Esiste un Kenya sconosciuto, lontano “anni luce” dalle coste tropicali, brulicanti di vita e di resort turistici, o dalle piste più battute dei safari. Un Kenya di terre desolate dalla straziante bellezza, sconfinate lande desertiche o semi-desertiche che si estendono a perdita d’occhio verso il nord, distese sabbiose e savane bruciate dal sole, abitate solo da alcune coraggiose popolazioni nomadi con le loro mandrie, unici custodi dei segreti di una vita ridotta all’essenziale.
Avventurandosi nel profondo nord del paese, ogni volta che ci si imbatte in una qualsiasi forma vivente, verrebbe da esclamare: c’è vita su Marte!
Uno dei primi miraggi che appare ai confini della realtà, tra il Deserto di Kaisut e quello di Chalbi, è il Parco Nazionale di Marsabit. Vera e propria oasi montagnosa tropicale, dal particolare microclima piovasco, che si apre miracolosamente al centro di una regione inesorabilmente desertica e torrida, punto di passaggio di tutte le tribù nomadi o seminomadi, in cerca di pascoli e di provviste. Qui la città omonima è un variopinto snodo di genti Gabbra, Rendille, Borana e Somale, mentre il paesaggio circostante è ricoperto di fitte foreste e laghi vulcanici, tra cui il Lago Paradiso (un nome, una garanzia) che attira numerose specie ornitologiche, ma anche elefanti, zebre, giraffe, bufali e leoni.
Ma la vera fonte di vita dello sconfinato Nord, al limitare delle distese saline e delle dune vulcaniche del deserto di Chalbi, è lo spettacolare Lago Turkana, che prende il nome dalla principale popolazione della regione, circondato da un paesaggio extraterrestre di straordinaria suggestione e bellezza. Situato nella Rift Valley, vanta il primato di essere il lago alcalino più grande al mondo in area desertica, vero e proprio mare color giada, con una bassa concentrazione salina che permette una biodiversità del tutto sorprendente.
Sulle sue acque sorgono tre isole, la North Island, la Central Island e la South Island, queste ultime incluse con il vicino Parco Nazionale del Sibiloi, nella lista Patrimonio UNESCO dal 1997, per il loro valore ambientale e paesaggistico e per il contributo fornito allo studio della paleontologia e dell’evoluzione umana.
Sulle sponde a nord-est, una natura semi-desertica e sporadiche foreste sui monti Kulal e Lokilipi, ospitano insospettabilmente una grande varietà faunistica, tra cui le zebre di Grevy, orici, leopardi e ghepardi, leoni e iene.
Il sito preistorico di Kobi Fora, tra le tante vestigia e resti fossili stratificati di differenti ere, ha restituito il teschio di un homo habilis, risalente a due milioni di anni fa.
Sulle ventose sponde del lago, non lontano dal villaggio di Loyangalani, fervono le attività di una delle più piccole comunità del Kenya, i pescatori El Molo, con le loro imbarcazioni ricavate da tronchi di legno, con le quali affrontano le burrascose e improvvise tempeste del Lago Turkana. Ma la perla geologica indiscussa del Lago Turkana è il surreale cratere conico di Nabuyatom, che svetta nella sua forma perfettamente circolare, sull’estrema sponda meridionale del lago, in un paesaggio vulcanico di roccia lavica, nera come la pece, e bacini alcalini verde smeraldo, che assieme alla South e Central Island, ospitano miriadi di fenicotteri rosa e i più vasti santuari di coccodrilli nilotici di grandi dimensioni, che trovano qui rifugio per la riproduzione.
Un paesaggio lunare e surreale tra i più belli di tutto il Kenya.