Foto © I. Fornasiero
Spostandosi ad Occidente, verso il confine con la Liberia, le piantagioni di cacao, di hevea (l’albero della gomma) e i palmeti lasciano spazio al verde intenso della foresta tropicale. Alberi ad alto fusto svettano sul paesaggio circostante e la vegetazione si fa via via sempre più fitta.
Questa natura rigogliosa fa da cornice alla città di Man, la cosiddetta “città delle 18 montagne”, che deve il suo nome ai suggestivi rilievi che ne movimentano il tessuto urbano. Man, abitata da più di 80.000 persone, in maggioranza del gruppo Dan (o Yacouba), con una cascata raggiungibile a piedi dal centro città, una foresta popolata da scimmie sacre, e quartieri vivaci animati da botteghe artigianali e mercati, offre scenari insoliti e suggestivi.
Ma il vero punto di forza di questa regione sono i caratteristici villaggi che punteggiano il territorio circostante. Villaggi in cui gli abitanti sono depositari di antiche tradizioni tramandate di generazione in generazione mediante articolati rituali di iniziazione.
Qui sono le maschere a farla da padrone e rappresentano l’anello di congiunzione tra il mondo degli umani e la magia di un “altrove” in cui risiedono spiriti ed antenati, pronti a manifestarsi durante le frequenti cerimonie rituali che coinvolgono tutta la popolazione dei villaggi. Il tam tam dei tamburi, i canti delle donne e le grida degli iniziati invocano le maschere conservate segretamente nel cuore delle foreste sacre, e queste, uscite allo scoperto in un ordine prestabilito, iniziano a danzare. La prima ad uscire è in genere la maschera Guè None, che solo gli uomini possono indossare, nonostante abbia sembianze femminili e simboleggi la fertilità. Ma tra tutte, quelle certamente più spettacolari sono le maschere sui trampoli. Altissime figure che si cimentano in evoluzioni e danze acrobatiche con ritmi trascinanti e la partecipazione attiva degli astanti.
Infine, in queste zone, avvicinandosi ulteriormente al confine di Stato, sarà possibile provare l’ebrezza di camminare a piedi nudi (così impone la consuetudine locale) su fluttuanti ponti di liane sospesi sul fiume. Ponti la cui origine è avvolta dal mistero e si dice vengano tutt’ora realizzati di nascosto, in una sola notte, da giovani iniziati.