassette anni per trasferirsi a Parigi, è considerata una delle voci più interessanti della letteratura africana francofona. Questa è la storia della rievocazione della centenaria Edena che racconta la propria vita e quella del suo popolo, gli Etoni.
- “Le impazienti”, di Djaili Amadou Amal, 2021, Solferino (ISBN 978-8828206972). L’autrice, di madre egiziana e padre fulani, è originaria del Camerun. Data in sposa a diciassette anni a un cinquantenne di buona famiglia, riesce a liberarsi del primo e poi anche del secondo marito, fuggendo a Yaoundé. Qui comincia una nuova vita lavorando, scrivendo e fondando un’associazione per l’istruzione femminile (Femmes du Sahel). Questo romanzo è ambientato in Camerun nella Regione del Nord: tre donne, tre matrimoni, un unico destino. Questo romanzo polifonico ci riporta a un universo sommerso, tribale, in cui la femminilità non ha diritti e il rapporto fra i sessi è fondato sulla prepotenza. Così Amal ci insegna a guardare con sospetto, sempre e ovunque, chi ci chiede di «pazientare» a ogni costo.
ASCOLTI
La musica in Cameron è continua ispirazione, è un’esplosione di ascolti. Pressochè impossibile scegliere. Eccone alcuni tra i moltissimi:
- “Soul Makoussa”, (1972) di Emmanuel N’Djoké Dibango noto come Manu Dibango. E’ stato un compositore, sassofonista, vibrafonista e cantante camerunese. Sviluppò uno stile fusion che fonde contaminazioni jazz, soul e funk con la musica tradizionale camerunese.
- “Alane” (2010) di Wea Madiko, canutente e musicista camerunese. Nato in un villaggio a pochi chilometri da Douala, Wes Madiko sviluppò sin da bambino l’amore per il canto formando un gruppo musicale, chiamato Kwa Kwassi. Nel 1987, incoraggiato da alcuni turisti francesi, decise di lasciare il Camerun per l’Europa, dove coi musicisti Jo Sene e Benjamin Valfroy creò un nuovo gruppo (i Fakol. Suonò in vari paesi europei e lavorò per qualche tempo in alcune scuole francesi, affiancando gli insegnanti di sostegno per avvicinare alla musica i bambini svantaggiati.
- “The Coffee Cola Song”, (2011) di Francis Bebey, Come musicista, ha creato un curioso «etno-jazz», ed è considerato uno dei padri della world music. E’ stato inoltre giornalista, artista e scrittore.
- “Na belle na modi”, (2015) di Penda Dalle. Nato in Camerun nel 1968, Penda Dalle, recentemente scomparso (2022) ha fortemente contribuito alla popolarità del makossa negli anni ’80 e ’90.
FILM
- “Chocolat”, di Cleire Denis, 1988. Nel Camerun presidiato dai francesi, la piccola France, figlia di un diplomatico spesso assente, trascorre le giornate nell’incanto del paesaggio africano insieme alla madre Aimée. L’apparente equilibrio viene spezzato dall’arrivo di ospiti bianchi…
- “Les Saignantes”, di Jean-Pierre Bekolo, 2005. Nel corso di un incontro erotico fra la protagonista Majolie e un importante politico, l’uomo ha un attacco di cuore e muore. La ragazza decide di chiamare subito l’amica Chouchou per cercare un modo di liberarsi del cadavere e cercare una via d’uscita dall’inferno di una società intrisa di politica, sesso, morte e corruzione.
- “Born this way”, di Shaun Kadlec, Deb Pullman, 2013. Un coraggioso documentario che racconta il clima di omofobia e intolleranza che vivono gay e lesbiche in Camerun.
- ““Adu’”, di Salvador Calvo, 2020. È la faticosissima e commuovente storia di un bambino di 6 anni del Camerun che migra verso Europa.
- “Il diario del pescatore”, di Enah Johnscott, 2020. E’ la storia, visibile su Netflix, di una bambina di 12 anni che vorrebbe frequentare la scuola, cosa che le viene impedita perché nel villaggio di pescatori in cui vive insegnare alle donne è considerato un tabù. La narrazione è ispirata dalla figura dell’attivista Malala Yousafzai,
- “Le spectre de Boko Haram”, di Cyrielle Raingou, 2023. La storia dei bambini del villaggio di Kolofata, un luogo all’apparenza tranquillo su cui incombe una terribile minaccia.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi