Città ricca di storia e vestigia, antico polo commerciale dell’Africa Orientale e prima capitale del Kenya, l’isola di Mombasa merita veramente di essere visitata, per la sua suggestiva posizione geografica, racchiusa in una piccola rientranza costiera tra due estuari, e soprattutto per la sua straordinaria e antichissima mescolanza culturale cosmopolita.
Fondata nel X secolo dai mercanti arabi e persiani, la sua travagliata storia di centro portuale musulmano, si snoda tra traffici mercantili con l’Oriente e le Indie, cultura swahili e sultanati omaniti, conquiste portoghesi, protettorati zanzibarini e colonizzazione inglese.
Oggi l’impronta e il carattere africano hanno preso il sopravvento nell’atmosfera che si respira tra le sue vie caotiche o i suoi vecchi quartieri, ma in realtà Mombasa è ancora oggi abitata da popolazioni provenienti da tutte le parti del mondo. Arabi, Omaniti, Indiani, Pakistani, Europei, Cinesi, Keniani di tutte le origini, compongono il variopinto puzzle di una pittoresca metropoli swahili.
A ricordarci la sua secolare mescolanza e il suo antico substrato, tra il caotico andirivieni di matatu (minibus collettivi) e di genti, sono le caratteristiche abitazioni del vecchio quartiere e l’imponente Forte portoghese di Jesus, costruito nel 1596 a proteggere, sotto il vessillo del Cristianesimo, l’accesso al porto dai continui attacchi degli Ottomani e degli Omaniti. Dichiarato Patrimonio UNESCO nel 2011, venne progettato in stile tardo-rinascimentale italiano, ed è molto ben conservato nella sua corte interna, con bastioni circolari in facciata e un piccolo museo che conserva oggetti e suppellettili dell’epoca. Il suo aspetto, marcato dai segni del tempo, contribuisce a rendere la città vecchia, un luogo carico di atmosfera tanto decadente, quanto affascinante. Passeggiare tra i vicoli di antiche case in stile arabo-indiano, ma dal tipico sapore zanzibarino e swahili nelle decorazioni delle porte di legno e nell’utilizzo del corallo sedimentato, quale materiale da costruzione, scoprire tra i retaggi coloniali, le cattedrali anglicane, le antiche moschee, e perfino templi indù e sikh, è veramente un’esperienza suggestiva che riporta in una dimensione senza tempo.
Ma Mombasa è anche una città circondata da paesaggi naturali dalla bellezza mozzafiato. Tra foreste e mangrovie, riserve marine e parchi nazionali che esplodono di vita faunistica e acquatica, distese paradisiache di sabbia finissima, barriere coralline e le mille sfumature cromatiche di un mare incontaminato, di cui le spiagge di Diani e Watamu ne sono le perle più preziose. A Diani le lussuose strutture alberghiere, in materiali locali e sostenibili, nascoste tra la rigogliosa vegetazione dei giardini, non ne hanno fortunatamente impattato la scenografia idilliaca e l’ambiente naturalistico preserva la propria integrità, in continuità con le splendide riserve marine di Kisite e delle Isole di Funzi e Wasini.
Watamu invece conserva il sapore autentico di un villaggio di pescatori nelle sue abitazioni tradizionali, e le tre insenature di sabbia bianchissima puntellate di imbarcazioni dhow, sono quanto di più paradisiaco possa offrire questo angolo di Oceano Indiano, dai variopinti fondali a largo dell’omonimo parco marino.
Non meraviglia che ogni anno questi paradisi vengano presi d’assalto dal turismo internazionale e che siano particolarmente cari a tanti italiani che hanno definitivamente scelto di viverci.