POPOLAZIONE
Il Camerun conta una popolazione di 27.419.137 abitanti stando alla stima più recente, ossia quella del 2022. L’ultimo censimento ufficiale, che risale al 2005, contava invece dieci milioni di abitanti in meno.
La capitale del Camerun è Yaoundè.
La sua forma di Governo è la Repubblica presidenziale monocamerale.
Il grande tesoro di questo Paese è proprio costituito dal suo ricco patrimonio etnico con una varietà di circa 240 etnie caratterizzate anche dalla presenza di numerosi sottogruppi. Il panorama etnico del Camerun risulta infatti essere uno dei più vari e ricchi di popoli, culture e trazioni di tutto il continente e, se si considera il rapporto abitanti/territorio, occupa in questo senso anche una posizione di rilievo su scala mondiale.
Antropologicamente il Camerun ospita etnie bantu, semi-bantu e nilotiche (queste ultime diffuse soprattutto al nord e giunte al seguito delle grandi migrazioni sahariane e dell’islamizzazione della parte settentrionale del paese).
Dal punto di vista strettamente etnico invece le maggiori affinità tra gruppi si ottengono suddividendo le etnie in tre grandi aree geografiche:
- quelle che vivono nel centro-sud (Province del Centro, del Litorale, del Sud e dell’Est); caratterizzato dalla presenza di etnie bantu (Doula, Beti, Eton, Bassà, Bafia, Bulò,…) mentre nelle regioni delle grandi foreste dell’est e del sud-est vivo alcune comunità di pigmei (Baka)
- nell’ovest (province dell’Ovest, del Sud-Ovest e del Nord-Ovest) si trovano soprattutto le due grandi etnie Bamileke e Bamoun (cristiani i primi e a maggioranza islamica i secondi), unitamente ad altri gruppi delle regioni anglofone (Tikar, Bayangui, Santa ed altre)
- nel nord (Province dell’Adamaoua, del nord) dominano i Peul musulmani, chiamati comunemente Fulse e da varie popolazioni animiste denominate Kirdi (termine dispregiativo che significa “pagani”. Nell’estremo nord si trovano ancora gli Arab Shoua, Kotoko, Kapsiki, Massa, Mougoum, Toupuori, Koma, Mboum, Haoussa, Bayas, Moudang, Mofou e altre etnie minori.
In linea di massima i principali gruppi etnici sono: Beti-Fang (circa 20%), Bamileke e Bamoun (circa18%), Douala, Lomdous e Bassa (circa 15%), Peul, Fulse (9-10%), Tikar (circa 7,5%), Mandara (circa 6%), Maia (circa 5%), Chambas (circa 2,5%), Mbum (abbondante 1%), Haussa (1%) e altri minori con la seguente distribuzione geografica:
ETNIE PRINCIPALI
- Bamileke: gruppo etnico che nacque dalla fusione di una serie di comunità o chefferies rivali che si unirono nelle regioni collinari e degli altipiani dell’ovest per formare una rete di piccoli regni. Numerose sono le teorie che hanno tenuto di spiegare l’origine di questo importante gruppo etnico. Una di queste (la più accreditata) si basa su una presunta migrazione di popolazioni provenienti dall’Alto Egitto e che hanno attraversato il piano Tikar, l’Alto Mbam e il paese Bamun, dove alcune di queste genti sono rimaste mischiandosi con le popolazioni autoctone. Fondamentale il ruolo del capo della chefferies che è depositario di costumi ancestrali ed è insieme un personaggio sacro. Le chefferie dei Bamileke hanno diversi gradi d’importanza: 1) le chefferie Lah-Lepeù, villaggi mai dominati, né vinti e del tutto indipendenti in epoca pre-coloniale e che ancora godono di grande importanza. Queste chefferie sono generalmente considerate come superiori; 2) le chefferie Lah-Tò, piccoli villaggi he dipendono da una chefferie maggiore dalla quale sono stati sottomessi o hanno ottenuto protezione. La chefferie superiore garantisce la difesa, le relazioni esterne e i rapporti politici con gli altri villaggi.
- Bamoun: gruppo etnico che proveniva da un piccolo regno della valle di Mbam (parte centrale Camerun) e che ha dato inizio allo storico sultanato dei Bamoun, fondato nel 1394. I Bamoun sono circa due milioni di persone e la loro capitale è Foumban. È un sultanato culturalmente e politicamente influente. L’organizzazione della società Bamoun sembra a prima vista tipicamente piramidale e complessa con una molteplicità di strati di potere, anche se in realtà non lo è. Se il potere, infatti, è nelle mani del re (Mfon), esiste un sistema di autorità e gerarchie che dovrebbe far sì che tutto il popolo abbia un ruolo importante nella gestione sociale.
- Peul, Fulbe: i Peul, detti anche Fulse o Fulani, hanno abitato per secoli le savane dell’Africa Occidentale, vivendo ed occupando vaste regioni del Sahel. In origine erano pastori nomadi, ma ora molti sono contadini stanziali, anche se alcuni continuano a seguire gli animali che si spostano alla ricerca di pascoli stagionali. Vivono in capanne di erba e argilla e per loro il bestiame riveste un ruolo fondamentale. Sino alla grande islamizzazione che interessò il nord del Camerun e che deterso un cambio dell’organizzazione sociale dei Peul, questo popolo era fondamentalmente errante e anche uno dei più poveri del pianeta. All’inizio del XIX, più precisamente nel 1804, i Peul giunsero nelle terre degli Haoussa, un popolo di cavalieri. Riuscirono a sottometterli e, sotto il comando di Ousmane Fodio, i Peul conquistarono gran parte del Niger, della Nigeria, del Ciad e del Camerun del Nord, dove furono fermati solo dalla foresta equatoriale che si trova a sud dell’Adamaoua. Grazie ai cavalli poterono stabilirsi nel nord del Paese e fare di questa regione il loro regno, diviso in varie chefferie ancora esistenti. Sono generalmente alti e longilinei.
- Bororo: si tratta di un’etnia che percorre il nord del Camerun spostandosi di villaggio in villaggio comprendo grandi distanze. Sono infatti instancabili marciatori. Distinguerli in un mercato del nord non è complicato perché i Borro hanno volti e corpi coperti da scarificazioni, in particolare le donne. I loro tratti somatici sono simili a quelli delle popolazioni nilotiche e caratterizzati da un volto allungato e fine e dal corpo longilineo e slanciato. Fieri e gelosi della loro identità, i Bororo coltivano un vero e proprio culto della bellezza, tanto gli uomini quanto le donne. Indossano abiti sgargianti e portano alle braccia e al collo vistosi gioielli. Anche le loro capigliature si disgiungono da quelle degli altri gruppi etnici poiché portano quasi sempre trecce corte e fini.
- Pokoto: nell’estremo nord del Camerun vive questa etnia autoctona che conduce un’esistenza particolarmente dura, in primo luogo per la mancanza di acqua. I Pokoto, che sono poligami e animisti, hanno creato una propria organizzazione sociale sulle impervie cime che ospitano Oudjilla, un comprensivo di 25 villaggi che fa capo a un insediamento centrale. La vita del villaggio è scandita da numerosi riti ancestrali e cerimonie propiziatorie. È estremamente interessante anche la tecnica di coltivazione di granaglie in terrazzamenti nei dintorni di Oudjila. Il raccolto viene poi conservato in affusolati granai di argilla con tetto conico di paglia, sopraelevati su uno zoccolo di pietra.
- Koma: costituisce uno dei gruppi etnici denominati “kirti”, cioè pagani. Si tratta infatti di un termine coniato dai conquistatori islamici Fulbe, originariamente a carattere dispregiativo per definire le popolazioni autoctone non islamizzate che popolavano la vasta area intorno al lago Ciad. È un popolo che vive sulle colline Alantika, a confine tra Camerun e Nigeria, ed è ancora molto ancorato al proprio universo spirituale che ruota attorno agli elementi naturali. I Koma sono soliti coprirsi di un perizoma di foglie, fissato in vita, utilizzano pipe tradizionali e piante mediche selvatiche per curarsi.
- Pigmei: se è difficile stabile con esattezza da quanto tempo i pigmei vivano nella foresta; secondo gli antropologi si tratta senz’altro di polli antichissimi e tra i più antichi abitanti dell’Africa. Vivono in nove stati sud del Sahara: Burundi, Camerun, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire), Guinea Equatoriale, Gabon, Ruanda, Uganda. In Camerun si disgiungono tre grandi gruppi di pigmei ripartiti in altrettante aree geografiche: i Baka che occupano l’est del Camerun, i Bakola che vivono nel sud-ovest e i Medzam che vivono nel piano Tikar nella provincia del Centro. Queste etnie, di cui è molto difficile censire il numero, vivono per lunghi periodi dell’anno nella foresta dove praticano raccolta e caccia.
- Fang, Beti: i pool denominati Fang nella letteratura geografica ed etnografica costituiscono un vero e proprio mosaico di comunità che vivono da secoli in una vasta zona dell’Africa Centrale. Di origine Bantu, i Fan vengono chiamati anche Beti. Il gruppo del Camerun comprende varie etnie tra cui i Boulou, gli Ewondo, gli Eton, gli Omvag, i Avete, i Bebil, i Menguissa e altri. La loro attività principale è sempre stata l’agricoltura. I Fang-Beti sono anche molto noti per la lavorazione del legno, del rame e dell’ottone con riconosciuti meriti artistici.
LINGUE
- Lingue ufficiali sono il francese e l’inglese. L’inglese è parlato da circa il 20% della popolazione nelle due regioni del Nord-Ovest e del Sud-Ovest, al confine con la Nigeria. Il resto del territorio è francofono
- Numerosissime sono le lingue parlate, legate ovviamente e corrispondenti all’esistenza di altrettanti gruppi etnici. Si parlano dunque più di duecento idiomi tra cui: ewondo, fula, duala, baham, kom…
- Nei centri urbani, dove è alta la compresenza di abitanti anglofoni e francofoni, è si parla anche una nuova lingua chiamata camfranglese, un mix linguistico che, su base francese, ha innestato l’utilizzo di termini inglesi e di vocaboli tipici delle lingue locali camerunesi.
RELIGIONE
- La maggioranza della popolazione è di fede cristiana (70% circa) soprattutto nelle zone centro-meridionali del Paese.
- Ci sono cattolici e protestanti con una lieve predominanza dei primi.
- L’islam è diffuso soprattutto al nord (20% del totale), insieme all’animismo che è ancora la religione di alcuni gruppi etnici (10% circa della popolazione), soprattutto di quelli che vivono nelle aree più remote del Paese.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi