Foto © A. Pappone
La Regione sud-occidentale dell’Etiopia è quella più ancestrale del paese.
Qui una grande varietà paesaggistica attraversa laghi abitati da coccodrilli, parchi nazionali e distese di campi di cotone, foreste fluviali e savane brulle. Sono le terre che si affacciano sul fiume Omo, il grande fiume che si getta nel Lago Turkana. E’ la regione abitata dai popoli e tribù della Valle dell’Omo, un mosaico di popoli le cui tradizioni sono rimaste intatte e la cultura tribale non è stata spodestata dalle religioni rivelate. Qui l’ordine sociale ruota attorno alle credenze ancestrali animiste, ai riti di iniziazione e alle danze propiziatorie.
Il centro abitato principale è Arba Minch, base da cui partono le spedizioni verso i villaggi tradizionali. Prima di addentrasi nella bassa Valle dell’Omo, una tappa particolarmente piacevole, a nord ovest di Arba Minch, è quella sui Monti Guge, dove vive la tribù dei Dorze con le loro caratteristiche capanne. Queste costruzioni raggiungono fino ai 12 metri di altezza e la loro particolare struttura fatta di lunghi pali in legno, pareti di bambù e tetti di foglie di enset (falso banano), non necessita di un palo di sostegno centrale. Al loro interno vive sia la famiglia che il bestiame. I Dorze sono un popolo di agricoltori e abili tessitori del cotone, che hanno escogitato una particolare tecnica a terrazzamenti per frenare l’erosione dei suoli scoscesi. Nei villaggi si organizzano visite guidate, danze tradizionali e dimostrazioni di filatura e tessitura, ed è possibile pernottare in caratteristiche capanne, riadattate con tutti i confort. Si tratta di uno dei pochi esempi in cui delle organizzazioni locali sono riuscite a sviluppare positivamente l’impatto turistico sulla popolazione locale.
Un’altra tribù di montagna è quella dei Konso, caratteristici per le loro architetture fortificate di difesa e il culto degli antenati, di cui l’espressione tipica sono i waga, delle sculture lignee che rappresentano i guerrieri deceduti, i loro nemici sconfitti e gli animali catturati.
I popoli che abitano la valle rappresentano invece un vero e proprio mosaico di popoli in un’area relativamente ristretta. Un concentrato di tribù, ognuna col proprie caratteristiche e le proprie tradizioni.
All’interno del Parco Nazionale del Mago, vive una delle tribù più visitate della Valle dell’Omo, i Mursi. Questa tribù incarna l’essenza della cultura tribale, con le sue scarificazioni corporee e i famosi piattelli labiali che deformano le labbra delle donne. Ma proprio per questo motivo i Mursi si sono ritrovati ad essere i più bersagliati dalle fotografie, fino a che non ne hanno fatto un vero e proprio business che ha trasformato quella che in origine doveva essere un’esperienza magica di incontro tra civiltà diverse, in una specie di « safari umano » da pagare a suon di dollari.
Un’altra etnia che utilizza i dischi labiali femminili e pratica la lotta coi bastoni maschile, comune ai Mursi, sono i Surma. Mentre i maestri della pittura del corpo sono i Karo, che in occasione delle danze e cerimonie tradizionali si dipingono la pelle con il gesso, imitando le piume della faraona.
Il villaggio di Turmi è invece il centro principale della tribù degli Hamer, che arrivano qui dai dintorni ogni lunedì, giorno di mercato e soprattutto durante la famosissima cerimonia di iniziazione del Salto dei Tori. Questa cerimonia, comune ai giovani ragazzi hamer e di etnia banna, rappresenta la prova cui devono sottoporsi per poter accede all’età adulta. Consiste nel disporre in fila fino a 30 tori, sui quali i giovani tutti nudi devono saltare passando da una groppa all’altra senza cadere, previa frustata in caso di insuccesso. Ai lati le giovani ragazze urlano e si fanno frustare in segno di devozione e amore.
Le particolari acconciature degli Hamer, sono considerate le più belle e raffinate tra le popolazioni della Valle dell’Omo. Le donne si ricoprono le ciocche dei capelli con un impasto di ocra, resina e acqua fino a che le trecce non prendono un bellissimo color rame. Mentre gli uomini vittoriosi su un nemico o una bestia feroce, si impastano le ciocche di argilla e piume di struzzo e dormono su appositi poggia testa per non rovinare l’acconciatura. Gli Hamer sono anche famosi per i propri ornamenti e gioielli. Gli orecchini indicano il numero di mogli che si possiede, mentre le donne usano braccialetti, collane di perline e conchiglie di ciprea. Le strette collane di ferro sono riservate solo alle donne sposate o promesse.
Una delle attrattive dei villaggi della Valle dell’Omo, a parte la moltitudine di tribù che la abitano, sono i numerosi mercati settimanali che animano i centri principali. Da Dorze a Chencha, da Konso a Jinka, da Arbore a Turmi, Omorate, Dimeka e Key Afar, ogni villaggio accoglie uno o più mercati settimanali, il concentrato ideale di prodotti locali, artigianato tradizionale, popoli e culture provenienti da tutta la Valle.