La Dancalia è una regione a nord del paese, condivisa con l’Eritrea, che si estende fino al Mar Rosso. Qui si trova una depressione che raggiunge i 116 metri sotto il livello del mare. La zona è considerata la più inospitale della terra, disseminata di vulcani, laghi salati e distese sulfuree, con temperature che sfiorano anche i 50 gradi nei mesi primaverili ed abitata dal popolo degli Afar, in passato i più feroci e violenti dell’Etiopia.
Si tratta di uno dei circuiti più impegnativi del paese, ma anche uno dei più suggestivi dal punto di vista paesaggistico. Gli scenari che si aprono, raggiungibili solo con mezzi fuoristrada e ben attrezzati, regaleranno visioni che variano da atmosfere lunari a scenografie simili a un girone dantesco, tra le più incredibili che si possa immaginare.
Il vulcano dell’Erta Ale, in eruzione dal 1967, si scala a piedi durante la notte o a dorso di cammello, perché è nell’oscurità che dona il meglio di sé. Un mare di lava permanente e incandescente, non paragonabile a nulla di terreno. (Purtroppo la caldera principale si è chiusa nel 2019)
A una ventina di chilometri dal villaggio di Ahmedela, dove finisce l’asfalto, si trova il deserto di Dallol, il punto più basso e più caldo dell’Africa, a -116 metri sotto il livello del mare. Da questa zona, caratterizzata da distese gialle sulfuree, laghi salati, camini di fata e geyser, proviene la maggior parte del sale della Dancalia, che viene ancora estratto a mano.
A sud del vulcano Erta Ale si trova il Lago Afera, a 102 metri sotto il livello del mare, abitato tradizionalmente dai nomadi Afar, che in passato uccidevano e castravano i capi delle tribù rivali.
Oggi è un popolo fortemente islamizzato che ha conservato le proprie tradizioni e proprio mestiere originario, ovvero l’estrazione e il commercio del sale, che trasportano ancora per centinaia di chilometri, a dorso di cammello lungo l’antica via del sale. Forse tra le ultime carovane del sale ancora attive in tutta l’Africa.