R. Democratica del Congo

Due stati, un solo nome, il Congo-Kinshasa e il Congo-Brazzaville, divisi dall’imponente fiume omonimo in condivisone, attorno al quale una stessa matrice culturale e tradizioni comuni, vennero separate geo-politicamente dagli interessi coloniali. Un immenso territorio ricoperto da uno degli ultimi polmoni verdi di natura pluviale, secondo solo all’Amazzonia.

La Repubblica Democratica del Congo, dalle molteplici denominazioni (Congo-Kinshasa o più familiarmente RDC, ex Congo belga, ex Zaire), conta ben 5 siti naturalistici inseriti nella lista del Patrimonio UNESCO, a testimoniare l’eccezionalità del suo territorio. Il paese che fu possedimento privato del Re Leopoldo II del Belgio, teatro del più spietato colonialismo dal “cuore di tenebra” di conradiana memoria, uno dei sottosuoli più ricchi di giacimenti minerari al mondo che hanno generato conflitti interminabili, è, in rivincita, uno dei paesi più sorprendenti di biodiversità e di ambienti naturalistici che lasciano senza fiato.

Foreste pluviali, savane e altipiani fertili, piane alluvionali, labirinti di mangrovie, vulcani attivi, vorticose rapide e cascate dall’energia prorompente. La sua spina dorsale, identità e vena vitale, è il fiume Congo, la vera “autostrada” di un territorio in gran parte impenetrabile. Una natura esuberante e varia, dalla quale fanno capolinea lentamente i gorilla di montagna o di pianura, gli scimpanzé e i bonobo, o i curiosi okapi, sorta di zebre-giraffe molto rare. Ma in Congo anche la ricchezza culturale è parte del suo incredibile patrimonio, con più di 400 popoli diversi, in gran parte di origine bantu e pigmea, ognuno con la propria lingua e le proprie tradizioni animiste che competono, e spesso si fondano in sincretismo, con la religione cristiana. Una destinazione avventurosa, che si tinge di potente energia sulle rapide di Livingston, dove il fiume Congo non è navigabile, si arricchisce di sottile brivido improntando la ferrovia che corre parallela, si carica di emozione pura davanti all’avvistamento di elefanti, giraffe e rinoceronti nel Parco Garamba, degli endemici bonobo, scimpanzé pigmei del Parco Salonga, e davanti alla flemma apparente degli incredibili gorilla dal dorso argenteo nel Parco Virunga; si colora di allegria esuberante nella caotica capitale Kinshasa, con la sua rumba e i suoi eccentrici Sapeur, in perenne competizione con la SAPE di Brazzaville, si offusca di decadenza nella prima cittadina coloniale di Boma, si impregna di accoglienza tra i villaggi di pescatori lungo il fiume, costruiti su isole artificiali ricavate dai gusci di enormi vongole, e infine esplode di stupore davanti alla maestosità infuocata delle eruzioni del vulcano Nyragongo, o della vertiginosa vetta del Ruwenzori.

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