Territorio e Clima
Con una superficie di 1.098.000 km², il territorio dell’Etiopia è piuttosto vario, caratterizzato dagli altipiani etiope e somalo, che oltrepassano anche i 4000 metri di altitudine, e degradano nelle valli circostanti della Rift Valley e nella depressione della Dancalia, con i suoi 120 metri sotto il livello del mare.
Si trova nel Corno d’Africa e confina a nord con l’Eritrea, a est con Gibuti e il Somaliland, a sud con la Somalia e il Kenya, a sud-ovest con il Sudan del Sud e a nord-ovest con il Sudan.
Dai vasti altipiani centrali prendono vita iquattro fiumi principali, l’Awash, l’Omo, l’Uebi Scebeli eil Nilo Azzurro che nasce dal Lago Tana.
La parte meridionale del paese è occupata dalla Rift Valley (Fossa Galla), disseminata di laghi a sud, mentre la parte settentrionale che confina con l’Eritrea sfocia nella Depressione della Dancalia, vero e proprio deserto di sale, in cui solo le sponde del fiume Awash si colorano di verde. La depressione si è formata nel punto di incontro di tre placche tettoniche e il terreno è di origine vulcanica. Qui l’Erta Ale è ancora attivo e la sua lava crea dei rilievi di roccia basaltica.
In Etiopia le stagioni sono sostanzialmente tre (ricordiamo che l’anno etiope è composto da 13 mesi) e le temperature variano a seconda dell’altitudine, che regala un clima mite e salubre.
L’inverno va da ottobre a febbraio, in cui alle altitudini maggiori si registrano temperature minime fino a 4 gradi °C, mentre la stagione più calda, con punte anche di 40 gradi °C a valle e nelle zone orientali, va da marzo a giugno, quando poi comincia la stagione delle piogge che fa riabbassare la temperatura. La depressione della Dancalia, con i suoi vulcani e laghi salati, presenta un clima torrido tutto l’anno con temperature anche al di sopra dei 45 gradi in aprile e una maggiore escursione termica tra il giorno e la notte nei mesi invernali.
Flora e Fauna
L’Etiopia, grazie alla sua varietà morfologica e climatica, presenta una moltitudine di ecosistemi differenti e sugli altipiani alcune specie di piante non si trovano in nessuna altra parte del mondo.
Generalmente l’estremità degli altipiani sono caratterizzati da una vegetazione alpina piuttosto arida che degradando a valle si popola prima di prati e pascoli, poi di un tipo di vegetazione sempreverde di euforbie, ginepri e aloe, fino alla fascia più bassa in cui prevalgono i baobab, le acacie, le palme, i tamarindi e il bambù e una vegetazione semidesertica. La maggior parte delle coltivazioni si trovano nella fascia mediana e nelle zone più umide, e contano soprattutto di piantagioni di caffè, enset (finto banano), orzo, frumento, tabacco e il famoso qāt.
Gran parte delle foreste etiopi sono state decimate nel corso degli anni per sfruttare il legno come combustibile, con conseguente estinzione o pericolo di estinzione di gran parte delle specie faunistiche.
Parlare oggi della fauna etiope equivale a parlare della sua tutela. In Etiopia negli anni settanta sono stati creati 15 Parchi Nazionali e 3 riserve faunistiche, proprio con lo scopo di frenare l’estinzione di specie autoctone. Il Parco nazionale più famoso è sicuramente quello dei Monti Simien, dichiarato Patrimonio Unesco. Tra le tantissime specie di animali che abitano l’Etiopia, come le gazzelle, ippopotami, coccodrilli, scimmie, ne ricordiamo alcune rarissime o in via di estinzione, tra cui il lupo etiope, lo stambecco del Simien, il turaco di Ruspoli, il babbuino dal petto rosso (gelada) e 3 nuove specie di rane, scoperte di recente, che hanno sviluppato caratteristiche uniche per via dell’adattamento all’ambiente.
Parchi Nazionali e Tutela
“Non si lascia nulla, a parte le impronte delle proprie scarpe, non si porta via nulla”.
La tutela dell’ambiente non è stato e non è un compito facile per il governo Etiope, che già dai tempi di Selassié ha avviato la creazione di ben 15 Parchi Nazionali e 3 riserve faunistiche, espropriando la terra ai contadini e alle tribù locali, generando non poco malcontento. Alla base dei pericoli principali per l’ambiente, vi è la crescita demografica vertiginosa in Etiopia, che richiede sempre più risorse da sfruttare all’ambiente. Allo scopo di preservare i fragili ecosistemi, è stato istituito dal governo un organo di controllo apposito, l’Ethiopian Wildlife Conservation Authority.
Parco Nazionale del Simien, fu uno dei primi parchi ad essere istituito nel 1959 su un’area montana settentrionale di 18.000 ettari. Dichiarato nel 1978 Patrimonio UNESCO, le sue vette che salgono fino a 4.500 metri di altitudine nel Monte Ras Dashen, accolgono alcune specie di flora e fauna rare, quali la rosa abyssinica, lo stambecco del Simien, il babbuino gelada e il lupo etiopico.
Parco nazionale dell’Omo, creato nel 1959, comprende una vasta area di 407.000 ettari, che si estende nella regione sud-ovest dell’Etiopia, tra il Lago Turkana e il fiume Omo. I paesaggi predominanti sono la savana e la foresta a galleria, che ospitano una fauna selvatica di eland, leoni, leopardi, orici, iene, bufali ed elefanti. Il loro equilibrio è spesso minacciato dalle colture intensive e dal bracconaggio delle tribù che vivono all’interno dell’area.
Di seguito un elenco degli altri parchi etiopi, creati tra il 1963 e il 2006, che comprendono un totale di circa 1.700.000 ettari della superficie del paese, distribuiti su differenti ambienti ed eco-sistemi che spaziano dai paesaggi della savana e aree semi-aride, a altipiani sempreverdi, a zone umide di foresta, attraversate da corsi e bacini d’acqua. La loro fauna è variegata e comprende numerose specie ornitologiche, mammiferi, rettili e anfibi:
Parco nazionale di Abiata-Sciala, 1963
Parco nazionale di Alatish, 2006
Parco nazionale di Auasc, 1969
Parco nazionale delle montagne di Bale, 1970
Parco nazionale di Chebera Churchura, 2006
Parco nazionale di Gambela, 1974
Parco nazionale di Geraille, 1998
Parco nazionale di Kafta Sheraro, 1999
Parco nazionale di Mago, 1971
Parco nazionale del Maze, 2005
Parco nazionale di Nechisar, 1974
Parco nazionale di Yabello, 1978
Parco nazionale di Yangudi Rassa, 1969
Kanaga Africa Tours fornirà consigli e una sorta di vademecum per il rispetto delle zone visitate.