Partendo dal presupposto che il ritorno in Libia dopo numerosi anni è storia recente e Kanaga Africa Tour è stato uno dei primi tour operator europei a raggiungere di nuovo il Paese, è anni che l’aspetto turistico è finito in secondo piano. Le ragioni sono ovvie e legate al clima politico instabile della Libia che solo attualmente è migliorato, permettendo così l’accesso in specifiche aree del Paese.
Quindi è davvero difficile avere il polso preciso della situazione circa i luoghi in cui trovare effettivamente articoli interessanti da acquistare, bando la città di Tripoli e, in particolare la Medina o l’oasi di Ghadames.
I siti archeologici non offrono souvenir interessanti, a parte qualche vecchia pubblicazione che non ha la pretesa di essere esaustiva (è comunque possibile trovare spunti interessanti) e cartoline datate.
Per quanto riguarda i souvenir il rimando è quindi all’arte tradizionale libica, già descritta nella sezione “arte e cultura”, ma che qui riportiamo per comodità, per quanto concerne gli acquisti possibili.
- In Libia la tradizione artistica riguarda soprattutto l’artigianato e, in particolare, la gioielleria sia di tradizione berbera che tuareg. Nella Medina di Tripoli si trovano numerose gioiellerie e negozi che vendono oggetti in argento come grossi bracciali, croci, ciondoli e anelli. Così come monili in oro, a caratura diversa.
- Ghadames è nota invece per le sue tradizionali babbucce, ma anche per le collane di perline e i braccialetti.
- I tappeti, soprattutto di traduzione berbera, sono altri oggetti caratteristici dell’arte tradizionale libica.
- Nelle regioni desertiche un’arte millenaria è quella della lavorazione della pelle e della lana del cammello o della capra. Grazie a questa antica maestria nomade carovaniera, i tuareg realizzano, borse, bisacce, selle, cinture, ma anche, ornamenti, cofanetti portaoggetti, e oggigiorno souvenir. Riconosciuti come “esperti del cuoio”, sono abili nella anche produzione di ornamenti per le tende, cuscini, stuoie e paramenti di frange per i dromedari. La fantasia dei tuareg spazia in una moltitudine di oggetti di cuoio colorato, tra i più caratteristici di tutto il Sahara.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi