La fine del mondo esiste e si trova sulle vette del massiccio dell’Hoggar in Algeria.
L’altopiano vulcanico dell’Assekrem (in lingua tamasheq “fine del mondo”), svetta con i suoi 2.800 metri, a 80 km da Tamanrasset, circondato da un paesaggio lunare dai colori metallici. E’ un Sahara inconsueto, fatto di montagne erose, colate laviche e falesie di basalto dalle forme bizzarre, opere d’arte della natura e del lavoro degli agenti atmosferici.
Una terra desolata e magica, che venne scelta da Charles de Foucauld come suo eremo nel 1911.
Il misticismo che si respira in questo angolo di mondo é innegabile. Osservando il tramonto che avvolge l’Assekrem, illumina l’Atakor e la vetta del Tahat, é facile capire perché Foucauld, questa figura estremamente carismatica, dapprima ufficiale dell’esercito francese, poi geografo, esploratore, linguista, sacerdote e meteorologo, scelse questi luoghi per costruire il proprio eremo e ritirarsi a una vita di preghiera, meditazione e penitenza.
Con un’ora di cammino si raggiunge l’eremo, abitato ancora oggi da alcuni monaci che celebrano ogni mattina la messa, eredi della memoria di Foucauld. Un’esperienza veramente unica ripercorrere i luoghi dove il sacerdote visse gli ultimi anni di vita, fino alla sua tragica morte, da martire, per mano dei ribelli touareg.
È proprio dal nome dei nobili touareg (i Kel Ahaggar), abitanti originari della regione, che con il loro bellissimo taguelmoust (turbante) sono indiscussi signori di questo angolo di Sahara, che deriva il nome Hoggar.
Questa desolata regione montagnosa, con le sue vette argentee, i suoi guelta e le preziose sorgenti nascoste a valle, è per antonomasia la terra degli «uomini blu», i touareg, popolazione nomade di origine berbera che si rifugio’ sul massiccio a ondate successive per sfuggire alle guerre tribali e le dominazioni straniere.
Oggi Tamanrasset, un tempo piccolo villaggio nomade, è crocevia di commerci della regione e capoluogo dell’Hoggar, una città a tutti gli effetti, con un aeroporto, un museo e l’interessante Marché Africain. Ma i villaggi touareg nei dintorni, conservano ancora in toto le caratteristiche di accampamenti nomadi, in cui la cultura tamasheq é estremamente viva e sentita e il culto della discendenza dalla bellissima principessa Tin Hinan, ancora molto rispettato.