Per quanto riguarda l’alimentazione, il Senegal propone una miriade di possibilità e trovare da mangiare non sarà affatto complicato.
Esistono comodi e lussuosi ristoranti climatizzati nelle città principali, che offrono piatti della cucina internazionale; ristoranti locali caratteristici dove si servono esclusivamente piatti tipici della cucina senegalese; ristoranti francesi, ivoriani, vietnamiti, cinesi, libanesi, marocchini, indiani e perfino pizzerie.
Una vera e propria istituzione sono le dibiterie, una sorta di fast food locali molto semplici, dove si serve carne arrosto, soprattutto di montone, spiedini, e pollo allo spiedo, sommersi di cipolla cruda e cosparsi di spezie.
Oppure si può mangiare con pochissimi franchi CFA lungo i bordi delle strade o nei piccoli chioschi locali, dove le donne friggono e preparano in continuazione panini, patatine, uova sode, involtini e riso con salse di tutti i tipi, da mangiare sul posto seduti su una panca di legno o portare via con delle bustine di plastica. Ma attenzione allo stomaco!
Nelle zone rurali si mangia la tipica cucina senegalese e non esiste alternativa. Ogni regione ha le proprie specialità. Se il piatto tipico wolof, nonché piatto nazionale è la thieboudijenne, riso stufato nella salsa di pomodoro con verdure tagliate spesse, spezie varie e un trancio di pesce aromatizzato all’aglio e erbette, facile sarà trovare in Casamance l’igname, il fonio i crostacei e le ostriche, che proliferano tra le radici delle mangrovie e vengono mangiate scottate sulla brace. Un altro piatto tipico, soprattutto a nord, è il couscous che può essere accompagnato dal poulet yassa, pollo stufato in una salsa di senape e cipolla caramellata, o da verdure e carne di montone. La thieboudijapp è invece la versione carnivora della thieboudijenne, a base di manzo o di montone.
Il maffé è invece una salsa particolare che accompagna del riso bianco. La carne di montone o manzo viene fatta stufare per ore ed ore in abbondante olio, pomodoro, acqua e pasta di arachidi. Viene consumato soprattutto nelle regioni al confine con il Mali, dove è chiamato tikadegué, ma ormai molto diffuso un po’ ovunque.
La frutta locale consiste soprattutto di aranci, manghi, papaye. Molto consumato è il frutto del baobab, dal quale si estrae anche una bevanda zuccherina, e l’anacardo che viene raccolto in Casamance.
Le bevande internazionali come coca cola, fanta e sprite sono diffusissime.
La birra nazionale è la Gazelle, dalla quale vengono spesso tentati anche i più osservanti musulmani. La birra artigianale ottenuta dal miglio e dal sorgo, è una bevanda molto fermentata e caratteristica di alcune zone rurali dell’est e del sud del paese.
Un’altra bevanda alcoolica tradizionale è il vino di palma (ntunkum o doka), estratto dal tronco di una varietà di palma nella regione della Casamance. Il bissap, un succo estratto dai fiori di ibisco, dall’intensa colorazione bordeaux, è la principale bevanda locale per gli astemi.
In Senegal c’è una buona distribuzione di vini stranieri, soprattutto per il consumo dei turisti o degli espatriati.
Il tè lipton e il nescafè, si servono alla prima colazione con latte in polvere e accompagnati da pane e marmellata o miele locale e omelette. Ma la colazione di ogni senegalese che si rispetti comincerà con un buon caffè touba, un caffè tostato, importato dai mouridi di Touba, simile al caffè turco. La giornata viene quasi sempre conclusa con un tè alla menta, servito in piccoli bicchierini di vetro e fatto ossigenare versandolo dall’alto di una teiera in metallo.