Il Parco Etosha è uno dei più sorprendenti concentrati di vita selvatica dell’Africa Australe. Una fauna che ha saputo adattarsi in un ambiente tra i più aridi ed apparentemente inospitali del Continente Africano, traendo sostentamento dai minerali dell’immensa depressione dell’Etosha Pan e da una vegetazione ridotta all’essenziale, che si risveglia attorno alle numerose pozze d’acqua, o con l’arrivo delle piogge stagionali. Un paesaggio sconfinato e desolato, ma anche sorprendentemente ricco di animali. In lingua oshivambo, Etosha significa “terra bianca”. Bianco è l’accecante colore del suolo argilloso, salino e calcareo, che ricopre l’immensa depressione dell’Etosha Pan, cuore e punto nevralgico del parco, antico lago salato prosciugato, così vasto che è possibile vederlo dallo spazio. Stagionalmente si riempie di acqua piovana e di colonie di fenicotteri, mentre per il resto dell’anno la sua polvere calcarea viene trasportata dal vento, a imbiancare le savane circostanti. Se durante le piogge il paesaggio dell’Etosha cambia radicalmente puntellandosi di verde e di uccelli, durante i mesi estivi è un’immensa terra desolata, di radure e colline semi desertiche e polverose, con sporadiche acacie, alberi di mopane e sterpaglie ingiallite dalla siccità. E’ questa la stagione degli avvistamenti più sorprendenti, tra giugno e ottobre, durante i quali gli animali si radunano intorno alla pozze principali non del tutto prosciugate. 114 specie di mammiferi, 340 specie di uccelli e 120 specie tra rettili e anfibi, abitano una superficie di circa 23.000 km². Un’alta concentrazione di rinoceronti neri e i sempre più rari rinoceronti bianchi, una moltitudine di elefanti, gazzelle, gnu, impala, iene, licaoni, giraffe, zebre e ovviamente i grandi felini al completo, leoni, ghepardi e leopardi. Senza contare le numerose riserve private che circondano l’Etosha, anch’esse ricche di fauna selvatica, una volta passata una delle quattro entrate principali, si apre un vastissimo reticolo di piste sterrate facilmente percorribili, che si snodano tra le varie pozze del parco e i restcamps che ne sono i punti di riferimento principali. Se i leoni sono per lo più imprevedibili e si spostano costantemente all’interno dell’intera superficie del parco, prediligendo durante le ore di punta una vegetazione ombrosa, ogni settore con le sue relative pozze è il prediletto di ciascuna o più specie animali. Così, facile sarà avvistare famiglie intere di elefanti nella zona sud di Okaukuejo, in prossimità della pozza Nebrownii, dove fanno le loro spettacolari abluzioni quotidiane e dove dal Camp Okaukuejo è possibile ammirarli in notturna nei pressi di una pozza illuminata. Ad Halali e Sueda si aguzzerà la vista all’alba o al tramonto per avvistare gli schivi ghepardi o i leopardi che si aggirano intorno alla pozza di Goas. Se si è alla ricerca di giraffe, la meta sarà piuttosto verso est a Klein Namutoni. Da non dimenticare un buon binocolo, che aiuterà ovunque ci si diriga, a scovare qualche leone sornione e schivo che riposa in lontananza sotto un’acacia, in attesa di attaccare la sua preda al tramonto.