La cittadina di Gitega, situata nelle pianure centrali in una zona fortemente agricola, fu il centro della monarchia del Burundi, con la sua tradizione di tamburini reali, e fulcro della successiva storia coloniale del paese.
Dirigendoci nel cuore del paese, tra verdi colline, si arriva alla cittadina di Gitega, in una zona che tra il XVI e il XVII secolo era il regno del Burundi, creato dal mwami (re) fondatore Ntare Rushatsi. Diversi siti, come quelli di Rubumba, Jurwe e Higiro, testimoniano la grandezza di questo antico regno, ma più di tutti sono i batimbo, i tamburini di Gishora, custodi della tradizione, che fanno rivivere ancora oggi gli antichi fasti. Questi erano personaggi chiave della monarchia, in quanto ne custodivano i segreti mistici e gestivano i culti tradizionali. Gli ingoma (tamburi) erano scolpiti in numero ben definito, ed ognuno aveva una funzione specifica, e poteva essere suonato solamente in circostanze e luoghi specifici. Ad esempio il Karyenda usciva dal suo santuario solamente una volta l’anno in occasione del muganuro, mentre il Rukinzo, che seguiva ovunque il re, veniva suonato ogni giorno, e il Inakigabiro suonava durante la stagione della semina.
Gitenga fu anche teatro della colonizzazione, prima tedesca (fondarono la città nel 1912 col nome di Kitega, e si possono ancora ammirare i resti delle case e del fortino) e poi belga (che la mantennero capitale del paese fino all’indipendenza).