GUIDE DI VIAGGIO
Italiano
- “Tunisia”, Touring Editore, 2011, ISBN 978-88-365-5347-1
- “Tunisia del sud”, di Robo Gabr’Aoun, 2006, ISBN 88-86437-83-8
- “Tunisia. Guida di viaggio 2024”, 2024 Independently published, ISBN 979-8878742993
- “Tunisia”, Mondadori Electa, 2009, ISBN 978-8837066680
- “Tunisi la città nascosta. Una guida emozionale”, di Rosita Ferrato, Neos Edizioni, 2021, ISBN 978-8866083788
Inglese
- “Tunisia”, Bradt Pubns, 2023, ISBN 978-1784777517
- “Tunisia Travel Guide”, Independently published, 2022, ISBN 979-8436986043
- “Tunisia”, lonely planet, 2010, ISBN 978-1741790016
- “The updated Tunisia. Travel guide 2023”, Independently published ISBN 979-8397387514
- “Don’t miss Tunisia”, Independently published, 2023, ISBN 979-8861701013
Francese
- Tunisie”, Nouvelles éditions de l’Université, 2023 ISBN 978-2305084350
- “Tunisie”, Hachette Tourisme, 2021, ISBN 978-2017871149
- “Tunisie”, Nouvelles éditions de l’Université, 2023 ISBN 978-2305040134
CARTE GEOGRAFICHE
- Tunisia 1:800.000, Michelin Italiana; Bilingual edizione (Inglese, Francese), 2020, ISBN 978-2067172357
SAGGI TUNISIA
Numerosi sono i saggi sulla Tunisia. Ecco i più significativi e facilmente reperibili.
SAGGI STORIA ANTICA ARCHEOLOGIA
- “Il mondo di Cartagine”, di Res Gestae, 2023, ISBN 978-8866974635; Dall’antichità ai giorni nostri sono molte le leggende diffuse sulla mitologica città di Cartagine. Qui ne vengono ricostruite le vicende, grazie all’opera dell’archeologico francese, Gilbert Picard, basata sullo studio di fonti autorevoli e sull’analisi di reperti archeologici in grado di fornire anche le cause della sua scomparsa.
- “Cartagine. L’Impero di una città distrutta”, di Brian Herbert Warmington, Manzoni Editore, 2023; ricostruzione delle vicende storiche a cura di un professore inglese di storia antica.
SAGGI STORIA CONTEMPORANEA
- “La Tunisia contemporanea”, di Stefano M. Torelli, Il Mulino, 2015, ISBN 978-8815259349; “Primavera araba”, attacchi terroristici, elezioni democratiche, una nuova Costituzione, una coalizione di governo assicurata da un partito laico e uno islamico: la Tunisia è stata teatro e laboratorio di importanti mutamenti politici negli ultimi anni.
- “Il risveglio della democrazia”, di Leila El Houssi, Carocci Editore, ISBN 2019 9788843094561, Storia della politica di cambiamento e di modernizzazione della Tunisia anche attraverso la narrazione di una prassi repressiva, giustificata dalla lotta contro il terrorismo. Racconto della rivolta del gennaio 2011 e della messa in fuga del dittatore Ben Ali. La Tunisia oggi sta vivendo un periodo complesso di transizione democratica. Com’è noto il paese è soggetto a problemi economici che hanno impattato in particolar modo sulle giovani generazioni protagoniste della rivolta.
- “Non più a sud di Lampedusa. Italiani in Tunisia tra passato e presente”, a cura di Laura Faranda, Armando Editore, 2016, ISBN 978-8869920394; Il libro è il risultato di una ricerca di cinque anni che ha visto gli autori impegnati a ricostruire i processi di mediazione culturale e la memoria che lega l’Italia e la Tunisia.
ROMANZI
- “Salambò”, di Gustave Flubert (1862), L’Ippocampo, Edizione illustrata (illustrazioni dell’artista recò, Suzanne-Raphaële Lagneau), 2023; ambientato nella città di Cartagine durante la Rivolta dei Mercenari del III sec. A.C. È un romanzo epico, considerato uno dei capolavori di Flaubert. Questa edizione è impreziosita dalle illustrazioni di una donna artista Art déco.“Viaggio in Tunisia. Alle fonti della pittura moderna”, Paul Klee Diari 1898-1918. (Raccolti e ordinati dal figlio 1960-1995), Stampa Alternativa, 1991, ISBN 978-8872260463
- “L’italiano”, di Shukri al Mabkhout (noto accademico tunisino), Edizioni e/o, tradotto nel 2017 (disponibile in formato Kindle), Vincitore nel 2015 dell’International Prize for Arabic Fiction, il più importante premio letterario nel mondo arabo, L’Italiano racconta una storia emblematica del naufragio delle Primavere arabe. Shukri al Mabkhout è noto accademico tunisino.
- “La casa dei notabili”, Edizioni e/o, 2023; Tunisia, anni Trenta. Sullo sfondo di un paese in fermento, alla ricerca della propria identità, si intrecciano le vite e i destini dei membri di due importanti famiglie dell’alta borghesia di Tunisi.
FILM
La nascita del cinema in Tunisia risale agli anni Venti del Novecento. Il nome di riferimento è quello del regista e fotografo tunisino, Albert Shammama Shikly, che già nel 1897 aveva organizzato a Tunisi le prime proiezioni pubbliche, realizzate dagli operatori dei fratelli Lumière.
- Shammama Shikly, in qualità di regista, diresse nel 1922 il primo cortometraggio tunisino dal titolo “Zohra”, la storia di una ragazza francese naufragata e salvata da un aviatore. Storia che si interseca con le scene di vita dei beduini.
- Nel 1924, invece è la data del primo lungometraggio noto con il titolo “La fille de Carthage” che narra la tragica storia d’amore tra due giovani separati dalle convenzioni sociali.
- Al primo periodo sonoro del cinema tunisino appartengono i lungometraggi di finzione Terqui (1935) di Abdelaziz Hassine e Maǧnūn al-Qayrawān (1939, Il pazzo di Kairuan) di M.J. Creusi con il contributo di Georges Derocles.
- Gli anni Quaranta e Cinquanta saranno importantissimi per il cinema tunisino. Nel 1946 nascono gli studi cinematografici Afrique (fondati da Derocles con lo scopo di produrre documentari e cinegiornali), il Centro del cinema tunisino e i primi cineclub. E anche il periodo in cui vengono istituiti importanti organismi: la Fédération tunisienne des ciné-clubs (FTCC) nel 1950; la Cinémathèque tunisienne nel 1954; la Société anonyme tunisienne de production et d’expansion cinématographique (SATPEC) nel 1957. L’anno successivo è la data della fondazione della Fédération tunisienne du cinéma amateur (FTCA), ideata da Tahar Cheriaa, personalità fondamentale per la crescita della cinematografia tunisina e colui che ha dato vita, nel 1966, alla Journees cinematographiques de Carthage.
- Nel 1966 venne realizzato il primo lungometraggio completamente tunisino, al-Faǧr (L’alba) di Omar Khlifi, i cui protagonisti sono tre giovani che combattono e muoiono per la patria durante la guerra di liberazione. Sempre alla fine degli anni Sessanta, un altro titolo di rilievo è H̠alīfa al-aǧrās῾ (1969, Khalifa il calvo) di Hamouda Ben Halima. E’ la narrazione delle vicende di un orfano in un quartiere della vecchia Tunisi nei primi anni del Novecento.
- Gli anni Settanta sono quelli del cinema a fini politici e sociali, a cominciare nel 1972 con “Wa ġadan” di Brahim Babal, odissea di tre contadini che cercano lavoro in città. Per seguire poi con “Sejnane”, (1974) di Abdellatif Ben Ammar, film chetarla della Resistenza; “al-Sufarā᾽” (1975, Gli ambasciatori) di Nāsir Ktari, la storia di lavoratori immigrati di un quartiere parigino; “Šams al-ḍibā῾a” (1977, Il sole delle iene) di Rida Behi, film che analizza e denuncia le nefaste conseguenze della costruzione di un complesso turistico in un villaggio di pescatori
- A partire dal 1975, fondamentale è la presenza del Nouveau théâtre di Tunisi che è collettivo d’avanguardia.
- Il periodo d’oro del cinema tunisino è quello degli anni Ottanta. I temi anche in questo caso sono per lo più sociali: ribellione alle gerarchie sociali, rapporto con le tradizioni, la concione femminile. Tra i registi più significativi: Ferid Boughedir che ha realizzato documentari sulla storia del cinema africano; Nacer Khemir, con una poetica improntata al misterioso e al favolistico.
La Tunisia è stata inoltre, grazie alle sue bellezze paesaggistiche, set per numerose pellicole tra cui Star Wars (1977), ambientato nel deserto del sud nella zona di Tatouine e The Patient English (1996), ambientato in varie aree del paese.
Sempre girato in Tunisia “Un’estate a La Goulette”, del 1996 (la Goulette è una piccola città portuale nei pressi di Tunisi) del regista tunisino Ferid Boughedir. Nel 1997, sempre in Tunisia, è stato ambientato il film “La figlia di buona famiglia” del regista e sceneggiatore tunisino, Nouri Bouzid, in cui tre amiche cercano di affermarsi in una società dominata dal maschilismo.
Anche le riprese degli esterni del “Gladiatore” (2000) di Ridley Scott sono state girate in Tunisia nello splendido anfiteatro romano di El Jem.
Tra i film più vicini a noi in termini temporali:
- “Il canto delle spose”, film del 2008, della regista franco-algerina, Karin Albou. Ambientato a Tunisi nel novembre 1942, è la storia di due adolescenti, una musulmana, una ebrea. Le due conserveranno una forte solidarietà fino a quando l’occupante tedesco, spalleggiato dai francesi collaborazionisti, non inizierà un’azione di propaganda volta a mettere i musulmani contro gli ebrei.
“Un divano a Tunisi”, film del 2019 diretto e sceneggiato dalla regista franco-tunisina Manele Labidi Labbé. All’indomani della Primavera Araba, una psicanalista di trentacinquenne lascia Parigi per aprire un proprio studio alla periferia di Tunisi, dov’è cresciuta. Lo scopo, quello di risollevare il morale dei suoi connazionali dopo lo shock della rivoluzione e la caduta di Ben Ali. La realtà: lo scontro con la diffidenza locale e un’amministrazione passiva. - “Un figlio”, film del 2019 del regista tunisino, Mehdi M.Barsaoui. Durante l’estate del 201, una moderna famiglia tunisina , durante un viaggio nel sud del Paese, viene assalita da un gruppo terroristico. Questo evento rivelerà un pesante segreto di famiglia.
- “Il frutto della tarda estate”, film del 2022 diretto da Erige Sehiri. E’ stato scelto come film rappresentante la Tunisia nella categoria per il miglior film internazionale ai premi Oscar 2023. In Tunisia, donne, spesso giovani, e altre anziane, accompagnate da pochi uomini, sono impiegate nella raccolta dei fichi sotto la direzione di un supervisore ostile. Nel corso della giornata si formano relazioni, i giovani si corteggiano, altri ne approfittano per rubare o saldare conti.
VIDEO
Numerosi sono i video presenti, nessuno in particolare da segnalare, in rete su viaggi on the road, sulla situazione economica del Paese e sui migranti. Si tratta però per lo più di video legati alla cronaca, al di là di quelli prettamente turistici.
ASCOLTI
- Estremamente raffinata e interessante è la musica dei giovani tunisini Amine e Hamza M’raihi, Suonano sia composizioni classiche che originali, facendo riferimento alla musica arabo-andalusa che nelle diverse aeree del Maghreb acquisisce particolarità espressive e nomi differenti. In Tunisia e Libia si chiama maluf e le origini di questo stile vanno ricercate nell’occupazione araba della penisola iberica. I due fratelli stanno sviluppando una nuova tecnica per oud e kanoun che unisce le diverse influenze della musica orientale. Un loro famoso album si intitola, “Fertile Paradoxes” (2017).
- Mahmood, Baci dalla Tunisia, 2021 Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, che non è in realtà Tunisino. E’ nato a Milano nel 1992, da madre sarda e padre egiziano.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi