Secondo patrimonio mondiale, dopo l’Italia, in quantità, qualità e conservazione di antiche rovine romane, l’Algeria svela uno dei suoi volti antichi più rappresentativi in alcuni siti, non a caso inseriti nella lista UNESCO.
Se il deserto del Sahara ci parla di antichissime civiltà millenarie che abitarono nella preistoria le verdi vallate e praterie, oggi occupate dall’immenso oceano di sabbia sahariana, la costa e il nord algerino, ci parlano delle più grandi civiltà del Mediterraneo, di popoli di mercanti e navigatori, di grandi imperi e conquiste, dell’inizio della storia.
Timgad è considerata la Pompei africana. Fondata ex novo sotto Traiano tra il I e il II secolo d.C. e successivamente ampliata, si trova oggi in un eccellente stato di conservazione. La sua planimetria originaria segue lo schema delle tipiche urbanizzazioni regolari dell’Impero romano, con due vie principali, il decumano e il cardo, e il foro, perfettamente conservati nel lastricato che presenta ancora i solchi lasciati dalle ruote dei carri, e fiancheggiati da un colonnato in stile corinzio. Spettacolare e imponente nei suoi 12 metri di altezza, l’Arco trionfale di Traiano, in arenaria e a tre volte. Tra gli edifici che si possono ancora ammirare nella loro quasi integrità sono la biblioteca, la basilica, le terme, il tempio dedicato a Giove e il grande anfiteatro che poteva accogliere fino a 3000 spettatori. Nonostante subì saccheggi e distruzioni nel corso dei secoli ad opera dei vandali, dei berberi, degli arabi, o stratificazioni in epoca cristiano-bizantina, l’antica città di Timgad conserva ancora oggi il fasto che riporta alle glorie del più grande Impero della storia.
Contemporanea a Timgad è la fondazione di Djemila, costruita sotto Nerva o sotto Traiano su un preesistente agglomerato berbero. Inserita in uno spettacolare paesaggio collinare, l’antica colonia è uno dei tesori più importanti dell’Algeria romana e raggiunse il suo massimo splendore nel III e IV secolo d.C. Importante per le sue numerose stratificazioni, documenta nei suoi edifici e nella sua planimetria l’evoluzione dell’architettura imperiale. Dal foro si possono ammirare i resti del tempio capitolino, della basilica civile e dei portici principali. Il tempio dedicato a Venere, le terme e il mercato, l’anfiteatro costruito sotto Antonino, le terme di epoca commodiana, o il secondo foro e l’arco trionfale sotto Caracalla, sono alcuni degli edifici meglio conservati della città, assieme ad alcune appendici successive di epoca cristiana (le due basiliche, il battistero, la cappella e una residenza vescovile).
Un viaggio di scoperta degli antichi tesori archeologici dell’Algeria, non può prescindere da una visita a Tipasa. Si tratta di uno dei più antichi insediamenti mediterranei che abbraccia nelle sue stratificazioni la storia di almeno cinque civiltà successive, a cavallo tra il VI secolo a.C. e il VI secolo d.C. Fenici, punici, romani, numidi e bizantini si insediarono a ondate successive in questo luogo strategico, lasciando ognuno di essi delle preziose testimonianze. Dai resti delle più grandi necropoli puniche, o delle stele della dea Tanit, alle monete cartaginesi, dai mausolei o resti di suppellettili di epoca numide fino alla grande urbanizzazione in epoca romana, sotto gli Imperatori Claudio e Adriano, Tipasa è un unicum che testimonia la continuità di culture e civiltà che si svilupparono nell’area mediterranea. Solo nel XIX secolo si effettuarono imponenti scavi archeologici che riportarono in luce i suoi antichi fasti, soprattutto di epoca romana con rifacimenti e restauri ad opera dei bizantini. Oggi si possono ammirare in un buono stato di conservazione l’area del foro, le basiliche di epoche differenti, il decumano, l’anfiteatro, il teatro, la curia, svariati templi, il ninfeo, molti resti di bellissime colonne di vari stili e sarcofagi. Alcuni mosaici e suppellettili rinvenuti, sono invece conservati nel museo archeologico di Tipasa.