Foto © A. Pappone
Lungo le placide rive del fiume Niger, a 250 km da Bamako, sorge la cittadina coloniale di Segou, dai bei viali alberati e l’atmosfera rilassata, cuore della cultura bambara. Se i suoi ombreggiati quartieri amministrativi, risalenti al tardo XIX secolo, sono un’interessante contaminazione di stili neo-sudanesi e coloniali, lo storico insediamento di Segoukoro, la Segou antica, rimane preservato nel suo aspetto originario ancestrale, a 18 km di distanza.
Segoukoro, piccolo villaggio rurale, fu la capitale del Regno Bambara di Segou e delle sue due potenti dinastie, quella dei Coulibaly e quella dei Diarra, che regnarono per quasi due secoli sulla regione, fino alla conquista da parte dei Toukouleur di El Hadj Omar nel 1861, a sua volta spodestato dall’arrivo dei colonizzatori. Il fatto che i francesi abbiano rispettosamente deciso di costruire la loro nuova capitale a 18 km di distanza, ha fatto sì che la storia di questo regno sia stata preservata e che le sue architetture caratteristiche ne siano tutt’oggi lo scrigno d’argilla.
Interamente conservato nel suo aspetto originario, è il bellissimo Palazzo Reale del primo sovrano Biton Mamary Coulibaly, che governò fino al 1755, o la moschea, che fece costruire per sua madre convertitasi all’Islam. Le spoglie di Biton, riposano ancora oggi all’interno della tomba reale, visitabile di fronte al palazzo. A Segoukoro il tempo sembra essersi fermato, tra gli stretti vicoli che si diramano attorno alla corte, tra le facciate movimentate di nicchie e feritoie, modellate con l’argilla rossa, dalla tipica colorazione intensa della rena di Segou. Quanta magia in un raggio di sole che illumina di calde tonalità la teoria di pilastri e le suddivisioni degli spazi interni del palazzo, dove tutto è rimasto come un tempo!
Gli amministratori francesi, trovandosi di fronte a una simile bellezza architettonica tradizionale e il sapiente utilizzo di materiali locali, quali l’argilla, il legno e la paglia, non poterono che trarne fonte d’ispirazione per i nuovi edifici della capitale coloniale in uno stile neo-sudanese, squisitamente locale. Concepita su grandi boulevard alberati durante la seconda metà del XIX secolo, la “nuova Segou” divenne il principale porto fluviale, attorno al quale ruotava la nuova economia coloniale.
Gli edifici amministrativi, marcati oggi da un’affascinante decadenza, si trovano leggermente arretrati rispetto al fiume, mentre lungo le sponde si concentrano le architetture di argilla in stile tradizionale, tra le più caratteristiche, oltre alle attività artigianali delle storiche maestranze locali. Con una piccola piroga di legno, è possibile andare alla scoperta delle tradizioni rurali che si conservano intatte lungo i villaggi fluviali, tra il pittoresco andirivieni di pescatori Bozo, i laboratori dediti alla lavorazione del metallo, o gli atelier di splendidi manufatti di terracotta, realizzati dai forni cooperativi femminili della zona, secondo l’antico savoir-faire della cottura comunitaria del villaggio di Kalabougou.
L’argilla a Segou riveste un’importanza molto particolare e viene utilizzata in molti campi, dalle costruzioni edili, all’artigianato manifatturiero, fino alla caratteristica tintura dei tessuti. È nella regione di Segou che la leggenda vuole sia nata l’antica tecnica del “bogolan”, il complesso procedimento di pigmentazione del cotone con l’ocra argillosa e le piante macerate. Ancora oggi tali segreti, utilizzati in antichità dalla casta dei guerrieri e cacciatori bambara, vengono tramandati in seno a maestranze esperte, che confezionano a mano splendidi tessuti, dalla tipica decorazione geometrica nera e marrone.
Ma Segou è anche la patria delle marionette e delle maschere. Tra la teoria di piccoli atelier e antiquari è possibile scovare pezzi unici di maschere risalenti alla tradizione bambara, o i caratteristici “pesci lignei” dei Bozo, una sorta di marionette acquatiche dai colori vivaci, che venivano utilizzate durante i cerimoniali propiziatori legati alla ciclicità della pesca.
Ogni anno in Febbraio la città di Segou perpetua il rinomato Festival sul Niger, un evento culturale di grande livello, per la promozione e la valorizzazione del ricchissimo patrimonio regionale. Tra esibizioni e concerti dei più grandi musicisti del paese, ospiti internazionali, esposizioni d’arte e artigianato, stand culinari, atelier di iniziazione alla tintura bogolan, conferenze e spettacoli di marionette o danze tradizionali, il Festival attira ogni anno migliaia di curiosi da tutto il mondo, in una full immersion nel panorama culturale maliano, tra ritmi forsennati di djembé, kora e balafon, che risuonano davanti al meraviglioso scenario fluviale.