Tanto selvagge e poco esplorate dal turismo, quanto ricche di retaggi culturali di antichi sultanati, le Isole Comore possiedono uno straordinario patrimonio architettonico che include cinque siti principali, sulle isole di Anjouan e Grande Comore, riconducibili a circa 12 secoli di storia. Le medine di Mutsamudu, Domoni, Itsandra, Iconi e quella di Moroni, dal 2007 attendono solo di essere inserite tra il Patrimonio dell’Umanità UNESCO, per la loro eccezionalità e il loro bisogno urgente di salvaguardia.
Palazzi reali, moschee, mausolei e tombe, abitazioni comuni dagli ingressi scolpiti e piazze pubbliche, il cui accesso è enfatizzato dalle caratteristiche porte monumentali, tipiche dell’architettura tradizionale delle Comore, sono tra le preziose testimonianze, in parte rovina, di una storia millenaria, che risale nelle sue stratificazioni più antiche addirittura all’VIII secolo, quando le prime popolazioni bantu fecero capolinea su queste isole bagnate dall’Oceano Indiano, ma meglio codificabili negli edifici successivi al XIII secolo, sotto l’influsso della dominazione arabo-shirazi.
Mutsamudu, piccola città marittima sull’Isola di Anjouan, conserva nella sua medina del XIV secolo, un insieme di stretti vicoli spesso porticati ed impervie scalinate, sui quali si affacciano numerosi edifici abitativi e botteghe, antichi palazzi principeschi, luoghi di culto islamico e mausolei di personalità che hanno fatto grande l’eredità storica delle Comore. Se le antiche mura che proteggevano il nucleo originario, sono ormai sparite, il Palazzo di Ujumbé è ben conservato in quella che fu la sua magnificenza architettonica. Sulla collina di Sinejou, in posizione dominante, è invece quel che resta della cittadella settecentesca, con i suoi bastioni, le mura difensive e il forte che ingloba una piccola cappella cattolica in stile ispanico, retaggio delle successive dominazioni europee. Sulla costa orientale dell’isola è il villaggio ancestrale del XII secolo di Domoni, circondato di antiche mura che proteggevano le splendide dimore signorili, oggi in rovina, con le loro incredibili decorazioni policrome, e un palazzo reale, risalente al sultanato locale del XIII secolo, ancora miracolosamente molto ben conservato.
Culla della cultura di origine swahili delle Comore è senza dubbio la medina di Itsandra, risalente al XIV secolo, sull’Isola di Grande Comore (Ngazidja in lingua locale). Per lungo tempo ne fu il porto marittimo principale e la capitale, prima che questa venisse spostata a Moroni. Un tripudio di retaggi architettonici sono ancora oggi ammirabili tra gli stretti vicoli e le tortuose scalinate: una fortificazione del XVII secolo, la curiosa casa tradizionale di Chingo Nyamba, dal suggestivo tetto a forma di testuggine, risalente al XIII secolo, la dimora del santo Al Habib Omar Sumet e una moltitudine di moschee, costruite tra il XIV e il XIX secolo. A Itsandra è presente la tipica urbanizzazione tradizionale comoriana, il cui fulcro ruota attorno alle piazze pubbliche in muratura, dall’accesso scandito tramite le bellissime porte monumentali.
Contemporanea alla fondazione di Domoni, è quella della medina di Iconi, antico villaggio che rivestì il ruolo di capitale di Ngazidja (Grand Comore), due secoli prima di Itsandra. Le rovine del Palazzo dei Sultani di Bambao, che si affacciano sul mare, e l’antica cinta muraria sulla sommità della collina, che serviva da rifugio alla popolazione in caso di attacco, sono i capolavori più preziosi di un centro storico disseminato di antichi palazzi e piazze, con le loro porte di accesso decorate, squisitamente comoriane.
Se il centro storico della capitale odierna di Moroni, risalente al XIV secolo nel suo nucleo più antico, ha perso gran parte del proprio patrimonio, preserva tuttavia la propria antica magnificenza in alcuni sontuosi palazzi, abitati ancora oggi dai discendenti delle famiglie reali, quali esempi del caratteristico stile monumentale dell’epoca dei sultanati. La medina si presenta nel tipico impianto urbanistico labirintico, delimitato dalle fitte facciate delle abitazioni a due o più piani, che creano spesso dei porticati sugli stretti vicoli. I portali scolpiti a rilievo e le putrelle lignee, caratterizzano ancora oggi gli ingressi di numerose dimore storiche, e decine di piccole ed antiche moschee ne scandiscono ed impreziosiscono il centro abitato. Tra queste la principale, è la monumentale Moschea del Venerdì, nonostante abbia subito numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli.
Le cinque cittadelle, oggi in pericolo e purtroppo in cattivo stato di conservazione, sono l’espressione più rappresentativa e tangibile degli antichi sultanati delle Comore, che si sono susseguiti in una storia millenaria, paragonabili in stile ed importanza al centro di Stone Town a Zanzibar, retaggio architettonico della cultura swahili, dell’impronta arabo-indiana, e degli influssi che queste ebbero anche sulle isole Comore, in una propria espressione locale e reinterpretazione, del tutto caratteristica ed originale, di cui le porte di accesso monumentali all’abitato urbano, ne sono senza dubbio i capolavori.