La maggior parte del fermento e delle attività economiche del Gambia, si svolgono nella regione costiera, intorno ai resort turistici, ai movimentati mercati di Banjul e Serekunda, al frenetico porto commerciale della capitale e ai porticcioli di pescatori con le loro piccole imbarcazioni stracariche di pesce, che puntellano tutto il litorale verso sud e l’ampia foce del fiume.
Banjul è in realtà una piccola cittadina di appena 40.000 abitanti, che venne fondata dagli inglesi all’inizio del XIX secolo, per controllare e bloccale il traffico illegale della tratta negriera che continuava ad opera delle altre potenze europee, e offrire riparo alla nuova classe sociale di schiavi liberati, provenienti in particolar modo da Freetown in Sierra Leone.
Un interessante museo etnografico, qualche edificio amministrativo e monumento, i decadenti edifici ricoperti di legno e le abitazioni coloniali, stridono con il suo caotico porto commerciale e il variopinto Albert Market, stracarico di mercanzie di ogni genere.
Ma il vero fulcro commerciale del paese è la città di Serekunda che ne costituisce in continuità, l’hinterland ben più abitato e caotico, nonché la porta di una regione litoranea, dove alle sfavillanti strutture ricettive e alle spiagge puntellate di palme, si alternano villaggi e porticcioli che hanno mantenuto la propria atmosfera tradizionale, e zone verdi, lagune, foreste, riserve naturalistiche ancora incontaminate.
Le due città si trovano infatti nel cuore di un paesaggio naturalistico di straordinaria bellezza.
Interamente circondata dall’acqua, la capitale sorge su un istmo alla foce del Gambia. Mare aperto, acqua fluviale e un labirinto di canali e gallerie ricche di mangrovie e di allevamenti di ostriche, ne caratterizzano gli scenari. Non lontano dal traffico di gelli-gelli e taxi collettivi di Serekunda e Banjul, si trova il villaggio di Bakau con i suoi giardini botanici abitati da numerose specie ornitologiche e il Kachikaly Crocodile Pool, santuario di una famiglia di 80 coccodrilli sacri. Già, perché se il 90% dei gambiani si professa musulmano e il 5% cristiano, il 100% della popolazione è ancora fortemente ancorata alle tradizioni ancestrali, che vengono seguite e rispettate in uno spontaneo sincretismo. È qui che si recano gli abitanti per compiere riti propiziatori alla fertilità e all’abbondanza, e non di rado è possibile incontrare coppie di giovani sposi immergersi nella pozza infestata dai docili caimani, per propiziare la gravidanza tanto desiderata.
In prossimità delle belle e frequentate spiagge di Kotu e Kololi si trova la teoria di sentieri escursionistici del Bijilo Forest Park, un particolare ecosistema di lussureggiante foresta, dune di sabbia e litorale orlato di palme, in cui vivono numerose scimmie e uccelli marini. Più a sud sono la Tanji River Bird Reserve e la Bijol Island, circondate di piccoli villaggi di pescatori, due paradisi per gli amanti del birdwatching, luogo prediletto di milioni di uccelli migratori che vengono a svernare sulle coste atlantiche dell’Africa Occidentale. Inutile dire che è anche grazie a un simile patrimonio se in questa parte di zona costiera gli abitanti hanno sviluppato una maggiore sensibilità alla salvaguardia ambientale e alle tematiche sostenibili, molto care soprattutto alle numerose strutture eco-turistiche della zona di Kartong, che ospita anch’essa un famoso stagno sacro di coccodrilli e offre un’infinità di escursioni e attività, interamente improntate al rispetto e alla salvaguardia della natura.
Insomma, la varietà di attrattive della regione costiera del Gambia soddisfa tutte le esigenze, dal relax balneare in confortevoli resort e spiagge tropicali, ai piccoli villaggi tradizionali, dalle lagune e le foreste rigogliose di mangrovie dove praticare il birdwatching, alle escursioni naturalistiche più avventurose, dalle sistemazioni eco-sostenibili ai movimentati mercati della capitale, un concentrato di umanità e di attività quotidiane da non perdere.