DALLA PREISTORIA ALL’OTTOCENTO
Il Camerun fu abitato già durante l’epoca preistorica, come dimostrano ritrovamenti archeologici nel nord del Paese (sito di Bidzar).
Il nome Camerun deriva dal portoghese Rios dos Camaroes che significa “fiume dei gamberi”, testimonianza dell’abbondanza dei crostacei trovati dal grande navigatore portoghese Fernando Poo nell’estuario del fiume Wouri, nei pressi di Doula il maggiore agglomerato urbano del Camerun sudoccidentale e capoluogo della regione del Littoral e del dipartimento di Wouri.
Il termine “camaroes” si è successivamente evoluto e modificato in varie lingue in relazione ai dominatori presenti nel paese.
- Precedentemente al loro arrivo, i primi abitanti erano probabilmente i pigmei che abitano attualmente nelle foreste del sud-est. L’ovest è stato invece quasi certamente la culla delle popolazioni bantu fin dal Millennio passato.
- Il primo stato conosciuto illustrato nelle rare cronache scritte giunte sino a noi è stato quello dei Kanem che si sviluppò intorno al lago Ciad a partire dal IX secolo. I Kanem divennero musulmani nell’XI secolo e raggiunsero il loro massimo splendore tra il XV secolo e il XVII secolo, imponendo la loro sovranità sulla maggior parte dell’attuale Camerun del nord.
- Le coste del Camerun furono esplorate dai primi europei nel 1471, quando il portoghese Fernando Poo raggiunse l’estuario del fiume Wuori. Gli europei che commerciavano con le popolazioni locali per procurarsi avorio, legno pregiato e soprattutto schiavi, non crearono insediamenti coloniali stabili prima del XVII secolo anche a causa della massiccia presenza di malaria che li spinse ad allontanarsi.
- Negli anni Settanta dell’Ottocento, grazie all’avvento di un farmaco antimalarico (il chinino), gli Europei, inizialmente olandesi, poi britannici e tedeschi, tornarono sulle coste del Camerun.
LA COLONIZZAZIONE TEDESCA
- Nel 1884 l’esploratore tedesco, Gustav Nachtigal, già console di Germania a Tunisi, negoziò su richiesta del cancelliere Otto von Bismarck, una serie di accordi con i regnanti Doula della costa camerunese. La Germania stabilì in questo modo un rapporto di Protettorato sull’allora Kamerun. Ciò diede vita a una colonizzazione brutale che incontrò una forte resistenza da parte delle popolazioni locali. Sconfitti dagli autoctoni nel 1891 ai piedi del monte Camerun, i tedeschi si lanciarono in una spedizione punitiva che li portò nel 1894 a occupare la parte centrale del paese e nel 1899 la regione dell’Admaoua fino a giungere al lago Ciad nel 1902. A questo punto tutto il territorio dell’attuale Camerun era controllato dai tedeschi. Nel 1911 ad esso si aggiunse una parte del Congo ceduta dalla Francia.
- Gli effetti della colonizzazione tedesca furono la creazione di numerose piantagioni di cacao, banale, caffè, tabacco, caucciù. Furono costruite anche molte infrastrutture quali ferrovie, strade e ponti. Ma al tempo stesso, gli espropri di massa delle terre, le alte tasse coloniali e la deportazione degli autoctoni ai lavori forzati, portano a una resistenza continua da parte delle popolazioni locali. Questa mancanza di sottomissione si tradusse anche in una scarsa acquisizione della lingua tedesca.
- Nel 1912, come conseguenza diretta della crisi di Agadir, determinata nel 1911 dall’opposizione tedesca al tentativo della Francia di instaurare un protettorato sul Marocco, i tedeschi riconobbero l’influenza francese sul Marocco e ottennero dai francesi il riconoscimento della loro sul Camerun.
- Durante la la Prima Guerra Mondiale gli Alleati diedero il via alla Campagna dell’Africa Occidentale.
LA COLONIZZAZIONE FRANCESE E BRITANNICA
- Le truppe francesi e quelle britanniche si congiunsero l’8 febbraio 1916 a Yaounde, costringendo i tedeschi a ripiegare temporaneamente sulla Guinea Spagnola (l’attuale Guinea Equatoriale). Si creò così un “condominio” utile ad amministrare i territori precedentemente tedeschi.
- Il trattato di Versailles del 1919 che fissò le condizioni di pace dopo la Prima Guerra Mondiale, conflerò i primi accordi franco-britannici del 1916 che divisero il Camerun in 4/5 francese e 1/5 britannico (piccolo territorio a nord). Successivamente la Società delle Nazioni affidò alla Francia e alla Gran Bretagna i mandati sui territori già occupati che cessavano di essere ufficialmente colonie.
- Ognuno dei due paesi diete la propria impronta al Camerun. Il mandato francese integrò l’economia del Camerun con quella della Francia e migliorò le infrastrutture con investimenti di capitale, combinando lavoro qualificato con lavoro forzato e agì anche sul piano sanitario intraprendendo azioni di lotta alle epidemie e malattie tropicali. I francesi imposero la loro lingua. La modesta parte del territorio del Camerun affidata di matrice anglosassone portò a uno scarso interesse da parte della Gran Bretagna alle sorti di questo paese. Il Camerun britannico era inoltre diviso in due territori ben distinti: il Northern Camerun che nel referendum per la riunificazione del 1961 decise di annettersi alla Federazione Nigeriana e il Southern Camerun che restò unito alla parte francofona del Paese.
L’INDIPENDENZA
- A partire dal 1945 si svilupparono alcuni movimenti nazionalisti. La spinta di di questi movimenti portò il Camerun a una parziale autonomia nel 1957 e a un’autonomia totale nel 1959. Dopo un referendum organizzato dall’ONU, il paese ottenne la piena indipendenza il primo gennaio 1960, assumendo il nome di Repubblica del Camerun.
- Nel febbraio 1961, a seguito del referendum svoltosi nella parte britannica, divenne Repubblica Federale del Camerun con l’annessione della parte meridionale del Camerun britannico.
- Il Camerun indipendente è stato poi contraddistinto da una forte evoluzione in senso unitario, culminata con la riforma costituzionale del 1972 che ha trasformato lo Stato federale in Repubblica Unita del Camerun.
- Il primo presidente del paese, Ahmadou Ahidjo che guidò il Camerun all’indipendenza, perseguì una politica economica basata sul liberismo, con priorità assoluta nello sfruttamento del petrolio i cui provenienti furono utilizzati per finanziare progetti di sviluppo e pagare gli agricoltori. Tuttavia numerose rimasero le rivalità tribali e lo squilibrio persistente tra il nord feudale e il sud mercantile.
- Il 4 novembre 1982, Ahmadou Ahidjo, dopo cinque mandati, decise di dimettersi, lasciando il potere nelle mani del suo successore costituzionale, Paul Biya che assistette anche a un tentativo di colpo di stato (1984).
- Una crisi economica colpì poi il Paese tra la metà degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta. Le ragioni furono: i condizionamenti economici internazionali, anni precedenti di corruzione e cattiva gestione, una grave siccità e la caduta dei prezzi del petrolio. Nel dicembre 1990 fu introdotto il multipartitismo che portò il partito del presidente Biya nelle lezioni del 1992 a vedersi abbassare considerevolmente la sua percentuale di successo (da un massimo del 99,98% al 39,90%). Gli anni novanta furono dunque particolarmente turbolenti e in questo periodo il Camerun concentrò su di sé l’attenzione del mondo intero. Nel 1998 era così in cima all’elenco di Trasparency International (un’organizzazione internazionale non governativa che si occupa della corruzione, non solo politica) dei paesi più corrotti al mondo. Ciò spinse il governo di Biya (rieletto l’anno precedente) a creare un apposito organismo anticorruzione.
- Tra il 1994 e il 2012 si registrò, inoltre, una crisi internazionale tra il Camerun e la vicina Nigeria, per il controllo della penisola di Bakassi, e in particolare dei suoi giacimenti petroliferi. Il controllo della penisola è poi tornato al Camerun.
- Dal 2017 è in corso una ribellione separatista armata interna nelle regioni anglofone del nord-ovest e del sud-ovest. Le tensioni si sono acuite dopo le elezioni presidenziali del 2018. Nel settembre 2019 il Presidente Biya ha organizzato un dialogo nazionale con l’intenzione di risolvere il conflitto tra le forze armate e i ribelli separatisti, ma i. Numerosi tentativi, attuati anche nel 2020 e 2021 sono falliti. Nei primi mesi del 2021, gruppi separatisti armati hanno perpetrato almeno 27 attacchi in 13 città.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi