Una città tra due wadi, un centro carovaniero per i commerci di sale, oro e datteri dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, luogo di saggi ed eruditi. Ouadâne è probabilmente la città più suggestiva dell’Adrar.
Appare improvvisamente Ouadâne, adagiata su una collina punteggiata da palme e costruzioni in mezzo alle distese di sabbia. Le sue abitazioni, oggi ruderi in rovina, si mimetizzano nella rossa roccia dell’altura su cui sorge il villaggio. Venne fondata dai berberi nel 1147 e proprio nella zona al margine dell’Adrar, a 120 km a nord-est di Chinguetti. Per 400 anni fu un fiorente centro dove stazionavano le carovane e una via di transito per il commercio dei datteri, del sale e dell’oro.
La collina è dominata dalla moschea nuova, risalente a due secoli fa, mentre ai piedi della città si trova la moschea vecchia del 1300. Un tempo anche Ouadâne era un importante centro culturale e nelle sue 23 biblioteche, oggi private, sono ancora conservati tremila manoscritti. Proprio qui nacque la prima università del deserto e sempre qui fu rinvenuto il primo manoscritto della Mauritania. Cuore dell’antico villaggio è la “rue de 40 Savants”, una via che collega le due moschee. A 40 km dalla città, si trova il cratere di Guelb er Richat, la cui bizzarra conformazione geologica, vale la pena di essere osservata. Si tratta di una serie di creste concentriche alte 200 metri e larghe circa 500 metri, createsi grazie all’azione degli agenti atmosferici.