Foto © I. Fornasiero
Il Ciad non è solo natura sconfinata e paesaggi desertici surreali, tra i più affascinanti del mondo, ma è anche tradizione, popoli, cultura.
Tra i confini del Ciad, del Niger e del Mali, si spostano ancora oggi le tribù nomadi dei Peulh, Bororo e Wodabee, con le loro mandrie, in cerca di pascoli fertili e ricchi di sale, sostanza indispensabile al benessere degli animali.
Ogni anno alla fine della stagione delle piogge, in settembre, dopo mesi di transumanza, i clan Bororo del Ciad fanno rientro verso la terra che gli ha dato i natali e i giovani in età di matrimonio, approfittano di questo momento di raduno, per prendere moglie. La scelta non mantiene una dimensione privata come ci si potrebbe aspettare, tantomeno “maschilista” come verrebbe da pensare in una società arcaica. Tutt’altro!
Il momento del fidanzamento diventa una vera e propria festa collettiva, chiamata Gerewol, in cui i giovani uomini inscenano una sorta di concorso di bellezza, durante il quale saranno le ragazze del clan a scegliere il più bello e chiederlo in sposo.
A un centinaio di km da N’Djamena, nella savana di Dourbali, si tiene uno dei raduni più suggestivi per il Gerewol. Un paesaggio surreale, per un evento surreale, in un’atmosfera surreale. I ragazzi, dopo un’attenta seduta di maquillage con pigmenti naturali, che ne esaltano il bianco dei denti e degli occhi, indossano i loro ornamenti tipici fatti di cauris (conchiglie di ciprea), tessuti colorati, piume di struzzo e sotto effetto di eccitanti naturali, cominciano a danzare ininterrottamente, con movimenti lenti e ipnotici, accompagnandosi con versi ancor più ipnotici e smorfie che mettano in evidenza la dentatura perfetta e gli occhi, raggiungendo una sorta di trance che puo’ durare giorni interi.
Decisamente uno degli eventi tradizionali più suggestivi dell’Africa sahelo-sahariana.