SITI UNESCO
L’Egitto è un Paese talmente ricco di tesori che i suoi siti, attualmente quelli iscritti alla Lista Patrimoni dell’Umanità sono sette, sono destinanti ad aumentare esponenzialmente.
I primi cinque siti iscritti nella lista risalgono al 1979 e sono:
- Menfi e la sua necropoli. I campi delle piramidi di Giza a Dahshur: Menfi fu la capitale dell’antico Egitto, si trova lungo la sponda del fiume Nilo, a 20 km dal Cairo. All’interno del sito si trovano la Piramide di Cheope (o Grande Piramide), l’unica tra le sette meraviglie del mondo antico secondo la lista redatta dal letterato e poeta greco, Antipatro di Sidone che sia giunta sino ai giorni nostri intatta. Sono presenti inoltre la Piramide di Chefren, la Piramide di Micerino e la Sfinge, attorniate da altri piccoli edifici, noti come Piramidi delle Regine, templi funerari, rampe processionali (complessi funerari detti anche “Vie cerimoniali”, ossia strade di collegamento tra il tempio posto in posizione elevata e il tempio a valle situato vicino al Nilo) e cimiteri di varie epoche.
- Antica Tebe e la sua necropoli: sito archeologico posto sulla sponda ovest del Nilo, nei pressi dell’attuale città di Luxor, l’antica Uaset, la greca Tebe. Si tratta di un’area molto vasta che comprende più necropoli, complessi funerari e templi. Sotto individuabili almeno dieci aree di sepoltura tra cui la Valle dei Re e la Valle delle Regine. Le tombe della Necropoli, escluse quelle della Valle dei Re e della Valle delle Regine, sono complessivamente oltre 400.
- Monumenti nubiani di Abu Simbel e File: complesso dei templi che sorgevano sull’omonima isola del Nilo, poi smontati e trasferiti sulla vicina isola di Agilkia nel 1977. L’isola di File è citata fin dall’antichità da numerosi autori classici. Il tempio più importante è quello di Iside, edificato in epoca tolemaica (Egitto greco-romano, 305 a.C. al 30 a.C). Abu Simbel Si trova nel governatorato di Assuan, nell’Egitto meridionale, sulla riva occidentale del Lago Nasser. Il complesso archeologico del sito di Abu Simbel è composto principalmente da due enormi templi in roccia, detti templi rupestri ricavati dal fianco della montagna dal faraone Ramses II nel XIII secolo a.C.
- Il Cairo storico: inserito nel Patrimonio UNESCO perché “una delle più vecchie città islamiche [e] nuovo centro del Mondo Islamico che visse la propria età dell’oro nel XIV secolo”. Il Cairo d’epoca medievale occupa, nel centro della città, lo spazio della città intra-muraria che circonda la Cittadella de Il Cairo ed è caratterizzato dalla presenza di centinaia di moschee, tombe, madrase, caravanserragli e fortificazioni di età islamica.
- Abu Mena: era una città, un complesso di monasteri e un luogo di pellegrinaggio cristiano nell’antico Egitto. Si trova nel territorio del governatorato di Alessandriaa circa 45 chilometri a sud-ovest della città omonima. Poche rovine sono attualmente ancora in piedi, ma le fondamenta degli edifici maggiori (come quelle della grande basilica) sono facilmente riconoscibili.
Altri due sono stati successivamente aggiunti:
- Area di Santa Caterina (2002): monastero del VI situato nella regione del Sinai, al centro di una valle desertica. Dedicato a santa Caterina di Alessandria, è il più antico monastero cristiano ancora esistente. Sorge alle pendici del monte Horeb dove, secondo la Bibbia, Mosè ricevette i comandamenti. Caratterizzato da un’architettura di stile bizantino, dispendi una straordinaria collezione di icone e di una grande raccolta di antichissimi manoscritti che costituiscono la più vasta e meglio conservata biblioteca di testi antichi bizantini dopo quella della città del Vaticano. Inoltre, il monastero è considerato un luogo sacro dalle tre maggiori religioni monoteiste, dunque per ebrei, mussulmani e cristiani.
- Wadi al-Hitan (Valle delle Balene) (2005): sito UNESCO per la presenza nell’area di centinaia di fossili di archeoceti, ossia gli antichissimi progenitori delle odierne balene, vissuti durante l’epoca geologica dell’Eocene e nello specifico tra i 40 e i 35 milioni di anni fa quando Wadi al-Hitan faceva parte dell’immenso bacino d’acqua di Tetide (che si è formato circa duecentocinquanta milioni di anni fa). Si trova a ovest del Cairo, a circa duecento chilometri dalla capitale dell’Egitto n un contesto naturale spettacolare, nell’area del Governatorato del Fayyum all’interno del deserto occidentale egiziano. In nessun altro luogo al mondo è possibile trovare un così alto numero di fossili di cetacei, sia per quantità sia per concentrazione.
Numerosissimi i siti candidati UNESCO che meriterebbero una lunghissima trattazione individuale, pressoché impossibile in questa sede:
- Area archeologica di Siwa
- Tempio di Sarabit al-Khadim
- Zona dei siti archeologici del Sinai del Nord
- Tempio di Hator costruito da Ramese III
- Area archeologica di Dahshur
- Fortezza di El-Gedi
- Monastero di Raithu
- Wadi Feiran
- Isola del Faraone
- Dahab
- Minya
- Castello di Nuweiba
- Ras Muhammad
- Area di Jebel Quatrain, riserva naturale del lago Qarun
- Oasi meridionali e minori, deserto occidentale
- Vie migratorie degli uccelli
- Wadi del deserto
- Catene montuose
- Alessandria, resti archeologici e la nuova biblioteca
- Abido, città di pellegrinaggio dei faraoni
- Templi faraonici dell’Alto Egitto dei periodi tolemaico e romano
- Necropoli del Medio Egitto dal Medio Regno al periodo romano
- Nilometro di Roda al Cairo
- Monasteri del deserto arabo e Wadi El-Natrun
- Due cittadelle nel Sinai dal periodo di Saladino
- Fortezza di an-Nekhel, una tappa sulla via del pellegrinaggio della Mecca
- Oasi del Fayyum, resti idraulici e paesaggi culturali antichi
- Quartieri e monumenti storici di Rosetta/Rashid
- Dababiya
- Osservatorio di Helwan
- Oasi di Kharga e piccole oasi meridionali
- Museo egizio de Il Cairo
ARTE EGIZIA
Il percorso artistico egiziano è impressionante per qualità, quantità dei manufatti e per la coerenza di un’arte che risale a 3000mila anni fa. Si tratta di una produzione quasi totalmente anonima, ma caratterizzata da caratteristiche che la rendono immediatamente individuabile. E’ dunque l’immagine di una collettività che sceglie di rimanere strenuamente legata ai propri modelli di origine perché li ritiene la manifestazione della propria fede e visione del mondo.
Su questo fondamento si innescheranno poi altre tradizioni culturali come quella greco-romana, dando luogo a una stratificazione culturale unica e dal fascino straordinario. Molto interessante anche l’arte copta e protocopta (dal IV secolo) che ha il suo inizio già nel periodo di transizione tra l’epoca tolemaica e il periodo romano-imperiale.
Ulteriore stratificazione è quella e quella legata alla presenza islamica (640 circa) e alle dinastie di credo musulmano tulunide e fatimita. A seguire l’avvento della prima dinastia mamelucca (1250-1382), perdi in cui la capitale si riempie di tesori artistici, ancora oggi visibili, seppur un degrado, nel centro storico e nelle aree cimiteriali.
Evidente anche l’influenza della dominazione turca dell’impero ottomano (1517- 1867).
ARCHITETTURA
Bando alla magnificenza dell’architettura antica, dall’epoca faraonica a quella greco-romana, fino a quella ottomana, passando per monumenti copti e islamici; interessante è anche il panorama contemporaneo.
Interessanti spunti di riflessione di riflessione sul rapporto tra progetto, natura e tradizione, sono stati offerti, in particolare, da Ramses Wissa Wassef (1911–1974), architetto copto egiziano e professore di arte e architettura al College of Fine Arts del Cairo e fondatore del Ramses Wissa Wassef Art Center. Numerosi anche i giovani designer contemporanei che partecipano con successo a numerosi eventi internazionali.
CINEMA
Nel 1935 è nato ufficialmente il cinema in Egitto con la fondazione dello Studio Misr (Miṣr è il nome arabo di Egitto), investimento innovativo e lungimirante che permise al paese di ottenere il monopolio sul Vicino Oriente per circa mezzo secolo.
Non a caso quello egiziano è stato definito la “Hollywood sul Nilo” o “Hollywood d’Oriente”.
Fin dagli esordi la produzione è stata piuttosto articolata e diversi i filoni cinematografici: a una produzione commerciale, ampiamente esportata in tutti i paesi arabi, si è aggiunta una produzione di qualità. Si tratta nel complesso, fin dalle origini, di una cinematografia fortemente connotata dalla contaminazione culturale, per l’intervento di cineasti di varia provenienza.
Già nella sua prima fase, infatti, questa cinematografia si distinse per un profondo cosmopolitismo, conseguenza di una realtà storica che vedeva presenti al Cairo e ad Alessandria comunità di diversa provenienza: francesi, inglesi, greche, e così via.
Gli operatori dei fratelli Lumière portarono le prime immagini esotiche dall’Occidente nel 1896, e filmarono poi, con il loro inconfondibile stile, immagini di quel territorio (Place des consuls à Alexandrie, 1897); a loro si deve l’apertura nel 1897 della prima sala cinematografica.
Fu poi la volta di italiani, palestinesi, tedeschi, turchi ed ebrei russi; in particolare i fotografi Aziz Bandarli e Umberto Dorès che girarono La visite du khédivé Abbas Helmi II à l’Institut scientifique de la mosquée Sidi-Aboul-Abbas (1907).
Dieci anni più tardi, Dorès, che assunse la direzione della SITCIA (Società Italiana di Cinema di Alessandria), una società facente capo al Banco di Roma, produsse ad Alessandria alcuni lavori, compreso il mediometraggio Šaraf al-badawī (1918, L’onore del beduino) del cineasta Osato, dove apparve per la prima volta come attore Muhammad Karim, divenuto poi uno dei principali registi del cinema egiziano dell’epoca.
Il 1923 fu un anno di particolare rilevanza storica, poiché Victor Rosito girò Fī bilād Tout Ankh Amon (Nel paese di Tutankhamon), il primo lungometraggio interamente prodotto in Egitto e fece la sua comparsa Muhammad Bayyumi. Considerato il pioniere nazionale delle immagini in movimento, Bayyumi, che era stato direttore della fotografia del film di Rosito, fondò al Cairo il primo studio cinematografico, il Films Amon.
Sempre negli anni Venti si gettarono le basi per i futuri Studi cinematografici Misr.
Con la nascita degli Studi Misr, venne prodotto e girato nei loro teatri di posa il primo lungometraggio, l’ormai mitico e di difficile reperibilità, Widād (1935).
Il film, un melodramma storico i cui protagonisti sono un commerciante e una delle sue schiave, Widād, pur diretto dal regista tedesco Fritz Kramp, diventò una pietra miliare del cinema egiziano, in quanto vi appariva, per la prima volta sul grande schermo, la cantante egiziana Umm Kulṯūm, la più famosa e apprezzata dell’intero mondo arabo.
Tra gli altri lungometraggi di particolare rilievo, spiccano Salāma fī h̠ayr (1937, Salama sta bene) ‒ commedia basata sugli scambi d’identità e realizzata da Niazi Mostafa, il regista che ha diretto il maggior numero di film nella storia del cinema egiziano ‒ e al-῾Azīma (1939, La volontà) diretto da Kamal Selim, opera di forte tensione realista.
Imprescindibile fu anche il contributo, a partire dal 1930, di Togo Mizrahi, cineasta di origini ebraiche, il cui talento si espresse nel cinema muto e in quello sonoro, nelle commedie e nei musical. Negli anni Quaranta altri registi, ognuno all’interno del proprio genere, aprirono ulteriori e stratificati percorsi.
Un autore fondamentale si rivelò Kamal al-Cheikh il quale, attraverso il thriller, genere da lui privilegiato, osservò e descrisse i rapporti all’interno della società egiziana. Uno dei suoi capolavori, Ḥayāt aw mawt (1954, Vita o morte), segnò una tappa storica: fu il primo film egiziano completamente girato per le strade del Cairo.
LETTERATURA
Una delle figure più importanti della letteratura egiziana contemporanea è stato Naguib Mahfouz (1911-2006), il primo egiziano a vincere il Premio Nobel per la Letteratura che diede forma a una narrativa araba di porta universale. Al 2023, è stato l’unico egiziano ad essere insignito di tale premio.
Nel 1914 Muhammad Husayn Haykal scrisse “Zaynab”, considerato il primo romanzo moderno egiziano e islamico.
Un nuovo movimento di scrittori è quello che si fa risalire agli anni Novanta e gli autori principali sono: Samir Gharib ‘Ali, Mahmud Hamid, Wa’il Rajab, Ahmad Gharib, Muntasir al-Qaffash, Atif Sulayman, May al-Tilmisani, Yasser Shaaban, Mustafa Zikri e Nura Amin.
Gli anni Novanta hanno visto anche un aumento delle scrittrici, grazie alla maggior facilità di pubblicazione attraverso canali privati.
Da segnalare, in partciolare, Nawal al-Sa’dawi (1931-2021), scrittrice e psichiatra egiziana che è anche la femminista più famosa nel mondo islamico. I suoi libri su temi tabù, come la sessualità femminile e la denuncia della società patriarcale, sono stati vietati in vari paesi arabi.
Tra gli scrittori contemporanei si segnalano: Shady Lewis Botros, scrittore egiziano di religione copta, autore di tre romanzi. Ha lasciato l’Egitto quando le condizioni di vita sotto il regime di Mubarak si stavano facendo difficili, e attualmente vive a Londra; Bahaa Taher ha raggiunto fama internazionale con il romanzo Zia Safia e il monastero, ambientato nell’Alto Egitto, nel periodo successivo alla Guerra dei sei giorni, vissuta come un trauma nell’intero mondo arabo. Il racconto affronta coraggiosamente il tema dei rapporti interconfessionali in Egitto.
MUSICA
La musica è stata parte integrante della cultura egiziana fin dall’antichità. Addirittura la Bibbia documenta la presenza di strumenti musicali suonati dagli antichi ebrei di derivazione egiziana.
La musica egiziana ha avuto inoltre un impatto significativo sullo sviluppo della musica antica greca e, via via sulla tradizione occidentale.
La musica moderna egiziana è considerata un punto di riferimento fondamentale per musica mediorientale e orientale.
Per quanto concerne la musica moderna in particolare, nella seconda metà del XIX secolo cominciò ad emergere il genere Hasaballah, musica folk improvvisata per banda di ottoni, ideata dal clarinettista Mohammad Hasaballah e dalla sua band, chiamata appunto Hasaballah, che suonava nel quartiere della musica e dell’intrattenimento del Cairo in Mohammed Ali Street.
Dalla fine della prima guerra mondiale alcune delle più grandi stelle musicali del Medio Oriente sono state egiziane.
La musica egiziana contemporanea ha avuto inizio grazie alla creatività di Abdu-l Hamuli, Almaz and Mahmud Osman, che hanno influenzato il lavoro successivo dei più importanti compositori egiziani del XX secolo: Sayed Darwish, Umm Kulthum, Abel Halim Hafez e Zakariya Ahmed. La maggior parte di queste star, tra cui la cantante Umm Kulthum e Nagat El-Saghira, facevano parte della tradizione musicale egiziana e araba classica. Alcuni, come Abd el-Halim Hafez furono associati al movimento nazionalista egiziano dal 1952 in poi.
Il ventesimo secolo ha visto sempre più Il Cairo connettersi alle sue antiche trazioni e radici. Musicisti di tutto l’Egitto, ma del resto, continuano a mantenere vive le tradizioni popolari. Numerose le miscele di folk e pop che determina il successo della musica egiziana contemporanea.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi