Clima
Attraversata dal Tropico del Capricorno a nord, la Mauritania ha un clima prevalentemente secco e caldo, con maggiore umidità a sud vicino al fiume Senegal e durante la stagione piovosa dei mesi estivi. A sud e lungo la fascia atlantica le temperature non subiscono grandi variazioni ma nelle zone desertiche l’escursione termica tra il giorno e la notte può raggiungere anche i 30 gradi di differenza. Nella zona del Sahel, ai confini con il Senegal e il Mali e lungo la Costa Atlantica, il termometro registra temperature che oscillano tra i 15 gradi notturni e i 30 durante i mesi invernali, e tra i 26 e i 36 gradi da luglio a ottobre, mesi che ricevono la maggior quantità di precipitazioni. Nelle zone desertiche del centro e del nord, nei mesi invernali la colonnina di mercurio può scendere fino ai 5 gradi notturni e salire sino ai 30 durante le ore centrali, a meno che il sole non venga oscurato dalle frequenti tempeste di sabbia. Tali aree sono anche le parti più torride del Paese, registrando il minor numero di precipitazioni, durante i mesi primaverili e estivi, e temperature ben superiori, fino ai 40 gradi ed oltre, che tendono ad abbassarsi progressivamente in autunno. La vita climatica della Mauritania è scandita anche dalla presenza di determinati venti, l’harmattan durante l’inverno, in grado da una parte di rendere secca l’aria, dall’altra di offuscare il cielo con pulviscolo, e i venti equatoriali di tipo monsonico che portano l’umidità e le piogge durante i mesi estivi.
Territorio
Geograficamente la Mauritania confina a nord e a nord-ovest con il Sahara Occidentale, a nord-est con l’Algeria, a est e a sud con il Mali e infine a sud-ovest con il Senegal. Tutta la costa ovest è bagnata dalle acque dell’Oceano Atlantico. Morfologicamente il suo territorio è prevalentemente desertico, occupato dalle sabbie del Sahara. Alcune dune si sono compattate fino a formare degli Erg stabili (montagne di sabbia), che non variano con lo spostamento delle sabbie mediante gli effetti degli agenti atmosferici. Nella zona centrale della regione di Atâr (l’Adrar) e nella parte meridionale (il Tagant) sono invece presenti vere e proprie montagne rocciose. Nell’Adrar si trova anche il famoso “Occhio dell’Africa”, il Guelb el Richat, un cratere roccioso circolare situato a nord della città carovaniera di Ouadane, il cui diametro è di circa 50 km ed chiaramente visibile dall’alto di un aeroplano. L’origine di questa conformazione resta ancora incerta. La parte sud del paese è invece occupata dal Sahel, zona arbustiva e fertile lungo le sponde del fiume Senegal, principale corso d’acqua del paese che bagna la frontiera con il Senegal. Questa è l’unica zona della Mauritania dove è possibile coltivare cereali ed ortaggi e l’albero della gomma arabica. Nel resto del paese solo qualche arbusto sporadico cresce tra la sabbia e ad esclusione delle oasi formate dai palmeti e da qualche orto intorno alle rare fonti d’acqua, in prevalenza nei letti dei wadi (antichi fiumi prosciugati), il resto del territorio è formato da dune e distese sabbiose, altipiani o conformazioni rocciose dalle forme bizzarre per l’erosione e da pietrisco. La vera ricchezza del territorio si trova nel sottosuolo, ricco di giacimenti minerari.
Flora e Fauna
La flora spontanee e la fauna di coltivazione/allevamento, si riducono a poche tipologie in grado di sopravvivere a climi e territori desertici.
La pianta-simbolo della Mauritania è sicuramente la palma da dattero, coltivata nelle oasi soprattutto intorno all’Adrar e al Tagant, il cui frutto ha costituito a lungo la base dell’alimentazione dei pastori nomadi mauri. Tra la vegetazione spontanea, le specie più diffuse sono la calotropis procera (o Pomo di Sodoma), dalle foglie carnose e dai frutti velenosi, l’euforbia arborea, pianta cespugliosa dal succo latteo irritante, e la lawsonia inermis, la pianta dell’hennè, uno dei prodotti di bellezza utilizzato per le tipiche decorazioni delle mani e dei piedi delle donne maure, oltre che per rinforzare i capelli.
Più varia è la fauna, capeggiata dal dromedario, animale-simbolo del deserto, ma anche vera e propria fonte di economia, se non l’unica fino a ed un’epoca relativamente recente, quando le carovane erano ancora l’unico mezzo di trasporto commerciale. Ancora oggi il dromedario è l’animale maggiormente allevato dai nomadi ma anche da chi ha deciso di diventare sedentario. Costituisce ancora il mezzo di trasporto prediletto da molte comunità di pastori nomadi, fornisce il latte, la carne e la pelle che viene lavorata in cuoio, oltre ad essere una delle principali fonti di reddito quale capo di bestiame più commercializzato.
Difficile immaginarla ma un tempo il paesaggio mauritano era caratterizzato da distese fertili e verdi vallate ricche d’acqua prima dell’avanzata inesorabile del Sahara. Oggi gran parte delle specie originarie – elefanti, giraffe, facoceri, bufali, antilopi, gazzelle e scimmie – è ormai quasi totalmente estinta. Nel deserto, ad eccezione di qualche sporadica gazzella, è possibile incontrare i simpatici fennec (minuscole volpi del deserto), il topo delle piramidi, varani e l’immancabile scorpione. Decisamente più abitata è la costa. Basti pensare che quello mauritano sia considerato il secondo mare più pescoso al mondo, ricchissimo di muggine, tonni, cernie, sardine, spigole. Nella zona del Cap Blanc e del Parco Nazionale del Banc d’Arguin trovano rifugio la foca monaca, la tartaruga e il delfino. Il Banc d’Arguin è l’unico Parco Nazionale del paese assieme al Diawling. Dichiarato Patrimonio Unesco dal 1989, rappresenta uno dei parchi avifaunistici più ricchi dell’Africa, stagionalmente frequentato da centinaia di specie di uccelli migratori che stazionano per qualche mese sulla costa, nelle isolette e insenature comprese tra Cap Timiris e Cap d’Arguin. Tra queste, cormorani, pellicani, fenicotteri, trampolieri, aironi e gabbiani. Il Diawling invece si estende in una piccola area a sud-ovest, tra le sponde del fiume Senegal e la Costa Atlantica vicina alla cittadina di Rosso, in quella che è la zona più umida della Mauritania. Qui tra ninfee e stagni, diverse specie di uccelli migratori vengono stagionalmente per l’accoppiamento, oltre alla presenza di numerosi sciacalli, lepri, scimmie, varani e altri rettili.
Tutela
In Mauritania la principale minaccia per l’ambiente e per la sopravvivenza è data dalla lenta e inesorabile avanzata del deserto del Sahara, conseguente all’erosione del suolo.
La desertificazione è un processo in atto da millenni e difficile pensare che quelle zone dove ora sono presenti imponenti dune di sabbia o pianure rocciose un tempo erano terreni fertili e vallate ricche di pascoli. A testimonianza rimangono oggi alcuni siti archeologici risalenti al paleolitico e al neolitico, in cui alcune pitture rupestri raffigurano scene di caccia e agricoltura. Inoltre non di rado è possibile incontrare nel deserto intere foreste ormai pietrificate e imbalsamate dal rovente deserto. Molti wadi, letti di antichi fiumi prosciugati, ancora oggi si riempiono momentaneamente durante la stagione delle piogge, ma la gran parte di questi, ormai sono delle piccole vallate prosciugate. Basti pensare che l’ultima disastrosa siccità, che causò esodi di migliaia e migliaia di persone, risale al 1970, dato utile per comprendere quanto questo paese sia a rischio per la continua avanzata della sabbia desertica. Un altro fattore da non sottovalutare è sicuramente l’inquinamento e farne le spese è soprattutto la costa, con un quantità impressionante di rifiuti trasportati dall’oceano. É da rimarcare come la Mauritania sia uno dei pochi paesi africani ad aver vietato i sacchetti di plastica già da qualche anno, con evidenti benefici almeno a livello della capitale Nouakchott, che appare relativamente pulita.
Riguardo alla pesca intensiva, ampiamente praticata anche da società straniere, per il momento non sembra minacciare troppo l’incredibile pescosità di uno dei mari più fecondi al mondo.
Quanto al mondo dei viaggi in Mauritania sta prendendo sempre più piede un turismo eco-sostenibile. Una delle missioni dell’agenzia è proprio quella di contribuire al rispetto della natura, organizzando, tra le varie proposte di viaggio, trekking a piedi, nel pieno rispetto della natura, in cui le uniche tracce a terra sono le impronte delle scarpe o degli zoccoli dei cammelli.