Foto © A. Pappone
A 15 km da Cape Coast si trova Elmina. Sorge su un istmo tra le acque dell’Oceano Atlantico e quelle della Benya Lagoon, e il suo porticciolo è uno dei più pittoreschi del Ghana. La sua attrattiva principale sono gli antichi Posuban (santuari vudù) del popolo fante e il St. George’s Castle.
Il castello/fortezza di St. Georges, Patrimonio UNESCO, è il più antico edificio europeo costruito in Africa sub-sahariana. Edificato dai portoghesi nel 1482, sul promontorio che sovrasta la città e la foce, venne conquistato e rimaneggiato nel 1637 dagli olandesi, che ne fecero fino al 1872, data della conquista da parte della Corona Britannica, il quartier generale in Africa, della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. I suoi sotterranei furono dapprima usati come magazzini per l’oro, poi trasformati in celle e rimesse per gli schiavi. Qui venne tenuto prigioniero per ben 4 anni il re degli Ashanti, Prempeh I, prima di essere inviato in esilio. A pianta quadrata, circondato da un fossato e quattro torrette di avvistamento con feritoie, venne concepito per essere autosufficiente al suo interno, disponendo di pozzi per l’approvvigionamento idrico, appartamenti per i governatori, celle e prigioni per i nemici e gli schiavi, spazi per l’allenamento dei soldati e perfino chiese, che vennero riconsacrate a seconda della fede religiosa di chi se ne impossessava (cattoliche sotto i portoghesi, protestanti sotto gli olandesi e infine anglicane sotto gli inglesi).
Oggi il fossato che lo circonda è asciutto e disseminato di palme, mentre sulle sponde opposte della laguna la più piccola fortezza di St. Jago, costruita dagli olandesi nel 1652, è abbandonata e non ha più ragione di proteggere questo complesso ormai musealizzato. La vista da qui è superba e affaccia sul brulicante via-vai di piroghe che scaricano il pesce di fronte ai banchi in legno del mercato del pesce. Una moltitudine di donne si radunano per le trattative con le cooperative di pescatori fante, acquistando il pesce freschissimo appena scaricato e rivendendolo sui banchi o in enormi ceste di vimini. L’area del mercato è anche quella dove avviene il Bakatue Festival, legato all’universo marino dei popolo fante e alla loro spiritualità vudù, di cui i piccoli Posuban (Santuari) che scandiscono la via principale, ne sono il simbolo.