Secoli di esplorazioni e ricerche, scavi archeologici e analisi scientifiche, intere correnti di pensiero filosofico, letterario, artistico, movimenti che spaziano dalla cabala all’esoterismo, dall’egittologia al romanticismo dei viaggiatori del Grand Tour, fino agli stereotipi dell’industria cinematografica hollywoodiana, ebbene, non sono bastati a dissipare i misteri che avvolgono ancora oggi la civiltà faraonica nella sua espressione più sublime, quella delle piramidi. Ed è proprio l’aura di mistero che permane intorno a queste enigmatiche architetture e al culto ad esse legato, ad attirare in Egitto ogni anno migliaia di viaggiatori, da secoli.
Inutile negarlo, ad attrarre è il fascino, solo in parte stereotipato, dell’Antico Egitto delle Dinastie Faraoniche, l’Egitto dei culti funebri, di tesori e sarcofagi nascosti nei meandri sepolcrali, di sculture monumentali e magiche piramidi che vennero innalzate con tecniche costruttive misteriose, di divinità mitologiche dalla doppia natura, templi sacri e caste sacerdotali, mummie e simboli enigmatici che si perdono nei labirinti monumentali della storia più affascinante di tutte, quella che si sviluppò lungo la leggendaria Valle del Nilo.
Così come una giornata non sarebbe sufficiente a visitare l’incredibile Museo Egizio del Cairo, e la nuova struttura del Museo delle Civiltà, creata per ospitare le 22 mummie provenienti da Luxor, altrettanto, un solo soggiorno in Egitto non sarà sufficiente ad immergersi nell’incredibile museo a cielo aperto che è la Valle del Nilo. L’“egittomania” esiste, rapisce, conquista, e spinge a tornare ancora…e ancora.
Come non rimanere estasiati davanti al tesoro di Tutankhamon? Come non rimanere a bocca aperta davanti alle mitiche Piramidi di Giza, settima meraviglia del mondo, che incuriosiscono l’immaginario collettivo da migliaia di anni, sotto lo sguardo ieratico della colossale ed enigmatica Sfinge?
Ma questo è solo l’inizio: il fascino millenario di Menfi, antica capitale del primo nomo del Basso Egitto, con il suo Colosso di Ramses II e gli echi della leggendaria Dinastia Menfita, che risuonano nel culto di Api legato alla divinità Ptah e tra le tombe reali di Saqqarah, vasto complesso funerario di mastaba che accoglie la piramide a gradoni del Faraone Geser, primo prototipo assoluto nella storia faraonica, antenata di tutte le piramidi; o la Piramide Romboidale dalla curiosa inclinazione e la cosiddetta Piramide Rossa a Dahshur, tasselli monumentali, costruiti sotto Snefru, verso la versione canonica delle piramidi successive.
Arrivando a Luxor, culla della Dinastia Tebana, si entra nei meandri più profondi dell’aura di mistero esoterico che da sempre conquista i viaggiatori e gli egittologi di tutti i tempi. Tra i suoi monumentali templi, le necropoli e le vestigia funerarie della Valle dei Re e delle Regine, non si potrà rimanere immuni dall’egittomania. Tebe, antica capitale scismatica del Medio e Nuovo Regno, centro in cui risuonano i mitici nomi di Amenofis, Tutmosi, Tutankhamon, Hatshepsut (faraone donna), Seti o Ramses, di misteriose triadi tebane, incentrate sulle divinità di Amon-Ra, Mut e Khonsu (padre-sposa-figlio). Un nuovo Pantheon superiore che prende forma all’interno del grandioso Tempio di Karnak e nel Tempio di Luxor, tra sculture-colossi e sfingi-arieti, colonne immense di un’opera titanica per la quale si impiegarono le energie e le maestranze di numerosi faraoni. La parola d’ordine a Tebe è grandiosità, potere spirituale del divino e potere faraonico che in esso si fonde e confonde. Tutto è monumentale e solenne, dal Ramesseum funerario di Ramses II al Tempio di Ramses III, dai Colossi di Memnon al Tempio della regina Hatshepsut, dalle necropoli reali della Valle dei Re a quella della Valle delle Regine, labirinti sotterranei di affreschi e corredi funebri, da cui provengono le 22 mummie oggi esposte nel nuovo Museo del Cairo, siti inaugurati per l’inumazione di Tutmosi I, e che accolsero la tomba di Nefertari o quello che venne scoperto come il tesoro di Tutankamon, tra i tanti.
Proseguendo verso sud, si entra nel dominio dell’antica “triade elefantina”, delle divinità che regolano le piene del Nilo, Khnum, Setis e Anuqet, ci si avvicina alla Nubia e alla regione sulla quale si instaurò il successivo potere dell’Egitto Tolemaico. Il Tempio di Khnoum a Esna, l’immenso Tempio di Horus a Edfou e il Tempio tolemaico di Kom Ombo, dedicato alla divinità coccodrillo Sebek, fanno da preludio alla regione occupata oggi dal Lago artificiale di Nasser e alla perla indiscussa dell’Alto Egitto, i due templi di Abu Simbel.