Il Kenya è la principale economia dell’East Africa e uno dei più importanti mercati dell’Africa Sub-Sahariana. Da quasi 10 anni l’economia del Paese registra costanti tassi di crescita che oscillano tra il 4 e il 6%, fatta salva la parentesi del COVID. Il Kenya ha dato prova di grande “resilienza” durante la pandemia, con un importante rimbalzo al 7,5% per cento nel 2021, rispetto al – 0,2% del 2020. A guidare la ripresa è stato il settore dei servizi, che di per sé rappresenta oltre il 50% del PIL.
Highlights economici
- Dimensione del mercato: il Kenya ha una popolazione di oltre 53 milioni di abitanti con una crescita annua del 2,19% (2020-2025) e con una densità di 94 abitanti per kmq, dunque un mercato molto importante e significativo dal punto di vista demografico.
- In crescita nel post Pandemia: Una solida ripresa nel 2021 ha seguito la recessione causata dalla pandemia da COVIC-19, anche se con significative differenze nei vari settori (ancora provato il turismo). Negli anni precedenti lo sviluppo è stato sostenuto dall’aumento dei consumi privati, dal buon andamento del settore dei servizi e quello delle costruzioni, che si giova di interventi stranieri. Dal 2014 il Paese riesce a finanziarsi anche con l’emissione di titoli di stato sul mercato internazionale. Il cronico deficit di bilancio compromette però i piani di sviluppo. Ancora elevata la disoccupazione. Le previsioni sull’andamento dell’economia del Kenya sono comunque nel complesso positive. Per i prossimi tre anni si prospetta una crescita del 5% sostenuta prevalentemente dai settori dei servizi, delle telecomunicazioni, dagli investimenti in ambito infrastrutturale, dalle riforme in ambito commerciale e istituzionale e da una maggiore integrazione regionale. Questo scenario di crescita è inoltre supportato dal consolidamento e dall’ulteriore incremento della classe media e della sua capacità di consumo.
- Settore primario: la spina dorsale dell’economia keniana resta il settore agricolo. Il 65% dell’export del Kenya deriva infatti da tale settore, che alterna livelli produttivi elevati all’interno di alcune grandi aziende e piantagioni ma che, per tanta parte, appare ancora improntato alla sussistenza familiare o della comunità, dove si registrano scarsi livelli di tecnologia, bassa produttività e totale dipendenza dalle piogge. Le principali colture per l’esportazione sono quelle del tè e del caffè diffuse sugli altipiani intorno al monte Kenya, nel distretto di Kericho (parte occidentale del Paese, non lontano dalla Tanzania) e nella zona dell’Aberdare (alture centrali del Kenya). Sempre sull’altopiano si coltivano mais, canna da zucchero, patate, banane e piretro (un insetticida naturale che si ricava dai fiori di una pianta della famiglia delle Asteraceae) di cui il Paese è il primo produttore mondiale. Notevole anche la produzione di giorni recisi destinata all’esportazione. Le attività zootecniche sono invece sviluppate nella Rift Valley. L’allevamento ovino e caprino è praticato da pastori nomadi. La pesca sul lago Vittoria. (Fonte, Istituto Geografico De Agostini Novara)
- Risorse minerarie: in Kenya si estraggono fluorite (Valle del Kerio), oro (Lolgorien e Kilimapesa), chiarite (Murka), soda (lago Magadi), amianto (Makinyambo), niobio (Mrima Hill), wollastinite (Kajiado) e caolino. Presso Malindi si trovano vaste saline. In via di sfruttamento i giacimenti petroliferi del lago Turkana.
- Turismo: Il settore turistico, negli anni recenti, a causa del peggioramento del quadro di sicurezza prima e della pandemia poi, ha subito un evidente contraccolpo, che ha tuttavia comportato anche un cambiamento quantitativo, con l’apertura di nuovi flussi rispetto a quelli, tradizionali, europei. Il settore valeva il 9% del PIL keniano nel 2019 e 1,5 milioni posti di lavoro, ed è cresciuto del 52,5% nel 2021, dopo aver fatto segnare un – 48% nel 2020. Sebbene la soglia dei 2 milioni di visitatori del 2019 sia ancora lontana e non si preveda di raggiungerla prima della fine del 2023, il livello di entrate dirette generate dal turismo nel 2022 è stato molto vicino a quello di tre anni fa, segnalando quindi un cambiamento qualitativo nella tipologia e nel reddito dei visitatori in arrivo.
- Side: Il Kenya è chiamato ad affrontare e risolvere le carenze strutturali che limitano il potenziale di sviluppo: infrastrutture insufficienti, deficit energetico, snellimento burocratico per facilitare il commercio regionale e combattere gli alti tassi di corruzione.
Fonti: www.infomercatiesteri.it, Istituto Geografico De Agostini Novara.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi