In Guinea Bissau la gastronomia è un universo di sapori nel quale vale la pena avventurarsi.
Si compone essenzialmente di prodotti locali e tipici, con qualche contaminazione della tradizione culinaria portoghese.
Se gran parte della popolazione fa largo consumo di selvaggina, tra cui anche carne di scimmia, pipistrello e agouti (un roditore simile a una marmotta o a una nutria), niente paura!, tra i piatti tipici ci sono anche le ostriche, vero e proprio piatto nazionale. Se non vi abbiamo convinto, sappiate che in Guinea Bissau, come in tutta l’Africa, non è assolutamente costume mangiare cibi crudi, pertanto anche le ostriche vengono scottate qualche minuto sulla brace prima di essere servite. Si tratta prevalentemente di una qualità di ostriche che cresce attaccata alle mangrovie e che viene raccolta estraendo direttamente il ramo dall’acqua. Una volta scottato sulla brace viene servito su un tavolo rustico, o su degli enormi vassoi, e con l’aiuto di alcuni coltellini si procederà comunitariamente ad aprire i numerosi gusci attaccati. Una vera delizia!
Inutile dire che tra la costa e le isole, la scelta di pesce, gamberi, gamberetti, frutti di mare è ampia. Un vero tripudio, tra pesci di piccola taglia, grandi pesci di altura, quali il tonno o il pesce spada, polipi, seppie, ostriche e granchi. Approfittatene!
Riguardo ai prodotti della terra, quello per eccellenza è sicuramente il riso, accompagnato da salse e stufati in molte varianti. Che sia lo stufato a base di pesce o di carne, insaporito con pasta di arachidi (mancarra), o con il gombo (siga, una sorta di baccello simile a una piccola zucchina), o lo chabéu di olio di palma rosso, o ancora la cafriela, carne di pollo, capra o montone arricchita da una salsa in agrodolce di cipolle e limone, il riso sarà onnipresente, e dal momento che gran parte della popolazione è animista o cristiana, non sarà difficile gustarlo anche con delle ottime costolette di maiale alla brace.
Il dessert? Se qualche ristorante più di lusso propone alcuni dessert della pasticceria internazionale, il vero dolce locale è la frutta: banane, papaie, manghi, ananas (da osservare la tecnica dei venditori ambulanti con cui vengono sbucciati, una vera arte!), e l’anacardo, del quale si mangia non solo la noce tostata, ma anche la polpa, succosa e zuccherina.
Una cosa è certa, in Guinea Bissau che sia un ristorante internazionale più pretenzioso, uno a gestione locale con menù tipico (il Dona Fernanda a Bissau non delude mai!), o una piccola e semplice vervena, le papille gustative avranno soddisfazione.
Riguardo alle bevande, a parte un gustoso campionario di succhi naturali, ricavati dallo zenzero, dai fiori di ibisco (bissap), dal frutto di baobab, dalla polpa dell’anacardo e da una serie di frutti e piante endemiche, non si può certo dire che i bissau-guineani siano astemi.
Altrettanto vasto è il campionario di bevande alcoliche, ricavate con processi artigianali.
Birra di miglio, vino di palma, ma soprattutto distillati, uno tra tutti, la cana, il rum locale. Che sia estratto dalla canna da zucchero, dalla noce di anacardo, o dal tronco di palma, aromatizzato al limone, all’arancia o al miele, ne vedrete scorrere a fiumi. Se ogni famiglia ne produce per proprio consumo e ne conosce i segreti, una visita merita la più grande distilleria del paese, a Quinamel.