Retaggi architettonici di antichi sultanati, spiagge paradisiache e litorali selvaggi, le Comore sono un Eden ancora inesplorato dal turismo internazionale, che custodisce anche un tesoro naturalistico straordinario nell’entroterra, tra panorami geologici mozzafiato e habitat vulcanici ricchi di flora e fauna endemiche, preziosa cornice di fertili terre dove si coltivano da secoli le rare essenze profumate.
Le “Isole della Luna” profumano di ylang ylang e di vaniglia, di chiodi di garofano e citronella, di gelsomino e cannella, tra immense piantagioni, la cui coltivazione secolare è ormai parte integrante dell’identità stessa comoriana, influenzandone gli usi e costumi tradizionali, oltre ad essere la principale fonte economica della popolazione. L’Isola di Anjouan ne è il fulcro, con antiche tenute, tra cui quella appartenuta al sultano Abdallah III, inglobata agli esordi del XX secolo nella Societé Comores de Bambao, la maggior produttrice mondiale di ylang ylang. Immense coltivazioni che hanno cambiato il volto delle isole in quello che oggi viene definito come un “paesaggio culturale”, prezioso patrimonio naturalistico e storico delle Comore, basato sulla produzione di essenze profumate.
Basti pensare che la base del famoso Chanel n°5 è composta di olii essenziali provenienti dalle piantagioni comoriane, e che non esiste cerimonia tradizionale nel paese che non sia incentrata sull’utilizzo rituale ed ancestrale delle essenze profumate o dei fiori di orchidea e gelsomino, in un tripudio di ornamenti che raggiunge l’apice durante le caratteristiche celebrazioni dei “Grand Mariage”.
Non stupisce che le Comore siano quindi conosciute anche con il nome di “Isole Profumate”, terre generose di origine vulcanica, da sempre scalo commerciale sulla via delle spezie e dei commerci tra l’Europa, l’Africa e l’Indocina, tappa obbligata per tutte le imbarcazioni che doppiavano il Capo di Buona Speranza.
Paesaggi geologici incantevoli e panorami straordinari, circondano le piantagioni di Anjouan e Grande Comore, in una serie di percorsi naturalistici nell’entroterra, cui dedicare degli indimenticabili trekking ed avventure, immersi nella vegetazione più autentica e selvaggia.
Per gli appassionati, da non perdere è l’adrenalinica ascesa al Vulcano Karthala, ancora oggi attivo, che domina dall’alto dei suoi 2.360 metri l’entroterra meridionale dell’Isola di Grande Comore, suscitando nella popolazione locale una sorta di timore e rispetto reverenziale, come un potente sultano geologico, del tutto imprevedibile, e che ancora oggi sta costantemente cambiando la geografia e la morfologia dell’isola.
Attraversando una magnifica e fitta foresta tropicale umida che ne fagocita la base, in circa 8 ore di marcia, di media difficoltà, si arriva alla sommità del cratere, tra paesaggi lunari di lava e neri di fuliggine, dove si apre la caldera, la più grande al mondo ancora attiva, con i suoi 3 km di diametro.
Il Karthala, scalato per la prima volta nel 1863 dal Dott. Kresten ed eruttato l’ultima volta nel 2018, è quanto di più autentico e lontano dalle piste più battute dal turismo di scoperta, che l’intero Continente Africano possa regalare. Un’esperienza unica di emozioni, a contatto con una natura straordinaria e primordiale, dove la presenza dell’uomo passa ancora totalmente inosservata.