Passare nello stesso giorno dal vortice incessante di rumori, colori e odori del mercato di Djenné, agli spazi sconfinati e i silenzi ovattati del Pays Dogon, è un’esperienza che racchiude in sé tutta l’essenza del Mali.

Djenné è un concentrato unico di culture e mercanzie, perché le culture in Mali sono tante quante le etnie che vi abitano. Per gli amanti della fotografia, Djenné rappresenta una fonte inesauribile di spunti, fino a far venire le vertigini: nomadi Peuhl con il bastone e il cappello tipico vendono i loro montoni, Tuareg blu sopra i loro cammelli trasportano le barre di sale, anziani dogon offrono i loro rimedi naturali e i loro feticci, donne corpulente Bambara commerciano condimenti coloratissimi come i loro vestiti, ragazze Bozo espongono pesci essiccati, mentre carrette trainate da asini, stracariche di qualsiasi cosa, si fanno largo attraverso la folla, all’ombra dell’imponente moschea di fango più grande del mondo, che la sera lascerà invece il posto ad un altro enorme monumento, sacro agli animisti, la falesia Dogon con i suoi magici echi.