Foto © L.F. Paoluzzi
Sull’altopiano del Fouta Djalon, la cui vetta più alta raggiunge i 1515 metri di altitudine, si trova uno dei paradisi ambientali più ricco di tutta l’Africa sahelo-sudanese. Basti pensare che dalle sue alture, nascono i fiumi più importanti dell’Africa Occidentale, fonte di vita per numerose popolazioni, il fiume Senegal, il Gambia e il Niger.
Gli straordinari scenari naturali, ricchi di acqua, le temperature miti e il fatto che sia rimasta una delle ultime roccaforti per gli scimpanzé, lo rendono un santuario di biodiversità naturali, uniche al mondo.
Man mano che si abbandonano le pianure e si cominciano a salire i pendii, la natura cambia radicalmente e con essa anche le popolazioni. Abitato dal popolo di allevatori Peuhl, questo altopiano di incredibile bellezza, fu anche il teatro per più di due secoli delle vicissitudini storiche di una delle teocrazie musulmane più potenti dell’Africa Occidentale. Da qui il supremo capo Almamy e le sue truppe, governarono la regione, sconfiggendo dapprima le popolazioni Mandé e Djankolé, successivamente fronteggiando con ardore l’avanzata coloniale, fino a che il Fouta Djalon non divenne un protettorato francese nel 1888.
La cittadina di Mamou è considerata la porta di accesso al Fouta Djalon, mentre il capoluogo Labé il suo cuore pulsante, entrambe crocevia movimentati da cui partono le principali escursioni sugli altopiani.
Facilmente raggiungibili sono la meravigliosa cascata di Konkouré, il lago di Bafing e l’antica capitale Timbo, storica sede del trono supremo dei peuhl.
Va da sé che i percorsi più interessanti e spettacolari sono anche quelli più impegnativi, che si spingono in luoghi impervi, tra cascate lussureggianti e villaggi remoti, difficilmente accessibili senza una guida esperta del posto. Lo splendido villaggio di capanne di Aїnguel, le cascate di Layfita e quelle sulla strada per Debeya, sono tutti luoghi magici, tesori nascosti raggiungibili attraverso passaggi artificiali di scale di legno, incastonate nella montagna, che mettono in collegamento i villaggi sull’altopiano con quelli a valle, come la spettacolare Echelles de Lelouma a Djinkan.
Nei pressi di Dalaba, le scenografiche Chutes de Ditinn, che si gettano prepotenti lungo la parete rocciosa per ben 80 mt., sono le più alte di tutta la Guinea, mentre nei dintorni di quelle di Garaya, si avvisteranno con un po’ di fortuna alcune famiglie di babbuini e scimpanzé, ancor più numerosi nei dintorni del villaggio di Télimélé, uno dei più tradizionali della Bassa Guinea, paradiso anche per gli amanti del birdwatching.
Non lontano dal villaggio di Pita la principale attrattiva è rappresentata dalle Chutes du Kinkon e soprattutto dai tre spettacolari salti che movimentano le Chutes de Kambadaga.
Poco distante comincia uno dei paesaggi più incantati di tutto il Futa Djalon, nei pressi del villaggio di Doucki, la cui strada di accesso è piuttosto accidentata, ma il cui spettacolo è davvero mozzafiato. Qui si trova quello che viene definito il “Grand Canyon della Guinea”, un paesaggio surreale di pareti rocciose, cascate, foreste, piccole piscine naturali abitate da scimpanzé, liane e strapiombi vertiginosi, il tutto immerso nei vapori umidi della bruma, veramente uno dei gioielli di questa regione incantevole.
Mali-Yemberem si trova invece al margine dello spettacolare Massif du Tamgué, al confine con il Senegal. Con i suoi 1400 metri è il centro abitato più alto di tutto il Fouta Djalon. Le temperature sono molto miti e si godono visuali incredibili sui meravigliosi paesaggi e profili naturali del Mont Loura, che raggiunge i 1515 metri, tra cui la famosa conformazione rocciosa che ricorda il profilo di una donna, La Dame de Mali, avvolta nel mistero di antiche leggende popolari.