In Eritrea le festività nazionali civili a data fissa sono:
- Capodanno, 1 gennaio
- Giorno Fenkil, 10 febbraio (in onore dei patrioti e i martiri dell’operazione Fenkil, che ha concluso il colonialismo).
- Festa della donna, 8 marzo
- Festa del lavoro, 1 maggio
- Festa dell’Indipendenza, 24 maggio
- Festa dei martiri, 20 giugno
Riguardo le festività religiose ortodosse:
- Natale Cristiano Ortodosso (Ledet e Gena in Etiopia), 7 gennaio
- Epifania Ortodossa (Timkat), 19 o 20 gennaio
- Venerdì Santo Ortodosso, data variabile (normalmente le Banche restano aperte)
- Pasqua Ortodossa (Fasika), data variabile
- Festa della Croce (Meskel), 27 settembre (28 per anni bisestili)
Riguardo le festività religiose musulmane sono a data variabile, seguendo il calendario lunare, e sono:
- Aid al-Fitr (fine del Ramadan o piccola festa)
- Aid el-Adha (festa del sacrificio o grande festa)
- Al Mouloud (nascita del Profeta)
In Etiopia di fatto le feste religiose sono anche veri e propri festival, non solo per la grandiosità dell’organizzazione e per la straordinaria partecipazione popolare, ma anche estremamente rappresentativi della cultura e tradizione eritrea.
Due sono quelli particolarmente vissuti e celebrati:
- Il Timkat, l’Epifania della Chiesa eritrea (ed etiope), è una festa molto sentita. Si tratta nello specifico della rievocazione del Battesimo di Gesù nel fiume Giordano. La cerimonia si svolge all’aperto, vicino a una fontana o a un corso d’acqua. Tutto ha inizio alla vigilia, quando i fedeli iniziano a riunirsi per passare insieme la notte, cantando e pregando in attesa dell’alba. Durante la giornata precedente si svolgono invece solenni processioni in cui i preti ortodossi mischiati alla folla portano con sé, protette da stoffe damascate, le preziose copie delle Tavole Sacre delle Leggi (Talbot, i cui originali starebbero nell’arca della Santa Alleanza ad Axum). La vera e propria celebrazione si svolge l’alba seguente. Dopo una lunga cerimonia, il sacerdote incensa l’acqua e accende tre candele fisse su un pezzo di legno che dovrà galleggiare sull’acqua, simboleggiando la Trinità. Allo spegnersi della terza candela, il celebrante con un ramoscello intinto nell’acqua santificata, benedice i quattro punti cardinali e i presenti. Cominciano a questo punto il bagno collettivo e l’aspersione. Terminato il rito ognuno tonerà nelle proprie case con una bottiglia iena di acqua santa che rimarrà all’ingresso della casa per scongiurare malattie e pirati del male.
- Meskel è invece la festa della Croce. La festività va fatta risalire al IV secolo, quando la madre dell’imperatore romano Costantino, la regina Elena, ricevette una rilevazione divina. La leggenda narra che la regina Elena fece un sogno in cui le fu detto di accendere un falò il cui fumo le avrebbe mostrato il luogo esatto della sepoltura della “vera” croce di Cristo. La celebrazione è una lussuosa esibizione di costumi di seta, di mantelli di velluto adorni di argento e oro, di pelli di leone e leopardo. In testa i fedeli hanno corone di frasche verdi da cui scendono nastri multicolori. Anche in questo caso c’è un corteo diretto verso un’altura su cui è stata eretta una catasta di legna benedetta (il “damerà”) che aspetta di essere bruciata. Gli uomini e i sacerdoti saltano e corrono intorno al falò, simboleggiando la fratellanza tra i popoli e inneggiando all’onore. Successivamente si consuma un pasto condiviso con tutti i presenti.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi