CIBO
La cucina del Kenya, seppur piuttosto semplice, risente delle influenze dei vari popoli che hanno avuto contatti con la regione nel corso dei secoli, come gli arabi, gli indiani, i portoghesi e gli inglesi.
Il piatto principale è l’ugali, una polenta compatta di farina di mais e tapioca.
Le pietanze tradizionali sono preparazioni sostanziose ed economiche, soprattutto a base di cibi ricchi di amidi.
Oltre all’ugali, in Kenya si consumano in abbondanza patate, riso, chapati, un pane tradizionale portato in Kenya dagli indiani e che viene attualmente preparato in strada e in locali di tutti i livelli come accompagnamento al piatto principale. Irio è invece una zuppa a base di fagioli a cui si aggiungono patate, spinaci e mais.
Tipici del Kenya sono anche: lo Stew, cioè stufato di fagioli con pezzi di carne; il Matoke, particolare purea di banane; il Mkate Mayai, frittella con uova e carne; Sambusa, si tratta di frolle con macinato ed è un piatto presente anche nei paesi arabi. Si consumano spesso anche Mandaazi dolce fritto tipico della costa swahili dell’Africa orientale che comprende il Kenya, la Tanzania, il Mozambico e le isole Comore.
A seconda dei luoghi e della stagione, si trova in Kenya ottima frutta: manghi, papaie, ananas, frutti della passione, arance, grave, banane di innumerevoli varietà, noci di cocco e frutti di tamarindo.
BEVANDE
Tra le bevande maggiormente consumate, il chai (tè) che si beve ovunque in grandi quantità. Come in India, anche qui si fanno bollire insieme tè, latte e molto zucchero, e le foglie sono lasciate in infusione per parecchio tempo. Il risultato è un liquido lattiginoso ed estremamente dolce. Apprezzato e gradevole è soprattutto il chai masala, preparato con l’aggiunta di spezie come cannella e cardamomo.
Il caffè è invece spesso una bevanda molto dolce, servita con latte e con il minimo indispensabile di caffè solubile. Tuttavia, a Nairobi (e in altre grandi città) sono in costante aumento i bar dove si serve ottimo caffè di produzione locale. Nei grandi alberghi si trova frequentemente buon caffè all’americana.
In Kenya si trovano in commercio tutte le bibite classiche, comprese Coca-Cola, Sprite e Fanta, indicate genericamente come “soda”. Sono reperibili praticamente ovunque. Molto diffusi e apprezzati sono il ginger ale della Stoney (chiamato semplicemente Stoney’s) e il Bitter Lemon, come anche il Vimto, una bibita frizzante al gusto di frutta.
Vista la grande abbondanza di frutta fresca, in Kenya i succhi di frutta sono deliziosi e prediletto dai locali è quello a base di frutto della passione, chiamato semplicemente “passion”. Bisogna sempre porre attenzione alla dilazione con acqua (non depurata) e all’aggiunta di ghiaccio.
In Kenya esiste una fiorente produzione di birra.
Le marche di birra locali sono: Tusker, Pilsner e White Cap, tutte prodotte da Kenya Breweries e vendute in bottiglie da 500 ml. Della Tusker esistono tre tipi diversi: Tusker Export, Tusker Malt Lager e Tusker. La Tusker Export è una variante più forte della Tusker normale, mentre la Tusker Malt ha un sapore più pieno. In Kenya si producono su licenza anche marche di birra straniere, come la Castle (una birra sudafricana) e la Guinness, che però è tutt’altra rispetto all’originale irlandese.
La produzione di vino è anime ancora piuttosto carente. Nei ristoranti eleganti delle grandi città e delle zone turistiche si possono comunque consumare ottimi vini sudafricani, europei e persino australiani, senza spendere una cifra eccessiva.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi