La cucina del deserto non è molto varia. I piatti sono generalmente limitati a riso, montone, capra, cammello o pesce essiccato. Il cibo viene servito solitamente in un grande piatto dal quale tutti i commensali si servono utilizzando le mani. Al nord la cucina presenta influenze marocchine, al sud influenze senegalesi. Tra i piatti principali il couscous mauritano è delizioso. La cucina della Mauritania meridionale ha più varietà, spezie e persino poche verdure. Sebbene quello mauritano sia considerato il secondo mare più pescoso al mondo il pesce non trova molto posto nella cucina locale ed è in genere esportato. Un discorso a parte riguarda la muggine e la produzione di bottarga. In Mauritania sono le donne Imraguen le protagoniste nelle varie fasi di lavorazione. Le produttrici acquistano i muggini dai pescatori, estraggono le uova, le risciacquano, le salano e le fanno essiccare naturalmente, ottenendo la tradizionale bottarga. Una produzione, questa, alla quale è affiancata la preparazione del tishtar (filetti di muggine essiccati e sminuzzati) e dell’olio di muggine. Le donne sono parte di un presidio Slow Food attraverso una cooperativa che collabora con la ONG Mauritanie 2000.
Con un’agricoltura limitata, la frutta e la verdura vengono importate dall’estero ad eccezione di una produzione minima lungo il corso del fiume Senegal.
Quanto alle bevande gli alcolici sono vietati. Viene ampiamente consumato il tè alla menta e versato dall’alto per creare schiuma.
Nella capitale Nouakchott e a Nouâdhibou è possibile trovare ristoranti marocchini, libanesi, cinesi, italiani e francesi.