Angolo selvaggio e primordiale, la Riserva di Dzanga Sangha si estende su un triangolo di terra incuneato tra i confini del Congo e del Camerun, occupato da una intricata natura primigenia, solcata da corsi d’acqua navigabili con piccole imbarcazioni di legno e abitata da una fauna selvatica sorprendente.
Meta ideale per i circuiti eco-turistici, la riserva è la culla di una natura esplosiva, abitata da antiche popolazioni pigmee, le prime che si insediarono tra i dedali impenetrabili dell’Africa Centrale, quei dedali che arrivano fino in Congo e in cui Conrad ambientò il suo “Cuore di Tenebra”.
Qui i Pigmei Baka sono ancora oggi gli unici depositari dei segreti della foresta, muovendosi in simbiosi con la fitta vegetazione equatoriale, tra la regione della Lobaye e quella di Sangha-Mbaeré. Non stupisce pertanto che sulle tracce dei gorilla, degli elefanti, dei coccodrilli e degli ippopotami che abitano queste verdi terre, siano proprio i cacciatori Baka a fare da apripista, gli unici in grado di muoversi agilmente nell’ambiente circostante ai loro accampamenti di capanne, sapendo interpretare ogni minimo segnale della natura.
Con una marcia silenziosa nel dedalo della fitta foresta si raggiunge l’area di Bai Hokou, dove silenziose vivono delle famiglie di gorilla che sono state abituate alla presenza umana, grazie alla pazienza e al sapiente lavoro di ricerca di un team di esperti che per una decina di anni ne hanno studiato il comportamento. Un’esperienza incredibile ed emozionante, che parte dall’osservazione di come le guide Baka si muovano perfettamente a loro agio sulle tracce di questi splendidi animali dal dorso argentato, spiegando i segreti dell’habitat naturale in cui vivono. Le regole per poterli raggiungere sono ferree, essendo una specie protetta a rischio di estinzione. Ad esempio non è possibile partecipare all’escursione se si presentano sintomi influenzali, necessario è portare delle mascherine protettive e seguire un codice comportamentale di grande discrezione, seguendo alla lettera le indicazioni fornite dalle guide.
Più breve, ma altrettanto in rispettoso silenzio, è la marcia che porta invece alla splendida radura salina che si apre improvvisa su una vista panoramica, in mezzo alla vegetazione del Dzanga Shanga, frequentata soprattutto al pomeriggio da branchi di elefanti in cerca di sali minerali. Uno spettacolo unico che può abbracciare in una sola visione fino a cinquanta o sessanta esemplari di pachidermi.
Grazie al sostegno del WWF la Riserva di Dzanga Sangha è oggi un ambiente naturale preservato nella sua integrità di foresta equatoriale umida, all’interno della quale si muovono indisturbati, oltre ai gorilla e agli elefanti, numerosi primati, una varietà impressionante di uccelli variopinti, gazzelle, ippopotami e coccodrilli che placidi scivolano sulle acque del fiume Sangha e dei suoi affluenti, percorribili con piccole imbarcazioni, sempre accompagnati dai vigili ed esperti cacciatori Baka, il “popolo della foresta” che contribuirà ad un approccio autentico e partecipativo verso l’ambiente circostante, spiegando infine le innumerevoli proprietà delle piante e delle essenze che crescono nel parco. Chiuderà in bellezza l’avventura naturalistica, una visita ad uno degli accampamenti pigmei per una degustazione del vino di palma artigianale e un canto tradizionale della cultura baka.