La Medina blu di Chefchaouen, con i suoi stretti vicoli e i caratteristici scorci inondati dalle sfumature azzurre dei muri dipinti, è sicuramente una delle più fotografate del Marocco. In stile berbero-andaluso rurale, venne fondata alla fine del XV secolo e passeggiando tra il suo centro storico, arroccato ai piedi del Rif, si respira una delle atmosfere senza tempo più suggestive del Marocco.
Fondata nel 1475 in posizione strategica sulle alture del Rif, quale avamposto militare berbero per contrastare le incursioni europee, accolse ben presto i rifugiati musulmani ed ebrei di Granada che contribuirono a dare alla cittadina rurale, l’aspetto tipicamente berbero-andaluso che ne caratterizza ancora oggi la medina. Fino al 1920 ai cristiani non venne consentito l’ingresso a Chefchaouen, pena la morte, il che ha contribuito alla sua aura di cittadina berbera sacra e ostile, fino alla conquista da parte degli spagnoli che la abbandonarono solo dopo l’Indipendenza. Fu a partire dagli anni ’30 del XX secolo che le sue abitazioni dai bei coppi rossi e i caratteristici ingressi a nicchia, cominciarono ad essere dipinte di azzurro, colorazione che l’ha resa celebre in tutto il mondo.
Ma l’incanto di Chefchaouen si respira in ogni suo aspetto, tra gli senari montagnosi che la dominano e l’ampio respiro sulle colline fertili circostanti, tra gli angoli azzurri di porticine e finestrelle che movimentano i muri della case, o gli scorci acquatici della bella cascata di Ras el Maa che ne anticipa l’ingresso alla medina sul versante nord-orientale. La poesia di Chefchaoun si legge in un tortuoso vicolo ciottolato, che si insinua tra le facciate azzurre, passa sotto un arco o una bassa volta a porticato, viene interrotto da un pianerottolo che dà accesso a una stretta scaletta in muratura, adornata di vasi colorati, tra i quali riposa un gatto sornione.
“Perla blu”, città santa del Rif, la città si articola intorno al suo fulcro principale, la bella Plaza Uta al-Hamman sulla quale si trova l’antica kasbah fortificata, dalla cinta muraria color ocra, e la Grande Moschea del XV secolo, con il suo minareto ottagonale.
Oggi la città è una rinomata destinazione turistica, che non ha perso la propria atmosfera originaria di antico centro culturale berbero, movimentato oggi dai piacevoli caffè e ristoranti, accoglienti Riad con i loro rigogliosi patii interni, e interessanti atelier artigianali che producono tra i tessuti e i tappeti di lana più raffinati del Rif. Una piccola passeggiate tra i verdi sentieri fuori dalle mura, fino alla Moschea Spagnola degli anni ’20, o costeggiando l’Oued Ras el Maa, completerà con un tocco naturalistico una delle visite più pittoresche di tutto il Marocco.